(Agostino Spataro) - Per rappresentare l’attuale situazione politica alla Regione siciliana si potrebbe prendere in prestito il titolo di una celebre opera shakesperiana: la commedia degli equivoci. Le due trame non hanno nulla in comune, tuttavia il finale potrebbe essere, per entrambe, a lieto fine. A Palermo il governatore Lombardo è tornato alla carica contro suoi assessori e alleati del PdL,

ma anche questo “scontro” sembra destinato ad essere archiviato senza conseguenze politiche e rubricato nella categoria degli “equivoci”. Vedrete, come per altre precedenti disfide, tutto sarà chiarito e aggiustato. Magari a Roma, secondo i canoni della moderna “autonomia”. Un po’ come succede nell’opera di Shakespeare dove il protagonista, il siracusano Egeone, condannato a morte a causa di un groviglio di false identità alla fine si salverà dimostrando ch’erano solo equivoci, per l’appunto. E tutti vissero felici e contenti. Da notare- per inciso- come questo, ulteriore riferimento di Shakespeare alla Sicilia potrebbe avvalorare l’ipotesi, avanzata da Martino Iuvara, di una sua origine siciliana. Ma andiamo alla Regione siciliana, ancora senza bilancio e con tanti gravissimi problemi insoluti, dove continua questa sorta di gioco delle parti, anche nel nuovo scontro scoppiato all’interno del governo e della maggioranza di centro-destra. E non su questioni politiche, d’indirizzo, ma su due punti nodali per il controllo clientelare, elettorale della spesa regionale: la formazione professionale e il piano casa. Nei mesi scorsi, il conflitto s’era aperto sul riordino della spesa sanitaria, sul futuro degli Ato rifiuti, sugli inceneritori, ecc. “Molto rumore per nulla” si potrebbe dire con Shakespeare. (altra commedia ambientata a Messina!) Infatti, a parte qualche lieve modifica nella sanità, per il resto tutto è fermo. Non si registrano novità, cambiamenti che giustifichino tanto clamore. Solo riforme annunciate, servizi che non funzionano e…due integerrimi funzionari regionali puniti, in modo esemplare, per essersi attenuti alle norme di legge in materia d’impatto ambientale. In una regione dove le promozioni fioccano senza alcun criterio meritocratico, ai pochi che osano fare il loro dovere di pubblici funzionari punizioni, perché tutti capiscano. Un fatto gravissimo che- spiace rilevarlo- non ha fatto scattare una reazione decisa da parte dei partiti e dei sindacati e, nemmeno, da parte dei tanti movimenti ambientalisti che hanno utilizzato le coraggiose posizioni dei funzionari puniti per motivare le loro iniziative contro la realizzazione dei quattro mega-inceneritori. Perciò, si può parlare di commedia, di furbizie e di giochetti di corto respiro. Almeno in questa prima fase di governo, nella strategia di Lombardo non si rilevano concreti elementi di rottura col passato e di autentico cambiamento di metodi e d’indirizzi. Si continua a sopravvivere sulla base di ammiccamenti a sinistra e nuovi accordi a destra, magari con qualche tiro talvolta azzardoso sempre però riconducibili nell’alveo dell’alleanza di centro-destra cui sembrano condannati i tre partiti che la compongono. Anche nei momenti più drammatici hanno sempre trovato un tavolo (o più d’uno) per chiarire gli “equivoci” e ricomporre conflitti che parevano insanabili, magari per mezzo di sostanziose compensazioni riparatrici. Questo è accaduto fino ad oggi e all’orizzonte non s’intravedono segnali di una più salda e duratura coesione della maggioranza né di un ribaltamento della situazione politica e di governo. Questo tira e molla potrebbe, dunque, durare per altri 4 anni. Una lettura differente sta più in cielo che in terra, cioè nel mondo dei desideri e delle pie illusioni. Anche perché – ormai dovrebbe esser chiaro- lo scontro che periodicamente si combatte alla regione non è fra cambiamento e conservazione, ma è per la mera re-distribuzione del potere affaristico e clientelare fra le diverse componenti del centro destra. Non c’è dubbio che lo sbarco a Palermo di Raffaele Lombardo, espressione del blocco di potere catanese, ha scombinato molti equilibri ed interessi consolidati nel tempo. In tempi di vacche magre, è duro per Udc e PdL fare spazio al nuovo arrivato portatore di un disegno molto ambizioso che per affermarsi deve erodere la base elettorale dei due alleati/concorrenti e dello stesso Partito democratico che, talvolta, sembra cavalcare la tigre del cambiamento accovacciandosi in groppa (alla tigre), dietro di Lombardo. Spazio vitale, dunque, che il governatore è deciso a conquistare con ogni mezzo, a Palermo e in tutte le nove province dell’Isola. Specie alla vigilia d’importanti scadenze elettorali (europee e amministrative) nelle quali il suo Mpa, per contarsi, ha deciso di correre da solo. Correrà da solo Lombardo, ma sempre vincolato agli accordi strategici con Berlusconi e con Bossi e, nonostante le polemiche, anche con l’Udc di Casini e di Cuffaro. Ecco, dunque, il grande equivoco che permane nella situazione politica siciliana che se non eliminato potrebbe trascinarsi per l’intera legislatura con esiti logoranti per i partiti e le istituzioni e deludenti per l’insieme delle forze sane e produttive dell’Isola. Il tempo sembra lavorare per il Mpa il quale, sotto le bandiere dell’autonomia (che in Sicilia c’è da 62 anni!!!), nasconde un disegno di potere ambizioso, anche se poco originale giacché ripropone i metodi del peggior doroteismo democristiano. Giudizio esagerato? Ciascuno può verificarlo da se. Basta guardarsi intorno e cercare, ai diversi livelli d’amministrazione, le differenze di comportamento tra i rappresentanti di MpA e degli altri partiti di governo. Difficile trovarne qualcuna.Â