IL MOTIVO DELLA CREAZIONE DEL MUSEO DELL'IMMIGRATO ITALIANO MANUEL BELGRANO.
L'immigrazione italiana fu una delle più consistenti in Argentina. Le ragioni di questo fenomeno sono molteplici: La motivazione nell'uomo di popolare il mondo muovendosi dall'inizio di un da un posto all'altro alla ricerca di posti migliori in cui vivere, guerre, povertà, problemi sociali e politici; e senza dubbio la volontà di questo paese di accoglierli come Il preambolo della Costituzione Argentina recita:
“a tutti gli abitanti del mondo che vogliono abitare il suolo argentino." Un'idea comune univa la moltitudine degli immigrati italiani: lavorare, lavorare fino alla fine. fatica. Contadini, operai in tutti i settori, artigiani, artisti, sarti, parrucchieri, muratori, calzolai, falegnami, ebanisti, commercianti, industriali, professionisti di ogni genere e scienziati. Tutti hanno contribuito alla crescita di questo paese benedetto. Come abbiamo detto, lavorare per guadagnare il sostentamento della famiglia, però si erano impoati con un obiettivo molto importante: l'istruzione dei figli. Senza dubbio Florencio Sánchez, nella sua opera “Mio figlio, il medico”, ha riassunto meglio di chiunque altro il raggiungimento di questo obiettivo. I suoi figli hanno portati dall’Italia, come quelli nati qui, hanno dovuto studiare molto; allo stesso modo non solo i medici, ma anche economisti, ingegneri, avvocati, architetti e altre specialità, hanno cambiando il profilo sociale delle famiglie immigrate, offrendo al Paese professionisti che accelerarono ulteriormente lo sviluppo dell'Argentina. Questa nuova concezione dell'immigrato con i bambini argentini ci ha incoraggiato, così che il museo dell'immigrazione si chiamerà Manuel Belgrano, poiché il padre di questo illustre patriota, Domingo Belgrano era un immigrato italiano. Prof. Dott. José Napoli (FONTE: buletin cultural italiano)TRADUZIIONE DI SALVATORE AUGELLO
QUI DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE IN SPAGNOLO EL PORQUE DE LA CREACIÓN DEL MUSEO DEL INMIGRANTE ITALIANO MANUEL BELGRANO.
La inmigración italiana fue una de las más numerosas que llegaron a la Argentina. Múltiples fueron los motivos de este fenómeno: La motivación en el hombre en poblar el mundo desplazándose desde el inicio de un lugar a otro buscando mejores lugares para habitar, las guerras, la pobreza, problemáticas sociales y políticas; y sin lugar a duda de la voluntad de este país para recibirlos como reza el preámbulo de la Constitución Argentina: “a todos los habitantes del mundo que quieran habitar el suelo argentino”. Una idea común unía a la multitud de inmigrantes italianos: trabajar, trabajar hasta el cansancio. Campesinos, trabajadores manuales en todas las áreas, artesanos, artistas, sastres, peluqueros, albañiles, zapateros, carpinteros, ebanistas, comerciantes, industriales, profesionales de todo tipo y científicos. Todos contribuyeron al crecimiento de este bendito país. Cómo decíamos, el trabajo para ganar el sustento de la familia, pero un objetivo muy importante se habían impuesto: la educación de los hijos. Sin lugar a dudas Florencio Sánchez, en su obra M’ hijo el dotor, resumió como nadie la concreción de este objetivo. Sus hijos traídos de Italia como los aquí nacidos, muchos debieron estudiar; de esa manera no sólo médicos, sino también economistas, ingenieros, abogados, arquitectos y otras especialidades, fue cambiando el perfil de las familias de inmigrantes, ofreciendo al país profesionales que aumentaron aún más el desarrollo de la Argentina . Esta nueva conjunción del inmigrante con los hijos argentinos nos impulsó, para que el museo del inmigrante se llamara Manuel Belgrano, ya que el padre de este ilustre patriota, Domingo Belgrano había sido un inmigrante italiano. Prof. Dr. José Napoli