L’USEF CELEBRA LE VITTIME ITALIANE DELLE TORRI GEMELLE

Era tempo che volevamo fare una iniziativa in America da dove l’USEF manca da tempo e dove pensiamo di ricostruire una rete associativa sulla quale stiamo lavorando. Interessante a nostro avviso il motivo che ci spinge a questa decisione, che mira a superare alcuni stantii stereotipi che vogliono la Sicilia terra di mafia, ignorando che la stragrande maggioranza della popolazione è laboriosa ed amante delle regole e della legalità.

Ne è grande testimonianza la imponente partecipazione delle scuole quando si ricorda l’uccisione dei giudici Falcone e Morvillo e della scorta o quando si ricorda l’eccidio di via D’Amelio dove perse la vita il giudice Borsellino e la sua scorta. Molti sono i servitori dello Stato e i resistenti alla malsana regola del “pizzo” che hanno pagato la propria coraggiosa scelta della legalità con la vita. L’occasione si è presentata quando l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, produsse una mostra sui giornalisti uccisi dalla mafia chiamando la stessa “TESTIMONI DI VERITÀ”, esposta con successo al Parlamento Europeo. In collaborazione con l’Ordine, quindi, abbiamo maturato l’idea di portare la mostra in America ed in Europa. Il primo dei due appuntamenti, si è deciso a New York dove il 10 settembre è arrivata la delegazione che oltre che da dirigenti dell’USEF è composta da rappresentanti al massimo livello dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia ed al Presidente della commissione Regionale Antimafia. Una folta delegazione, quindi, sta portando avanti l’importante iniziativa nella Grande Mela. La delegazione composta dal Presidente dell’USEF APS Sen. Angelo Lauricella, dall’On. Antonello Cracolici Presidente della Commissione Regionale Antimafia, Dal Dr. Roberto Gueli Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, dal Dr. Salvo Li Castri Vice Presidente stesso Ordine, dal Dr. Francesco Nicastro Curatore della Mostra e dalla collaboratrice USEF Graziella Bivona, è stata accolta all’aeroporto JFK di New York dalla Cavaliere Josephine Maietta rappresentante USEF negli Stati Uniti, che ha lavorato molto affinché tutto andasse avanti nel migliore dei modi e che ha dato il benvenuto alla delegazione. Un programma denso di attività quello della delegazione, realizzato con un finanziamento dell’Assessorato Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, guidato dall’On. Nuccia Albano. Intanto, la delegazione è stata preceduta dalla mostra “TESTIMONI DI VERITÀ” messa a disposizione dall’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, già esposta e fruibile dal 4 settembre presso L’Istituto Italiano di Cultura, opportunità della quale ringraziamo il direttore Prof. Fabio Finotti per la disponibilità. Un ringraziamento caloroso da queste righe rivolgiamo anche alla Dottoressa Malina Mannarino, che è stata il nostro prezioso riferimento presso l’Istituto. Un ringraziamento infine va alla Sen. Francesca La Marca, purtroppo assente per impegni istituzionali in Italia, che si è spesa per la realizzazione dell’iniziativa. La mostra resterà visitabile dalle ore 10 alle ore 16 fino al 14 dello stesso mese. L’11 mattina la delegazione ha visitato il sito del World Trade Center, noto anche come "Ground Zero", mentre nel pomeriggio, presso il Consolato Generale di New York ha partecipato alla commemorazione delle vittime italiane perite nell’attacco terroristico alle Torri Gemelle. Subito dopo la delegazione ha avuto un incontro con il Console Generale Ministro Plenipotenziario Fabrizio Di Michele. Mattinata dedicata alle interviste di Radio VRHU condotta dalla Cavaliere Josephine Maietta e di Italian Radio N.Y. (ICN) condotta da Tony Pasquale, emittenti rivolte alla numerosa comunità italiana ed italo-americana. La conclusione è prevista per il 13 settembre, quando, con inizio alle ore 18,00 avrà inizio la manifestazione finale moderata dal Dr. Salvo Li Castri, con gli interventi istituzionali ed a seguire con l’intervento del Dr. Roberto Gueli che presenterà la mostra. Subito dopo, all’On. Antonello Cracolici è affidata la conferenza sul tema “IMPRESA INFORMAZIONE E LEGALITÀ” mentre a concludere l’iniziativa sarà il Presidente dell’USEF Sen. Angelo Lauricella. In questo modo cerchiamo di stimolare una diversa visione della Sicilia, nonché la possibilità di canalizzare capitali verso l’Isola per nuove imprese in aiuto alla ripresa economica della nostra terra tanto cara anche alle nuove generazioni che si avvicinano alle proprie radici.

