LE PRIME MODIFICHE

(Salvatore Augello) - Il decorso degli eventi, portò alla considerazione che occorreva provvedere ad alcune modifiche che rendessero più agevole le provvidenze previste in favore degli emigrati. Non ci furono subito interventi relativi alla questione dei mutui agevolati, che come abbiamo detto, erano altamente inappetibili, per cui non vennero utilizzati.

I rientri che si erano registrati, avevano messo a nudo alcune problematiche di grande rilievo, quale ad esempio il reinserimento scolastico dei ragazzini rientrati, che a causa ella cattiva conoscenza della lingua, trovavano difficoltà ad inserirsi, rischiando l’isolamento. Altra problematica, già evidenziata dal comitato per l’emigrazione di Caltanissetta, fu quella relativa alla necessità di dare una prima infarinatura linguistica alle nuove generazioni che pensavano di emigrare e che dovevano confrontarsi con le nuove realtà cui andavano incontro. Si arrivò quindi alla legge n° 93 del nove maggio 1981, che in sette articoli, apportò le prima modifiche alla 55/80. Con il primo articolo, si intervenne sulla questione scolastica, andando a modificare l’art, 23 e prevedendo ala lette d la possibilità di “informazione ed aggiornamento linguistico e culturale a favore degli emigrati rientrati o di quanti intendano emigrare e dei loro familiari”. Questa modifica aprì la possibilità di organizzare corsi di sostegno scolastico per i bambini che dovevano essere inseriti nelle scuole siciliane. L’USEF, in quella occasione, utilizzando tale norma, organizzo corsi di sostegno scolastico a Ribera ed a Favara, utilizzando sia fondi regionali, che fondi della provincia regionale di Agrigento. Stesso intervento venne programmato dal Provveditorato agli studi di Agrigento, che organizzò corsi di recupero nelle scuole ove maggiore era la presenza di alunni rientrati da altre parti dell’Europa. Non si organizzarono corsi per chi intendeva emigrare e in seguito, nessuno si occupò più di questa norma, salvo a riprenderla nella prima metà degli anni 90, quando fu possibile organizzare, corsi di sostegno scolastico per i figli degli immigrati, che cominciavano ad affollare le scuole palermitane. Con i successivi articoli, si intervenne in due direzione ugualmente importanti. Con l’art. 3 si faceva un investimento in direzione della democrazia, rendendo possibile per gli emigrati la possibilità di potere partecipare alle elezioni comunali, provinciali e regionali. A tale fine venne prevista la corresponsione di un contributo a mo di rimborso spese, per quanti, iscritti nelle liste elettorali per gli italiani all’estero, venivano a votare. Un contributo che doveva restare in piedi fino a che lo Stato non avesse legiferato per conto proprio in materia. Non erano grandi cifre, ma solo un segnale che veniva dato agli emigrati, che rientrando per adempiere al proprio dovere di elettori, avrebbero avuto la possibilità di percepire £. 100.000 se rientravano dai paesi europei esclusa la Gran Bretagna; £ 150.000 per quelli provenienti dalla Gran Bretagna e £ 250.000 per chi rientrava da paesi extraeuropei. Non era gran che, come abbiamo detto, ma vleva essere un segnale, che venne subito ripreso da altre regioni meridionali. Il secondo segnale, riguardava i mutui, in direzione dei quali la Regione stabiliva con l’art. 4 della detta legge n° 93/81, che in deroga a tutte le norme nazionali, regionali e delle stesse banche, era possibile, restando nell’ambito delle somme previste, finanziare l’intero importo della struttura o dell’iniziativa. All’art. 5, invece, si stabiliva che pere le provvidenze previste, ossia i mutui agevolati, la regione prevedeva un finanziamento di £ 600 milioni per il 1981 e di £ 900 milioni per il 1982, che doveva corrispondere al limite ventennale di impegno che assumeva la regione. Un limito, che negli anni passati è stato rispettato ed ha permesso di continuare ad erogare i mutui, anche quelli relativi alla prima casa. Da oltre cinque anni, invece, a proposito di legge dimenticata, tali somme non sono più state inserite in bilancio, per cui, mentre òla parte di legge relativa ai mutui per attività economica continua a funzionare, perché legata ad un fondo di rotazione, quella relativa ai mutui casa è ferma da anni. Le associazioni stesse, hanno difficoltà a consigliare gli emigrati a richiedere tale mutuo, perchè debbono subito informare l’interessato, che anche ad avere i requisiti, non potrà accedere a niente per mancanza di fondi. Gli stessi uffici, che prima certificano i requisiti, che erano il documento base per accedere alle banche che avrebbero materialmente istruito la pratica fino ad esito finale, oggi hanno cambiano l’informazione, dicendo che al momento non è possibile procedere per mancanza di fondi, per cui la parte di legge relativa non è operativa. Non ci vuole molto a capire quale sia stata e quale sia oggi la tensione e l’attenzione che la politica ha riservato ai siciliani all’estero. In un secondo intervento, operato con la legge n° 63 del 14 giugno 1983, l’Assemblea regionale, su sollecitazione della sinistra e su disegno di legge dell’allora On. Federico Martorana, apportò una ulteriore modifica alla legge 55/80, prevedendo in 4 articoli, la estensione del contributo elettorale anche pere le elezioni politiche del 1983, elevando per l’occasione il limite del contributo a £.250.000 per gli emigrati che provenivano dall’Europa e £ 500.000 perr quelli che provenivano dai paesi extraeuropei. Si direbbe un ulteriore investimento in direzione della democrazia, che in ogni caso non mancò di creare invidie e gelosie all’estero, tra gli emigrati di altre regioni, così come non mancò chi cercò di organizzare pullman per portare gli emigrarti a votare. Interventi, che in ogni caso, non intaccavano l’impianto della legge, che invece, per le novità che nel frattempo erano maturate in Europa e in l’emigrazione in genere, ormai abbisognava di un intervento più radicale, capace di incidere nella vecchia legge, dando risposte organiche e soddisfacenti alle nuove esigenze, ma anche a tutta la materia relativa ai mutui. Intervento che si fece alla fine nel 1984, quando venne promulgata la legge n° 38 del 6 giugno 1984. A giudicare dalle date che si aggirano sempre tra il mese d maggio o quello di giugno, in maggioranza, si direbbe che a rendere possibili le modifiche, sia stata la pressione inevitabile che si crea alla vigilia di ogni vicenda elettorale. (continua/4)