Settecentocinquanta chilometri quadrati di territorio siciliano rischiano di essere trivellati, petrolieri americani hanno raggiunto un accordo con la giunta regionale

 per bucare il Val di Noto, alla ricerca di petrolio e gas. Il Val di Noto, che si estende per le province di Siracusa, Ragusa, e Catania, patria del Barocco, è stato inserito nel 2003 nella Word Eritage list dell’Unesco nel 2003. Lista che raggruppa i luoghi più belli del mondo, e ne tutela sviluppo e promozione. Questa stessa zona è in pericolo di essere trivellata, perché, il suo sottosuolo conserva anche altre risorse, quelle gas-petrolifere. Nel 2004 la giunta regionale ha concesso, grazie all’assessore Noè, il permesso e le autorizzazioni per sondare questa parte del sud-est siciliano ai texani della Panther Oil. Già trent’anni fa i petrolieri avevano adocchiato il Val di Noto, sostenendo allora, come oggi, che nel sottosuolo era presente petrolio e gas. Negli anni settanta non se ne fatto nulla, nessuna trivellazione, e l’industria da quelle parti è diventata quella del turismo e della cultura, sbocco naturale per un territorio come quello del Val di Noto. Oggi è nuovamente tutto in ridiscussione. Ma questa volta, a fronteggiare le ragioni di petrolieri e istituzioni si contrappone una forza collettiva, quella composta dagli abitanti della Val di Noto, dalla Comunità europea e dello sviluppo sostenibile. In questi due anni si sono costituiti comitati cittadini, formate associazioni (NoTriv), scritto e girato film-documentari (la Malastrada). Si creato un movimento locale contro l’ipotesi della trivellazione del Val di Noto, in due anni si è formata una coscienza civile che ha come comune battaglia quella contro lo sfruttamento del territorio. Ai più conosciuti movimenti No Tav, No Ponte, No dal Molin, No- Xiurmi si affianca anche il siciliano No Triv, che ha le sue bellezze da tutelare, e le sue ragioni da far valere. Nel recente passato in Val di Noto ci sono strani movimenti, i petrolieri si stavano preparando per iniziare le operazioni di perforazione gas-petrolifere. Ma la gente non resta a guardare e si è mobilitata per impedire l’inizio del lavori, mettendo in campo manifestazioni che hanno visto i cittadini e il movimento, scendere sul territorio e raggiungere la zona delle prime trivellazioni.