Salvatore Augello Segretario Generale USEF 10 settembre 2024

DDL SICUREZZA: REPRIMERE CANCELLANDO IL CONFLITTO

21/09/2024 𝙙𝙞 𝘼𝙡𝙚𝙨𝙨𝙖𝙣𝙙𝙧𝙖 𝘼𝙡𝙜𝙤𝙨𝙩𝙞𝙣𝙤 (𝙙𝙤𝙘𝙚𝙣𝙩𝙚 𝙙𝙞 𝘿𝙞𝙧𝙞𝙩𝙩𝙤 𝘾𝙤𝙨𝙩𝙞𝙩𝙪𝙯𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙚) Il disegno di legge Piantedosi è l’ennesimo provvedimento in materia di sicurezza, espressione della fascinazione per il populismo penale e la criminalizzazione di dissenzienti, poveri e migranti, che ha attratto nel corso degli anni in modo multipartisan le forze politiche. È un canto delle sirene irresistibile per gli amanti delle soluzioni autoritarie come per i patrocinatori delle agende neoliberiste: consente di archiviare le politiche sociali, delegittimando, espellendo e punendo la marginalità sociale come la contestazione politica. Un connubio perfetto per il neoliberismo, la cui aggressività e competitività contempla la normalizzazione della guerra, per una società dominata dal «Tina» e da logiche identitarie dicotomiche, e una destra (in)-culturalmente intollerante a limiti e critiche. La divergenza politica e sociale, gli eccedenti, sono i nemici; tanti gli effetti collaterali utili: il conflitto sociale non esiste e non ha titolo di esistere; le radici delle diseguaglianze sociali e della devastazione ambientale sono oggetto di un transfert che le addossa a chi le subisce e a chi le contesta; si crea uno stato di permanente emergenza e distrazione. Il nuovo provvedimento è emblematico in tal senso. Due esempi: le difficoltà abitative sono «risolte» con l’inasprimento delle pene per le occupazioni, indicando i movimenti per il diritto all’abitare come i colpevoli della situazione; le condizioni disumane in carcere e nei Cpr scompaiono perché rese invisibili dall’impossibilità di mettere in atto qualsiasi tentativo di chi vi è rinchiuso di farsi sentire. È un modus operandi, che, ancor prima degli specifici profili di incostituzionalità delle singole misure, è contro il progetto della Costituzione, che si propone, muovendo dalla consapevolezza dell’esistenza delle diseguaglianze esistenti, di rimuovere gli ostacoli che si frappongono all’emancipazione personale e sociale, mentre la sostituzione dello stato sociale con lo stato penale occulta, trasfigura e strumentalizza gli ostacoli. Su queste pagine il disegno di legge è stato analizzato e criticato nella sua ratio e nelle sue disposizioni, vorrei ancora insistere su un punto. Il fil noir che lo attraversa è la negazione del conflitto, represso e surrogato con la figura del nemico; non è inutile allora ricordare qual è il senso del riconoscimento del conflitto. Il conflitto consente l’espressione dei subalterni, degli oppressi, delle vite di scarto (Bauman), dei dannati della terra (Fanon), ne riconosce l’esistenza e la legittimazione a lottare per la propria dignità e autodeterminazione. Il conflitto, dunque, produce riconoscimento, inclusione ed emancipazione. È emancipazione in sé e veicola emancipazione. Il conflitto è il motore che anima la dialettica della storia. La storia è «storia di lotta di classi», «di oppressori e oppressi», che «sono sempre stati in contrasto fra di loro, hanno sostenuto una lotta ininterrotta, a volte nascosta, a volte palese» (Marx); «sono in ogni repubblica due umori diversi, quello del popolo e quello de’ grandi», «tutte le leggi che si fanno in favore della libertà, nascano dalla disunione loro» (Machiavelli). Il conflitto è un elemento dinamico, che veicola trasformazione. Chi avversa il conflitto tende a mantenere lo status quo, le relazioni di dominio e di diseguaglianza esistenti. È attraverso i conflitti che nascono i diritti, si esercitano e si preservano. Il conflitto è il fondamento della democrazia; insieme ad una visione all’insegna della complessità, rende vivo il pluralismo; con la mobilitazione e l’attivismo che reca con sé sconfigge l’apatia, l’indifferenza, la passività, favorendo la partecipazione, che della democrazia è il cuore. Preciso: il conflitto si pone in antitesi alla guerra. Si situa nell’orizzonte della complessità e della differenza, del riconoscimento reciproco, della discussione e della convivenza, mentre la guerra tende alla semplificazione identitaria, ad una artificiale e coartata omogeneità, alla delegittimazione del nemico, e, in definitiva, alla sua eliminazione. Il disegno di legge Piantedosi mira a negare il conflitto e si situa nello spazio della guerra contro il dissenso, i poveri, i migranti. L’orizzonte della trasformazione è sostituito dalla repressione; l’immaginazione e la pratica del cambiamento soffocati a colpi di reati; la democrazia diviene un mero simulacro che copre una gestione autoritaria e blinda un modello economico-sociale strutturalmente diseguale.

