C’è voglia di informazione, tra i giovani siciliani, in tema di alimentazione e agricoltura. Sia pur con molte contraddizioni, si registra un interesse crescente per il rapporto tra qualità del cibo e salute. È quanto emerge dall’indagine, realizzata dall’Istituto Nazionale di Ricerche DEMOPOLIS per conto dell'Assessorato Regionale all'Agricoltura, sulle dinamiche e le tendenze di consumo alimentare degli studenti siciliani di età compresa tra i 13 ed i 19 anni.

I risultati della ricerca sono stati presentati questa mattina a Palermo nel corso di un incontro cui hanno preso parte l'assessore regionale all'Agricoltura Giovanni La Via, il nutrizionista Giorgio Calabrese e il direttore dell’Istituto Demopolis, Pietro Vento. “Il tema dell’alimentazione - ha detto l’assessore La Via - ha un ruolo centrale per promuovere un’effettiva e diffusa tutela della popolazione ed è uno dei temi fondamentali su cui bisogna impegnarsi quotidianamente per costruire un reale e sostanziale miglioramento della qualità della vita. Per questo motivo, l’assessorato, ormai da tempo, ha promosso diverse iniziative con particolare riferimento ai giovanissimi e ai giovani. I risultati dell’indagine ci dicono che aumenta l’interesse per il rapporto tra qualità del cibo e salute anche se c’è scarsa conoscenza di quali siano i nostri prodotti e quindi dobbiamo, ancora di più, lavorare per trasferire le nostre conoscenze e competenze nel campo agroalimentare ai giovani. E’ chiaro - ha concluso l’assessore - che noi possiamo fare solo una parte del lavoro, l’altra compete alla scuola. Ecco perché, in tutte le iniziative che l’assessorato ha promosso in questi anni, al nostro fianco c’è sempre l’Ufficio scolastico regionale”. “L’indagine - ha affermato il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento - mette a fuoco il vissuto e gli stili di vita dei ragazzi nell’Isola, il loro rapporto quotidiano, spesso controverso, con il cibo. In pochissimi cucinano, solo un terzo contribuisce alla scelta dei prodotti che si consumano tra le mura domestiche, preferendo in genere delegare alla famiglia. La ricerca dell’Istituto Demopolis rivela una chiara ambivalenza tra i giovani siciliani che, pur consumando fuori dai pasti principali merendine, patatine, snack dolci e salati, restano saldamente attaccati alla tradizione di casa, soddisfatti di quella cucina che, a pranzo e a cena, nelle case siciliane continua ad offrire una varietà di prodotti, ingredienti, sapori e profumi che raramente si trovano sulle tavole di altre regioni europee. Ma della gastronomia locale, i ragazzi conoscono i piatti, non la loro composizione. Per molti, le scelte alimentari rimangono una funzione affidata ai genitori e spesso scontata, sulla quale - ha concluso Pietro Vento - si interrogano molto meno che per l’acquisto di un capo d’abbigliamento o di un bene tecnologico”. I pasti principali, secondo la ricerca Demopolis, si consumano per lo più in casa. Più di un quarto degli studenti salta la colazione al mattino; e il 69% di chi la fa, ci mette meno di 5 minuti. Pane, pasta e carne sono gli alimenti più consumati, a pranzo e a cena. Le verdure non sono amate dai più giovani, il 32% non mangia quasi mai la frutta. E, potendo scegliere, gli studenti incrementerebbero il consumo di pizze e dolci. Diffuso e senza regole è - secondo i ricercatori di Demopolis - l’uso di bibite gassate (69%), birra (29%) e superalcolici (17%), soprattutto nei weekend e in occasione del rito dell’aperitivo. Consuma spesso bevande alcoliche il 21% del campione, qualche volta il 54%. E, fuori dai pasti, come i coetanei di qualunque altra regione, tanti spuntini, davanti alla TV o al PC, studiando o navigando in Rete: merendine, snack, patatine, panini farciti. Per il nutrizionista Giorgio Calabrese la ricetta è chiara. “Favorire - spiega - la dieta mediterranea nella quale ci sia una grande rappresentanza di prodotti ortofrutticoli e animali che abbiano le capacità nutrizionistiche del bioclima siciliano ricco di antiossidanti. Se si mangia meglio, si vive meglio”. “Il 46% del campione intervistato dall’Istituto Demopolis - ha detto Pietro Vento - si dichiara insoddisfatto del proprio peso, percentuale che sale al 55% nel segmento femminile del campione. Un terzo dichiara di fare costante attenzione alle calorie e di misurare le porzioni. Il 41% ha già seguito una dieta, scelta spesso senza il consiglio di un medico. Quasi l’80% ritiene, comunque, che scegliere cibi sani e prodotti del territorio possa migliorare l’aspetto fisico e la salute”. Tante contraddizioni, nell’era della globalizzazione alimentare. Gli studenti – secondo l’indagine Demopolis – affermano di voler consumare più prodotti locali, ma chiamati a identificare le produzioni dell’Isola, citano a maggioranza solo le arance, la ricotta, i fichi d’india e l’olio extra vergine. Poco più di un terzo segnala l’uva o il pistacchio; appena il 17% i capperi. Il 15%, alquanto confuso, riconduce alle tradizioni siciliane rucola e parmigiano. Alla progressiva omogeneizzazione dei consumi fra le giovani generazioni si accompagna dunque una non adeguata conoscenza delle produzioni agricole tradizionali. Tuttavia, gli studenti siciliani dimostrano una preparazione, cresciuta nell’ultimo triennio, e una sensibilità sulle tematiche dell’agroalimentare superiori alla media dei coetanei italiani. Più del 50% degli intervistati avrebbe voglia di riscoprire il legame con il territorio e la tradizione, per un’alimentazione più genuina e consapevole. Il 72% degli studenti dell’Isola dichiara, con convinzione, che vorrebbe saperne di più sulle produzioni agroalimentari siciliane di qualità. L’indagine, diretta e coordinata da Pietro Vento con la collaborazione di Maria Sabrina Titone, Giusy Montalbano e Marco Tabacchi, è stata condotta dall’Istituto Nazionale di Ricerche emopolis su un campione di 1.280 intervistati, rappresentativo dell’universo degli studenti siciliani di età compresa fra i 13 ed i 19 anni, stratificato per classi di età, sesso, ampiezza demografica del comune, area di residenza e tipologia dell’istituto scolastico frequentato. (Fabio De Pasquale)