per cento nella provincia di Siracusa. Insomma, il mese di ottobre è quello per il quale vengono al pettine tutti i nodi dell’economia e del lavoro siracusano e non solo. La crisi economica non ha fatto sentire ancora i suoi morsi, ma nella nostra provincia i problemi sono così tanti e atavici, che non c’è alcun bisogno di attendere il vento di crisi americano. Siamo in piena emergenza ormai da diverso tempo. E se enti pubblici importanti come la Provincia regionale ed il Comune capoluogo, hanno deciso di stringere la cinghia per un motivo o per un altro, garantendo a stento gli stipendi del personale impiegato, è dirla lunga sull’attuale momento di difficoltà che registra la nostra provincia. Ecco perché riteniamo e ribadiamo che il ruolo della politica oggi debba essere sempre più attento e tempestivo. Stiamo attraversando un momento delicato, per il quale non è concesso in alcun modo distrarsi, per evitare spiacevoli sorprese. Ci sono delle opportunità da prendere al volo e delle ferite da sanare prima che possano diventare purulente. Ma senza interventi decisi e forti, non ci sembra possiamo arrivare lontani. L’accordo di programma sulla chimica, ad esempio, è una di quelle opportunità che dopo tre anni rimane tale, senza alcun riscontro concreto. E’ bene che la politica si dia una mossa e faccia fronte a questo problema, legato alla riqualificazione della produttività del polo petrolchimico siracusano. Ci sono in sospeso finanziamenti statali e regionali ma anche investimenti da parte delle grandi imprese. Non possiamo farci sfuggire l’occasione. Così come un’altra opportunità è costituita dai fondi strutturali Por 2007-2012, ai quali puntare con decisione per attingere denari per progetti che davvero rilancino l’economia siracusana. (fonte libertà Sicilia G.B.)