FONTE: il Manifesto / Osservatorio Repressione (20/09/2024)

AL SENATO DELLA REPUBBLICA LA PRESENTAZIONE DEL LIBRODEDICATO ALLA VITA DELL'ITALO-AUSTRALIANO LIVIO BENEDETTI

“Ho conosciuto personalmente Livio, una persona speciale con cui ho avuto un rapporto che andava al di là di tutte le cose che abbiamo fatto insieme per tanti anni, ed è per questo che ho voluto presentare anche qui in Senato il libro che racconta le sue vicende che sono le vicende della comunità italiana in Australia, una comunità perfettamente integrata”. Così Francesco Giacobbe, Senatore Pd eletto nella circoscrizione estero Africa-Asia- Oceania-Antartica, alla presentazione del Libro “Da Livio Benedetti a oggi, il ruolo del patronato al servizio delle comunità, in Italia e all’estero” che si è tenuta giovedì 26 settembre presso la Sala del Senato di Santa Maria in Aquiro a Roma su iniziativa dello stesso Senatore. “Quando si organizzano questi eventi, non si tratta solo di ripercorrere la storia al passato – ha spiegato Giacobbe - perché gli uomini che hanno fatto questa storia parlano anche a noi, oggi che c’è paura di dare la cittadinanza italiana, io dico: guardate al multiculturalismo dell’Australia, che fu qualcosa che non arrivò dal basso ma dalle istituzioni stesse perché c’era la consapevolezza che la piena integrazione è un vantaggio per chi viene accolto ma anche per chi accoglie”. Fra i relatori dell’evento erano presenti anche i vertici italiani e australiani delle Acli. “La storia di Livio Benedetti non guarda indietro ma avanti, lui è stata una di quelle figure che sono andate a dare sostanza ad un paese multiculturale come l’Australia e possiamo dire che Livio è sempre stato autenticamente giuliano, autenticamente italiano e autenticamente australiano, senza che questi tre aspetti siano mai andati in conflitto perché ognuno portatore di sue specificità e credo sia un bel messaggio anche per quello che succede oggi”. Ha detto Paolo Ricotti, Presidente nazionale del Patronato Acli, a cui si è aggiunta la voce del Presidente nazionale delle Acli e della FAI, Emiliano Manfredonia: “La storia di Livio è una storia che parte da un sacrificio, da un dolore: perché è costretto a lasciare l’Italia e ad emigrare in anni in cui l’emigrazione non era così dolce, era davvero dura, e infatti i primi anni visse di stenti e di fatiche. Ed ecco che Livio Benedetti è uno che ce la fa, ma che invece di sfruttare il suo successo, mette le sue grandi doti e capacità al servizio degli altri, e lo fa attraverso le Acli. E io questo bene che ha fatto l’ho visto, come in una restituzione concreta, in tutte quelle persone che da tutta l’Australia, anche facendo centinaia e centinai di chilometri, sono venuti alla presentazione di questo volume a Sidney”. “Il libro che viene presentato qui oggi non è solo celebrazione del passato, ma è soprattutto stimolo e consapevolezza per il futuro: vedo qui tanti giovani che stanno per partire per l’esperienza di Servizio Civile in Australia e credo davvero che Livio Benedetti possa rappresentare un vero esempio per loro di dedizione al lavoro e agli altri”. Così Andrea Acciai, coordinatore nazionale del Patronato Acli in Australia. All’evento hanno partecipato anche la Senatrice Pd Simona Malpezzi, l'ambasciatrice australiana a Roma Tracy Reid, e, in collegamento da Parigi, la Segretaria Generale del CGIE, Maria Chiara Prodi. Hanno, invece, inviato un contributo video per portare un proprio contributo personale l’ambasciatore italiano a Canberra, Paolo Crudele, il rappresentante del Com.It.Es del NSW, Gianluigi di Martino, e i direttori generali dei Co.As.It di Sydney e di Melbourne, Thomas Camporeale e Marco Fedi

ATTIVITA' DEGLI ELETTI ALL'ESTERO

ROMA 12/9/2024 - NEL PARLAMENTO DEL SOUTH AUSTRALIA NASCE IL GRUPPO “AMICI DELL’ITALIA” GIACOBBE: “EVENTO IMPORTANTE PER FACILITARE LE RELAZIONI FRA I NOSTRI PAESI”

Il Senatore del Partito Democratico Francesco Giacobbe, eletto nella circoscrizione Africa-Asia-Oceania-Antartide, e presidente del Gruppo interparlamentare di amicizia Italia-Australia, ha partecipato alla serata u>iciale per la presentazione del gruppo di amicizia parlamentare "Amici dell’Italia" presso il Parlamento del South Australia. Alla presenza di importanti personalità, tra cui il Deputy Premier Susan Close, il Console italiano ad Adelaide Ernesto Pianelli, il leader dell’opposizione del South Australi la Vincent Tarzia e l’onorevole Tony Piccolo, il Senatore Giacobbe ha sottolineato l'importanza di questi gruppi di amicizia parlamentare come strumenti fondamentali per la diplomazia parlamentare e la promozione delle relazioni internazionali. “È un piacere e un onore incontrarvi tutti questa sera per condividere il lancio del gruppo ‘Amici dell’Italia’ nel Parlamento del South Australia. Come membro del Parlamento italiano che vive in Australia da 42 anni e come presidente del gruppo di amicizia parlamentare italiano di amicizia Italia-Australia a Roma, credo fermamente che i gruppi di amicizia non solo promuovano una migliore comprensione della nostra cultura nazionale, ma rappresentino anche uno strumento cruciale per facilitare le relazioni internazionali,” ha a>ermato il Senatore Giacobbe. Il Senatore ha poi evidenziato l'importanza delle relazioni tra Australia e Italia, due nazioni che condividono valori fondamentali come la democrazia e il rispetto per l'individuo. “Oltre un milione di persone di origine italiana vive in Australia e una grande proporzione ha scelto di stabilirsi nel South Australia, una regione che o>re un'eccezionale qualità di vita,” ha dichiarato Giacobbe, sottolineando il contributo significativo che la comunità italiana ha dato alla società multiculturale australiana. Nel suo intervento, il Senatore ha inoltre auspicato una maggiore collaborazione tra i due Paesi, specialmente nei settori culturale, economico e turistico, incluso il settore del turismo di ritorno. “Le nostre nazioni possono contribuire reciprocamente alla crescita e allo sviluppo futuro promuovendo scambi culturali ed economici. Vedo un potenziale per future iniziative turistiche e di esperienze lavorative reciproche, che potrebbero favorire una maggiore ‘scoperta’ delle opportunità o>erte dai nostri Paesi.” Il Senatore ha concluso ringraziando l’onorevole Vincent Tarzia e Tony Piccolo per aver avviato questa importante iniziativa, nonché il Console Ernesto Pianelli e il governo del South Australia per il loro prezioso supporto.

