presso il Comune di Avola e poi verrà presentata al Comune di Canicattì. Si tratta di reperti che Giovanni Landolina ha rinvenuto durante le sue escursioni estive negli anfratti delle cave dei monti iblei prospicienti al Comune di Avola dove lo scrittore è nato. La curiosa singolarità delle forme acquisite naturalmente nel corso dei secoli, lascia intravedere, allo sguardo attento dell'osservatore, figure ed espressioni riconducibili, fantasticamente, a tratti somatici di creature umane, di animali terrestri ed acquatici, di oggetti che, a prima vista, ricordano paradossalmente quelli di natura sacra. La creatività del poeta ha fatto si che quei "sassi" senza nulla aggiungere o togliere al naturale e con la stessa meticolosa cura riservata ai reperti archeologici custoditi nei musei, potessero "parlare" da soli anche a chi irriducibile scettico non mostrassero alcun che di interesse. Per l'artista, invece, quelle pietre rinvenute rappresentano una oggettistica significativa ed unica nel suo genere che sottoposta al giudizio severo e disinteressato di persone esperte in materia, è stata giudicata preziosa perché è fonte di effetti riflessivi sui misteri ignoti della natura. E' dunque un "arte nuova" quella del Landolina. I reperti nella sala culturale del Comune di Avola in provincia di Siracusa saranno presentati al pubblico dalla professoressa Maria Azzurra Lo Brutto di Canicattì (fonte Agrigento notizie C.V.)