Ancora una volta il Caravaggio al centro del Circolo della Conversazione, all’interno di Luci a Siracusa. E parlando di Caravaggio come non parlare di Luce? Lo scorso anno

con il critico Paolo Giansiracusa e Dario Scarfì. Oggi si parla di quella Luce che fa però intuire anche il buio. Un tema intrigante quello del Chiaro e l’Oscuro attorno al quale sono stati invitati a parlare quattro personalità diverse. Moderatore e ideatore della serata nella Chiesa di San Tommaso, invasa da appassionati del Merisi,  Dario Scarfì dell’Assessorato Politiche Culturali del Comune di Siracusa. Quattro personalità diverse, si diceva. Uno scrittore (Pino Di Silvestro) il quale ha ricreato la parola e la lingua dei tempi del Caravaggio. Oltre che il pensiero e la vita tormentata. Un pittore (Gaetano Tranchino) che come il “collega” usa i colori e pulisce i pennelli. Un fotografo (Ferdinando Scianna) che ha spiegato come cattura la luce, come la separa dal buio. E un uomo di teatro (Fernando Balestra) perchè anche il Caravaggio fu un uomo di spettacolo. E questa è stata probabilmente la parte più anomala della conversazione. Dario Scarfì introduce prima di tutto alla figura di un Caravaggio siracusano fuggiasco. Che aveva visto già la Luce di Malta, prima ancora di imbattersi nella Chiesa di Santa Lucia dove dovrà fare i conti una Luce che viene da Levante e da Ponente (fonte libertà Sicilia)