Roma 24 settembre 2024 SETTIMANA EUROPEA DELLO SPORT: LO SPORT COME LINGUAGGIO UNIVERSALE E STRUMENTO DI INTEGRAZIONE

Roma 24 settembre 2024 - In occasione della Settimana Europea dello Sport, che si svolge ogni anno dal 23 al 30 settembre, il Senatore Pd Francesco Giacobbe, eletto nella circoscrizione estero Africa-Asia-Oceania-Antartide, desidera sottolineare l'importanza di questa iniziativa lanciata dalla Commissione Europea nel 2015 per promuovere lo sport, uno stile di vita sano e attivo, e il benessere fisico e mentale dei cittadini della Comunità europea. “La Settimana Europea dello Sport rappresenta un'occasione unica per riflettere sull'importanza dello sport come linguaggio universale. Lo sport ha la capacità di superare barriere culturali, linguistiche e sociali, avvicinando le persone e promuovendo valori fondamentali come l'inclusione e la cooperazione”, ha dichiarato il Senatore Giacobbe. Il Senatore ha inoltre evidenziato il ruolo cruciale dello sport nel mantenere vivi i legami con la patria, specialmente per le generazioni di italiani all'estero e, in particolare, quelle dei Paesi extracomunitari, distanti geograficamente ma non affettivamente. “Eventi come il Trofeo CONI, che si terrà a ottobre e che vedrà la partecipazione di giovani italiani provenienti dall'estero, inclusa l’Australia, dimostrano come lo sport possa rafforzare il senso di appartenenza e identità culturale, contribuendo a mantenere vivi i legami con le radici italiane”, ha aggiunto Giacobbe. Lo sport è anche uno straordinario strumento di pace e integrazione, “capace di unire persone provenienti da culture, religioni e contesti sociali diversi. Attraverso la competizione leale, la collaborazione e il rispetto reciproco, lo sport offre un terreno comune in cui le differenze si trasformano in opportunità di crescita e comprensione. Iniziative come il Club Roma in Israele, dove giovani di diverse fedi religiose si incontrano, fanno sport e dialogano, insieme, dimostrano il potenziale dello sport nel favorire il dialogo e la convivenza pacifica. In un mondo spesso diviso da conflitti, lo sport ha la capacità di costruire ponti e promuovere l'armonia tra le persone.”, ha sottolineato Giacobbe. Il Senatore ha concluso il suo intervento esprimendo l'importanza di continuare a promuovere lo sport come mezzo per migliorare la qualità della vita e per rafforzare i legami tra le comunità, sia all'interno dell'Europa che nel mondo. “È fondamentale – ha detto - continuare a sostenere lo sport perché non è solo un'attività fisica, ma un potente strumento di coesione sociale che promuove stili di vita sani e attivi, contribuendo al benessere fisico e mentale delle persone. Inoltre, favorisce l'inclusione e il senso di appartenenza, creando legami che superano confini geografici, culturali e sociali. Attraverso eventi sportivi internazionali – ha concluso Giacobbe - si costruiscono ponti tra le diverse comunità, promuovendo comprensione reciproca e solidarietà. In un mondo sempre più interconnesso, lo sport diventa un elemento chiave per rafforzare la cooperazione e il dialogo, contribuendo così alla costruzione di una società più unita e resiliente”.

LA MARCA (PD) TRASMETTE AL MIT UNA PRIMA BOZZA DI TRATTATIVA SUL RECIPROCO RICONOSCIMENTO DI DELLE PATENTI DI GUIDA CON LO STATO DI NEW YORK

ROMA, 12.09.2024 - Dopo le numerose sollecitazioni che la Senatrice La Marca ha avanzato nei confronti del Dipartimento dei Trasporti (DMV) dello Stato di New York, vi è stato un primo scambio proficuo. Il Dipartimento ha risposto in modo interessato alla richiesta di stabilire un accordo tra le due giurisdizioni, Italia e New York, in materia di riconoscimento reciproco delle patenti di guida. Quest’ultimo ha trasmesso all’ufficio della Senatrice una prima bozza per valutare le attuali condizioni e le attuali regolamentazioni delle patenti di guida nei due diversi Stati. La Senatrice si è attivata immediatamente, trasmettendo subito i contenuti tecnici al Viceministro dei Trasporti italiano, Galeazzo Bignami, chiedendo un confronto. “La risposta del Dipartimento dei Trasporti dello Stato di New York è un primo passo importante per quella che considero una priorità del mio impegno politico, la stipula del riconoscimento reciproco delle patenti di guida tra l’Italia e lo stato di New York, anche grazie alle sollecitazioni da parte dei nostri connazionali residenti in quello Stato che ringrazio”. “Fino ad oggi, ahimè, nessuna risposta alla mia interrogazione datata 16 luglio 2024 (https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1423205) da parte di questo Governo", ha proseguito la Senatrice. “Il primo passo è stato compiuto - voglio soltanto sperare che il Viceministro Bignami accolga la mia sollecitazione ad un incontro per rispondere alle questioni tecniche poste del DMV dello Stato e lavorare insieme per portare a casa questo importante risultato”.

