Secondo i dati risultanti dalla relazione tecnica trasmessa dalla facoltà di Agraria dell’Università di Palermo, infatti, sarebbe indispensabile e urgente procedere alla rimozione di tutte le piante infestate, anche per ragioni di salvaguardia dell’incolumità personale, soprattutto nei luoghi dove vi sia costante presenza dell’uomo e, in particolare, nei pressi delle scuole. “L’insetto - si legge, infatti nella relazione - erode i tessuti delle piante determinando una serie di gallerie e cavità nel rachide delle foglie e nella corona. A carico dei tessuti danneggiati si attivano processi di fermentazione che indeboliscono anche le zone circostanti. In definitiva la stabilità della pianta è compromessa cosicché è facile che alcune parti possano cedere e precipitare. Considerando le notevoli altezze che le palme possono raggiungere e il peso considerevole delle vari parti che possono cedere, il rischio che una palma infestata possa compromettere l’incolumità dei cittadini è molto concreto. La sola foglia ha un peso di circa 2 chili, il ciuffo centrale di almeno 20-30 chili, e l’intera corona può raggiungere un centinaio di chili. La cronaca riporta parecchi casi di caduta di parti di palma fortunatamente per ora senza drammatiche conseguenze. Nella sola città di Palermo sono state registrate nel mese di settembre 2008 la caduta delle foglie centrali della corona in prossimità dei visitatori all’interno del Giardino Inglese e quella dell’intera corona presso il “Centro Amazzone†(zona Papireto), e nel mese di novembre la caduta del ciuffo centrale di una palma presso la scuola Mantegnaâ€. “Di fronte a tale stato di cose - dice Ilarda - ritengo che il problema investa anche la Protezione Civile. Il primo passo è la dichiarazione dello stato di calamità , per poi chiedere al Governo centrale la dichiarazione dello stato di emergenza, al fine di poter fronteggiare la situazione con mezzi e risorse adeguate alla gravità della situazioneâ€. Secondo i dati in possesso dell’assessore Ilarda, in Sicilia le prime segnalazioni di attacchi risalgono all’ottobre 2005 per la Sicilia orientale, e ad inizio 2006 per la Sicilia occidentale. Nel biennio successivo l’insetto ha drammaticamente incrementato la sua presenza nelle province di Catania (più di 2000 piante attaccate) e Palermo (circa 2500 piante attaccate) e si è diffuso in modo consistente in tutta la provincia di Trapani (circa 2000 piante attaccate) di Ragusa (oltre 500 piante attaccate), mentre le altre province, pur incluse nell’area di diffusione dell’insetto, non fanno ancora registrare situazioni fuori controllo. “La progressione dell’infestazione - si legge ancora nella relazione dell’Università di Palermo - è in grado di compromettere in modo irreparabile il patrimonio delle Palme ornamentali, senza contare che i primi attacchi segnalati su palme nane (Chamaerops humilis), nel caso in cui si estendessero anche ad ambienti naturali porterebbero ad effetti devastanti per l’ambienteâ€. “La palma delle Canarie, introdotta in Sicilia alla fine del XIX secolo - prosegue l’Assessore Ilarda - è entrata prepotentemente nel paesaggio, nelle credenze e nelle tradizioni popolari instaurando legami forti con la popolazione, tanto che questa è forse la palma oggi più diffusa in Sicilia. La distruzione di migliaia di esemplari a causa del Punteruolo rosso sta però modificando, se non pregiudicando, il profilo percettivo del paesaggio, spesso intimamente contrassegnato da questa presenza. Limitandosi alla città di Palermo, la forte attenuazione della presenza delle palme porterà a cancellare parte importante di ciò che ancora rimane del mito di “città giardinoâ€. “L’iniziativa di protezione civile si inserisce - conclude l’assessore alla Presidenza - nel quadro di importanti interventi già avviati dall’Assessore all’Agricoltura Giovanni La Via, insieme al quale convocheremo con urgenza, nei prossimi giorni, un tavolo tecnico regionale per definire una strategia comune diretta ad affrontare adeguatamente e con prontezza tutti gli aspetti del grave problemaâ€.(Manlio Viola)