Non sarà sfuggita agli operatori delle scuole e a chi si occupa di problematiche sociali la proposta di creare delle classi per i figli degli immigrati.

 La scusa è quella di consentire loro di apprendere la lingua italiana e di non ritardare quindi il programma per gli alunni italiani. Ma a questo i vari direttori di tutta Italia – guarda la direttrice del comparto-scuola Santa Lucia di questa città – con proprie iniziative vanno provvedendo da tempo. Hanno attuato prima dell’apertura della scuola corsi della durata di due tre mesi per insegnare ai figli degli immigrati la lingua italiana. Quindi ad apertura di scuola tutti, italiani e stranieri, nella stessa classe; tutti ragazzi che debbono stare insieme per conoscersi e crescere insieme nella città e nel quartiere. La introduzione della classe obbligatoriamente riservata ai ragazzi stranieri ha tanto il sapore di non voler mischiare ragazzi italiani e figli di immigrati africani o cinesi. C’è un progetto Sacconi che vuole limitare il diritto di sciopero imponendone per la proclamazione un referendum fra gli operai con scelte nominative sulla partecipazione o meno e prevedendo delle camere di conciliazione preventiva ed obbligatoria. Dobbiamo stare attenti. Certi atti per difendere la razza possono creare una banlyu nelle nostre città con la conseguenza a volte di atti di violenza inauditi in città come Parigi, o possono comportare – impensabile fino a ieri - che tifosi francesi ,tutti figli di immigrati africani,fischiassero sempre a Parigi la marsigliese che si suonava per la partita di calcio Francia-Tunisia. Attenzione,che i laccioli per la libera ed immediata espressione degli operai in fabbrica può far nascere corpuscoli di minoranze che credono di poter risolvere i conflitti sociali a colpi di fucile. Una classe dirigente accorta deve meditarci sopra. (fonte libertà Sicilia T.R.)