LA MARCA (PD INTERVIENE IN COMMISSIONE ESTERI SUL FONDO DEDICATO ALLA RETE CONSOLARE

Roma, 24.09.2024 - Nella seduta della Commissione odierna, la Sen. La Marca è intervenuta per ribadire la propria soddisfazione e quella di tutto il gruppo del Partito Democratico in Senato sul provvedimento che porta a 4 milioni di euro il fondo destinato al rafforzamento dei servizi consolari in favore dei cittadini italiani residenti o presenti all'estero, con priorità per i servizi maggiormente richiesti (emissione di passaporti, visti, carta d’identità elettronica ecc.), approvato all’unanimità alla Camera dei deputati. “L’istituzione di un fondo destinato al rafforzamento dei servizi consolari serve come il pane poiché, come ho avuto modo di sottolineare in questa sede in passato, nel giro di dieci anni, il numero degli iscritti AIRE è praticamente raddoppiato ed ogni anno aumenta in tutte le circoscrizioni consolari. Basti pensare, ad esempio, alla circoscrizione consolare di Miami che nel giro di una quindicina di anni ha sostanzialmente triplicato il numero degli iscritti AIRE.” “Questo fondo – continua la Senatrice – servirà dunque a rafforzare i servizi consolari che dovrebbero essere il nostro biglietto da visita nel mondo e a rispondere alle esigenze dei nostri connazionali. L’obiettivo del provvedimento è di accorciare i lunghi tempi di attesa attuali che danneggiano chi vorrebbe rinnovare il passaporto, con appuntamenti che vengono assegnati dopo mesi o spesso non si riescono neanche a prenotare e di aumentare le risorse umane nei Consolati che ancora oggi soffrono di una grave carenza di personale.” L’approvazione del ddl 1210 recante “Disposizioni per il finanziamento di interventi volti al rafforzamento dei servizi consolari in favore dei cittadini italiani residenti o presenti all'estero è un piccolo grande risultato che grazie alla volontà e all’impegno del collega Onorevole Ricciardi e di tutto il gruppo del Partito Democratico diventa oggi realtà. “Il provvedimento – conclude la Senatrice – rientra nella quota di misure spettanti all’opposizione che ogni anno vengono approvate dalla Camera dei deputati. Auspico che questo meccanismo delle quote, non ancora presente al Senato, venga presto instituito in segno di rispetto e valorizzazione del lavoro delle opposizioni. Concludo sperando, non soltanto che questo provvedimento venga approvato al più presto all’unanimità, ma che si dia seguito a questa iniziativa approvando nella prossima Legge di Bilancio i miei emendamenti, e quelli del mio gruppo di appartenenza, per supportare il funzionamento dei servizi consolari nel mondo.”

PORTA (PD): ITALIA E BRASILE FACCIANO TUTTO IL POSSIBILE PER RENDERE OPERATIVO IL RINNOVO DELL'ACCORDO SULLE PATENTI DI GUIDA

(Comunicato stampa - 23 settembre 2024) - "Nonostante nel luglio scorso, in occasione della visita in Brasile del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, sia stato finalmente firmato il rinnovo dell'accordo per il mutuo riconoscimento delle patenti di guida tra i due Paesi (dopo un anno e mezzo dalla sua scadenza), le autorità diplomatiche hanno comunicato che sarà necessaria la ratifica da parte del Parlamento brasiliano di tale atto. Nonostante la frustrazione di quanti ritenevano che la vigenza dell'accordo sarebbe stata immediatamente successiva alla firma del rinnovo, compresa quella di chi come me si era prodigato con grande determinazione per giungere rapidamente a tale risultato, dobbiamo prendere atto di questo ulteriore passaggio istituzionale e per questo motivo ho già sensibilizzato formalmente il mio collega Presidente del gruppo di amicizia parlamentare Brasile-Italia, Eros Biondini, affinché possa sollecitare il Congresso brasiliano ad approvare con la necessaria urgenza tale convenzione bilaterale. Non è giusto fare attendere ulteriormente migliaia di persone e soprattutto lavoratori in attesa dell'approvazione di tale rinnovo. Contestualmente sto chiedendo al governo italiano che, nelle more di tale iter burocratico-istituzionale, possa essere consentito a quanti avevano a suo tempo beneficiato dell'approvazione dell'accordo di continuare a esercitare la loro facoltà di guidare gli automezzi nel nostro territorio nazionale".

