che a quelli di Avola corre l’obbligo di chiarire i termini dei rapporti fra le due Amministrazioni in merito al debito che il Comune di Noto ha nei confronti del Comune di Avola, risalente agli anni 2002, 2003, 2004 e 2005, per ciò che concerne il conferimento dei Rsu Noto presso la discarica di “Nicolella Baglio†ricadente in territorio di Avola. A seguito dell’articolo apparso sulla stampa nello scorso mese di luglio, le Amministrazioni Comunali di Noto e Avola si sono nuovamente incontrate per fare chiarezza sulle reciproche responsabilità , e, in quella sede, l’assessore al ramo del Comune di Avola ha dovuto prendere atto dell’errore commesso dall’Amministrazione di Avola che, non essendosi fatta bene i conti, dimenticava che questo Comune aveva già effettuato tutti i pagamenti inerenti al debito con riferimento agli anni 2002, 2003 e 2004 e per la parte rimanente, relativa all’anno 2005, aveva effettuato i relativi impegni di spesa e comunicato che entro la fine dell’anno avrebbe provveduto al pagamento. Pertanto nessun decreto ingiuntivo incombe sul Comune di Noto e sull’Amministrazione Valvo che, in modo sistematico, conduce una politica di risanamento della spesa facendosi carico anche di pagare i debiti contratti da precedenti Amministrazioni senza gravare ulteriormente sulle casse del Comune. In tema, peraltro, se la progettazione di una discarica è importante, non meno lo è la sua gestione. Infatti ogni discarica viene progettata per accogliere determinati rifiuti (inerti, non pericolosi o pericolosi) e quindi, salvo modifiche successive, deve accogliere solo quel tipo di rifiuti. Ogni discarica è progettata per accogliere un determinato volume di rifiuti e quindi ha una vita limitata, che può essere si prolungata, ma non protratta indefinitamente. Anche le procedure di trattamento e di messa a dimora dei rifiuti devono essere eseguite in modo da non compromettere la sicurezza per chi vi opera e da non favorire fenomeni di inquinamento. L’inquinamento ambientale legato a una discarica ben controllata e gestita può essere sensibilmente ridotto (anche per quanto riguarda i gas serra), oltre che attuando l’opportuna preselezione del materiale da conferirvi, sfruttando l’utilizzo della frazione compostabile per la produzione di biogas e ammendante agricolo. Vi sono comunque inconvenienti come la deturpazione del paesaggio e la necessità di sorvegliare l’area per un certo periodo di tempo dopo la cessazione dell’attività , oltre all’occupazione del terreno, che diviene inutilizzabile per altri scopi dopo la