VALDERICE, CARENZA IDRICA, IL SINDACO IOVINO CHIEDE LA PROTEZIONE CIVILE .

VALDERICE - La crisi idrica nel territorio dell’agro ericino rischia di divenire sempre più acuta ed il sindaco di Valderice, Camillo Iovino, chiede l’attivazione di interventi da parte della protezione civile. Ieri pomeriggio, il vertice presso l’assessorato all’energia ed ai servizi di Pubblica Utilità

per discutere della crisi idrica in provincia di trapani non ha dato esiti positivi; anzi, emerge con evidenza che la situazione rischia di aggravarsi. Sicilacque, attraverso l’ing. Spada, ha chiarito che i lavori al dissalatore saranno completati non prima della fine di giugno considerato che alcuni pezzi per la caldaia guasta dovranno arrivare dalla Corea. Il potabilizzatore per l’acqua della Diga Rubino, invece, non potrà essere attivato prima dell’estate. L’incontro era stato sollecitato dai sindaci di Erice, Giacomo Tranchida, e di Valderice, Camillo Iovino, presenti anche i sindaci di Buseto, Custonaci, Favignana e Paceco, i vertici di Sicilacque e, per l’assessorato regionale, il dott. Emanuele e l’ing. Ingrassia. Tuttii sindaci hanno convenuto che la situazione è già insostenibile adesso e rischia di precipitare nei prossimi mesi in cui nei territori dell’agroericino si riverserà il flusso turistico stagionale. A rischio le attività legate all’industria turistica ma si profilano anche problemi di ordine pubblico: molte famiglie, già duramente provate dalla crisi economica, non sono più in condizioni di fare fronte a costi dell’approvvigionamento idrico attraverso le autobotti dei privati. Le continue interruzioni hanno inoltre creato danni alle condutture con possibili infiltrazioni nella rete che costringeranno i sindaci ad emettere ordinanze di non potabilità dell’acqua che non potrà utilizzarsi per il consumo umano (non si potrà bere e cucinare) ma solo per esigenze domestiche. La Regione, a fronte delle richieste dei sindaci, ha garantito che a breve anche una parte della portata idrica dei pozzi di Bresciana sarà utilizzata per far fronte alla crisi idrica dell’agroericino e l’assessorato all’energia ed ai servizi di Pubblica Utilità interverrà per il ripristino di parte dei guasti sulla rete idrica dell’Eas. «Quanto emerso dalla riunione – afferma il sindaco, Camillo Iovino – è gravissimo e le rassicurazioni della Regione da sole non bastano più. Ritengo sia urgente prevedere un tavolo permanente in Prefettura per attivare soluzioni ed interventi di protezione civile volti a fornire l’approvvigionamento idrico alla popolazione arginando i costi insostenibili delle autobotti private. Per quanto riguarda Valderice il decreto di finanziamento di 400.000 per lavori alla rete idrica ed agli impianti di distribuzione che abbiamo ottenuto non è risolutivo della crisi idrica, anche se ne allevierà l’intensità»

SALEMI, INAUGURATA LA MOSTRA «QUELLI CHE FURONO «I MATTI DI SALEMI»

SALEMI - «Quelli che furono i matti di Salemi» è il titolo della mostra, promossa dal Comune, che s’inaugura oggi alle 17,00 al Polo Museale in via D’Aguirre. Racconta, attraverso i ritratti – e le loro «manipolazioni» artistiche e digitali – i protagonisti della vita politica, culturale e amministrativa degli ultimi 3 anni e mezzo, ovvero gli anni di quella che viene indicata come «l’era Sgarbi». Ci sono i ritratti di assessori e dipendenti comunali, collaboratori del critico d’arte, uomini del mondo dell’arte e della politica, e altri personaggi che sono stati, a loro modo, protagonisti della vita cittadina. Tutti rielaborati nei loro tratti somatici, comunque in chiave ironica e riconoscibili. La follia, intesa come capacità di «osare», è il tratto distintivo del lavoro delle due artiste, Fiammetta Maniscalco e Dànila Leotta, che per mesi anno lavorato su foto ma anche sull’osservazione diretta dei personaggi da loro ritratti. Un’idea di follia sintetizzata in una frase di Erasmo da Rotterdam che diventa l’introduzione alla mostra: «Osservate con quanta previdenza la natura madre del genere umano ebbe cura di spargere ovunque un pizzico di follia. Infuse nell’uomo più passione che ragione perché fosse tutto meno triste. Se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza la vecchiaia neppure ci sarebbe. Se solo fossero più fatui, allegri, dissennati, godrebbero felici di un’eterna giovinezza. La vita umana non è altro che un gioco della follia».La mostra resterà aperta fino a domenica 25 marzo. Il biglietto d’ingresso di 5 euro consentirà di visitare anche il Museo della Mafia, del Paesaggio e del Risorgimento

CASTELVETRANO, PER LA DIA PATTI È PRESTANOME DI MESSINA DENARO

CASTELVETRANO - Carmelo Patti, originario di Castelvetrano, noto per essere il patron della Valtur, uno dei colossi del turismo internazionale, per gli inquirenti della Dia, Direzione Investigativa antimafia, sarebbe un prestanome di Matteo Messina Denaro. Da qui la richiesta della stessa Dia di sequestro dei beni di Patti, ammontanti ad oltre 5 miliardi. Le indagini della Dia di Palermo porteranno ora alla celebrazione del processo previsto per il 20 aprile, davanti alla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani. A fare il nome di Carmelo Patti sono stati tre collaboratori di giustizia, Nino Giuffrè, Angelo Siino, Giovanni Ingrasciotta. Siino,a suo dire, avrebbe addirittura assistito ad un incontro fra il Patti e Francesco Messina Denaro, il padre della “primula rossa”, il latitante Matteo. Dalle affermazioni dei tre, le indagini della Dia di Palermo che hanno messo sotto la lente di ingrandimento le operazioni della Valtur e del Patti, sollecitandone, ma invano vista l’opposizione del Tribunale, il sequestro dei beni. Una brutta tegola per Mister Valtur (pochi anni fa si parlò di un progetto per un grande albergo proprio nel castelvetranese) che a Palermo è sotto indagine per favoreggiamento aggravato sempre nei confronti di Messina Denaro. Il patrimonio di Carmelo Patti è costituito da alcune società che gestiscono una ventina di villaggi turistici della Valtur, cui si aggiungono abitazioni, terreni nelle province di Trapani e di Pavia, dove Patti risiede. La Valtur, capofila delle attività del Patti, in atto è in amministrazione straordinaria perché deve fare i conti con un debito di oltre 300 milioni l’anno, a fronte di un fatturato di circa 200 milioni.