IL DISCORSO DI KAMALA

Alla convention democratica di Chicago parole coraggiose e di speranza Potrebbe essere la figlia di una immigrata indiana e di un giamaicano la prima donna Presidente degli Stati Uniti. È stata proprio lei, Kamala Harris, a rivendicare orgogliosamente le sue origini all’apertura del discorso di investitura alla Convention democratica di Chicago che per acclamazione l’ha indicata come candidata e quindi sfidante di Donald Trump per la carica di Presidente della Repubblica. Un discorso appassionato e coraggioso, quello della Harris, che non ha evitato di marcare tutte le differenze dal suo combattivo rivale ma che al tempo stesso ha voluto parlare a tutti gli americani: “voglio che lo sappiate: prometto di essere Presidente per tutti gli americani. Potete sempre fidarvi di me, metterò il Paese al di sopra dei partiti e degli interessi personali. Manterrò sacri i principi fondamentali dell'America. Dello stato di diritto. Delle elezioni libere ed eque. Del trasferimento pacifico del potere. Sarò una Presidente che ci unisce attorno alle nostre aspirazioni più alte.” A colui che all’indomani dell’elezione di Joe Biden aizzava la folla all’assalto di “Capitol Hill” la candidata democratica ha risposto per le rime, rivendicando con forza il “pacifico trasferimento del potere.” “Donald Trump – ha ricordato Kamala Harris - ha cercato di buttare via i vostri voti. Quando ha fallito, ha mandato una folla armata al Campidoglio degli Stati Uniti, dove ha aggredito le forze dell'ordine. Quando i politici del suo stesso partito lo hanno implorato di richiamare la folla e di mandare i soccorsi, lui ha fatto il contrario. Ha alimentato le fiamme”. La più grande democrazia del mondo non può essere guidata da chi offende e sfregia la Costituzione, ed è questo il primo forte monito della Harris al popolo americano. Il secondo forte messaggio del discorso di investitura è stato invece rivolto alla “middle class”, alla grande classe media americana che sarà decisiva nelle prossime elezioni presidenziali; a questa America profonda ed estesa Kamala Harris promette di impegnarsi a costruire una “economia elle opportunità in cui tutti abbiano la possibilità di competere e di avere successo”. Esattamente il contrario di quanto propone Trump che, secondo la Harris, “non combatte per la classe media, ma per sé stesso e per i suoi amici miliardari.” Forte nel discorso della candidata democratica anche la difesa dei diritti civili, cavallo di battaglia dell’ex procuratrice della California, con un chiaro riferimento ai diritti delle donne e a tutte le conquiste sociali in campo educativo, sanitario ed ambientale. In campo internazionale, infine, la Harris ha confermato la politica del Presidente Biden a sostegno del diritto di Israele a difendersi, senza però tralasciare di denunciare “le sofferenze a Gaza” e di rivendicare il diritto del “popolo palestinese alla dignità, alla sicurezza, alla libertà e all'autodeterminazione.” Un’America che “nella lotta senza quartiere tra democrazia e tirannia, sa da che parte stare”, a differenza di quella di Trump che, secondo la Harris, “non riterrà mai gli autocrati responsabili, perché vuole essere un autocrate anche lui.” Questo il discorso di Kamala Harris, che nella migliore tradizione dei grandi leader democratici del Paese, ha voluto toccare nelle sue battute finali le corde sensibili del popolo americano: “In America ci prendiamo cura gli uni degli altri, ci preoccupiamo gli uni degli altri e riconosciamo che abbiamo in comune molto più di ciò che ci separa.” È questa l’America di Kamala, lontana anni luce da quella di Trump; un’America che unisce e non divide, che ama e non odia. Gli USA che per la prima volta nella storia potrebbero essere guidati da una donna.

PORTA (PD): DALL’INCONTRO A LIMA DEI GRUPPI PARLAMENTARI DI AMICIZIA, UN RINNOVATO FORTE IMPEGNO PER GLI ACCORDI BILATERIALI

Si sono conclusi a Lima i lavori dei gruppi di amicizia parlamentare Italia-Perù; la delegazione italiana guidata dal Presidente On. Manfred Schullian e composta dai parlamentari Fabio Porta, Ciro Maschio e Mario Borghese ha incontrato i colleghi del Congresso peruviano nel corso di una sessione bilaterale del gruppo di amicizia. Una particolare attenzione è stata data ad alcuni dei temi che da anni sono al centro della mia agenda parlamentare, in particolare all’accordo sulla sicurezza sociale e a quello contro le doppie imposizioni fiscali. Ho più volte ribadito di ritenere ingiusto, e anche illegittimo, che il Perù sia rimasto tra i pochi Stati dell’America Latina con cui l’Italia non abbia ancora stipulato accordi riguardanti le regole e le tutele fiscali e previdenziali. Ciò in considerazione del fatto che sono decine di migliaia le imprese e i cittadini italiani residenti in Perù e le imprese e i cittadini peruviani residenti in Italia che attendono da anni che i rispettivi governi avviino i negoziati e firmino finalmente le necessarie e importanti convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali e di sicurezza sociale per garantire al meglio i diritti e i doveri di persone e imprese che hanno svolto, svolgono e svolgeranno la loro attività nei nostri due Paesi. Nel corso della riunione bilaterale a Lima ho ricordato al Governo italiano che è venuto recentemente a cadere il motivo per cui il Perù era escluso dal novero delle convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali stipulate dall’Italia. Infatti, a partire dal 12 maggio 2022 anche il Perù finalmente è entrato a far parte ufficialmente della cosiddetta “White List” dei Paesi che attualmente sono impegnati a scambiare le informazioni fiscali con l’Italia. Ciò significa in pratica che l’Italia può avviare la fase negoziale con le autorità competenti del Perù al fine della stipula dell’importante convenzione contro le doppie imposizioni fiscali tra i due Paesi. Ho ritenuto opportuno ricordare al nostro Governo che l’assenza di una Convenzione contro le doppie imposizioni fiscali tra Italia e Perù ha creato problemi di potestà impositiva e di doppia tassazione per le numerose collettività di emigrati, lavoratori e pensionati e ha compromesso e limitato anche l’avvio di attività economiche e finanziarie di imprese italiane e peruviane con l 'applicazione incerta o penalizzante di norme che se invece fossero regolate da una convenzione eliminerebbero le doppie imposizioni sui redditi e/o sul patrimonio dei rispettivi residenti e contrasterebbero l'elusione e l'evasione fiscale . Ho ricordato inoltre che sono circa 40.000 i cittadini italiani residenti in Perù (senza contare naturalizzati e discendenti) e almeno 200.000 i cittadini peruviani residenti in Italia e sono migliaia le imprese italiane e peruviane che operano nei due Paesi sviluppando importanti dinamiche economiche, industriali e finanziarie; sono decine di migliaia gli italiani residenti in America Latina e i cittadini peruviani residenti in Italia i quali hanno versato contributi in Italia e in Perù prima dell’emigrazione e poi nei Paesi dove sono andati a vivere permanentemente, ma non possono far valere i loro diritti socio-previdenziali perché l’Italia non ha stipulato ancora con il Perù un accordo di sicurezza sociale. L’importante e consistente presenza di cittadini italiani in Perù e di cittadini peruviani in Italia privi di tutela previdenziale in convenzione, impone, se lo si ritiene un dovere di Paesi civili, la stipula di una convenzione bilaterale di sicurezza sociale (come è stato fatto con quasi tutti i Paesi di emigrazione italiana in America Latina) che tuteli adeguatamente questi lavoratori nell'ambito socio-previdenziale. Ho così approfittato dell’incontro dei due gruppi di amicizia parlamentare, al quale hanno partecipato i rappresentanti dei due governi, per ricordare che con il Perù sono stati avviati negoziati diplomatici per le eventuali intese bilaterali e predisposte le bozze degli accordi di sicurezza sociale che purtroppo fino ad oggi non hanno avuto seguito. È ovvio che i benefici che deriverebbero dalla vigenza di un accordo di sicurezza sociale sarebbero fruiti non solo dai lavoratori interessati ma anche dalle imprese italiane e peruviane che sono, tra l’altro, interessate ad evitare la doppia contribuzione (in Italia e all’estero) al fine di migliorare la propria competitività sul piano internazionale rispetto alle imprese di altri Paesi che invece beneficiano di analoghe convenzioni. Sono certo che a seguito dell’incontro di Lima, atteso da oltre un decennio, l’impegno dei governi italiano e peruviano per arrivare in tempi brevi alla firma di questi accordi sarà coerente con le legittime aspirazioni delle nostre collettività; in ogni caso continuerò nel corso di questa legislatura ad impegnarmi con persistenza e fermezza in questa direzione e vi terrò ovviamente aggiornati con tempestività su ogni eventuale sviluppo dei negoziati.

LA SENATRICE LA MARCA (PD) PARTECIPA ALL'ANNUALE RIUNIONE INTER-COMITES CANADA

Roma, 23.09.2024 - Venerdì, 20 settembre, la Senatrice La Marca ha partecipato all’annuale riunione "Inter-Comites Canada" svoltasi ad Ottawa alla presenza dell’Ambasciatore italiano in Canada, dei tre Consoli Generali (Toronto, Montreal e Vancouver), dei Presidenti Com.it.Es e Consigliere CGIE Canada. All’ordine del giorno, l’aggiornamento della situazione dei Com.it.Es in Canada e le iniziative realizzate e in corso di realizzazione, la promozione della lingua e cultura italiana, la situazione della rete dei servizi consolari e dei servizi alla Comunità italiana in Nord e Centro America. “Colgo l’occasione di questa riunione per porre l’attenzione sulle difficile situazione che stanno vivendo molti dei nostri Enti promotori in Canada, in seguito all’approvazione della circolare 4 del 2022, circolare che modifica i criteri di finanziamento di quest’ultimi creando notevoli disagi. Ho comunicato più volte – continua la Senatrice – direttamente al Ministro Tajani, la necessità di modificare la circolare soprattutto la parte che riguarda i progetti e i criteri per attingere ai finanziamenti, ma fin qui non vi è stato alcun intervento da parte del Ministero degli Esteri in merito.” "Riguardo il reciproco riconoscimento delle patenti di guida con le province canadesi dell’Ontario e la British Columbia, ho presentato un'ulteriore interrogazione (potete leggerla qui: https://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=19&id=1423205)

alla quale pero i Ministri Salvini e Tajani non hanno ancora risposto. Per quanto riguarda invece il Quebec, sto lavorando assiduamente insieme al Console Generale a Montreal, la presidente del Comites Montreal e la delegata del Quebec a Roma per arrivare ad una soluzione “politica”." "Sempre al Ministro Tajani, in più occasioni, ho riportato anche la necessità di semplificare il sito Prenot@mi, piattaforma che risulta ancora troppo complicata per i nostri connazionali che andrà necessariamente rivista nell'interfaccia e nelle modalità di utilizzo." “In chiusura, non si ferma il mio impegno sul riacquisto della cittadinanza italiana. Sto sollecitando la Prima Commissione del Senato ad avviare l'iter di discussione sui miei ddl incardinati e auspico un prossimo sviluppo. Il riacquisto della cittadinanza italiana e la diminuzione delle spese per le istanze collegate alla procedura sono una necessità da troppo tempo trascurata. Questo Governo continua ad osteggiare l'approvazione di queste misure ma il mio impegno non si ferma! (Qui trovate il testo del ddl: https://www.senato.it/loc/link.asp?tipodoc=sddliter&leg=19&id=58450 “Ringrazio l’Ambasciatore Ferrari per aver organizzato questo momento di confronto cosi importante con le rappresentanze delle nostre collettività per fare il punto sui temi di maggiore rilievo per noi italiani in Canada e cercare di arrivare insieme a delle soluzioni alle criticità”.

DAL TERRITORIO NISSENO

SICILIA, LA MINIERA BOSCO VERRÀ BONIFICATA E RIATTIVATA DOPO 30 ANNI: GLI SCARTI SARANNO UTILIZZATI PER I MEZZI SPARGISALE

di Alan Scifo | 21 Settembre 2024 Chi arriva al suo cospetto si ritrova ai piedi di una grande montagna. Ma quella montagna non è che un ammasso di residui derivanti dall’estrazione di sali potassici che sono rimasti lì dopo la chiusura della miniera Bosco a Serradifalco, nel cuore della provincia di Caltanissetta. Tre milioni di metri cubi di sali potassici che adesso scompariranno perché si è compreso, dopo trent’anni di stop, che sia la kainite (sali potassici usati come fertilizzanti) sia questi residui hanno ancora mercato. A fiondarsi sull’opportunità è stata la società Gmri Srl che ha svolto dei carotaggi nei luoghi della miniera e poi si è rivolta alla Regione Siciliana per investire sul territorio, portando sul piatto 11 milioni per ridare vita a un luogo che oggi è una bomba ecologica e ammorba l’aria dei cittadini di San Cataldo e Serradifalco. Oltre all’ammasso salino, per cui è stata ribadita la sua non tossicità (ma che comunque ha un forte impatto ambientale su un territorio che un tempo era un immenso bosco), nello stesso luogo ci sono, infatti, migliaia di metri quadrati di lastre di amianto dannose per i paesi dell’area interna di Caltanissetta. I danni per la salute continuano ancora oggi e l’associazione “No Serradifalko” da tempo denuncia un alto tasso di tumori nella zona. “Da dieci anni lottiamo contro l’inquinamento – spiega Marcello Palermo, presidente dell’associazione – e il risultato della riapertura, che coincide con una bonifica dei luoghi, è un giorno storico per i nostri comuni e per il futuro di questi territori. Abbiamo operato nella prevenzione ma anche nel far comprendere come sia necessario avere risposte concrete ai tanti casi di tumore del nostro territorio”. Con il nuovo corso annunciato dalla Regione, in una conferenza con la società interessata, la zona verrà interamente bonificata dal sale e dall’amianto. Oltre alla montagna di residui di sali potassici, che verranno utilizzati a livello industriale e per i mezzi spargisale, verranno smaltite le lastre di amianto sgretolatesi dal crollo dei capannoni a causa della mancata bonifica avvenuta dopo la chiusura della miniera, attiva fino alla fine degli anni Ottanta. Un disastro annunciato: un copione che riguarda tutte le miniere siciliane, chiuse e mai bonificate. Oggi, con nuove norme, dopo la costruzione di un impianto per la lavorazione del materiale, non spariranno solo gli scarti ma la miniera verrà riaperta per l’estrazione della kainite. Fino a qualche anno fa il mercato di questo minerale era dominato da Russia e Bielorussia, ma la guerra ha portato al blocco dei due Stati e alla riapertura del mercato, oggi appannaggio di Germania e Israele. La provincia di Caltanissetta, un tempo cuore pulsante in questo settore, potrebbe così avere una rinascita: oltre alla miniera Bosco, infatti, la Regione ha ricevuto richieste per la concessione di altre due miniere, a Mussomeli e a Milena, tutti territori che alla chiusura degli impianti hanno subito uno spopolamento costante: Milena, ad esempio, negli ultimi 50 anni ha dimezzato i suoi abitanti. Il nuovo corso, stando agli addetti ai lavori, potrebbe portare circa 400 posti di lavoro, ridando nuova linfa occupazionale ai Comuni vicini come San Cataldo, nella top ten dei primi dieci paesi italiani per emigrazione all’estero. Le previsioni parlano di almeno 15 anni di lavori e nuove prospettive per il territorio. FONTE: il fatto quotidiano - https://www.ilfattoquotidiano.it/