(Salvatore Augello) - Con il seguente laconico comunicati stampa, Lombardi manda a casa il suo governo.

“LOMBARDO: AZZERATA LA GIUNTA. NUOVO GOVERNO ENTRO 48 ORE PALERMO -

 “Ho invitato gli assessori della mia Giunta a presentare le dimissioni. Si riparte da capo. Con una nuova Giunta per l’autonomia e per lo sviluppo. Entro le prossime 48 ore la Sicilia avrà un nuovo Governo” Lo ha dichiarato il Presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, nel corso di una conferenza stampa a Palazzo d’Orleans. Lombardo ha detto che il nuovo esecutivo si caratterizzerà per un programma essenziale.

Un Governo che vedrà la luce “con l’appoggio di quei partiti o di pezzi di partiti che condivideranno il nostro programma”, ha sottolineato lo stesso Lombardo. “Non intendo ribaltare le alleanze politiche - ha sottolineato il Presidente - ma non posso considerare alleati coloro i quali, pur facendo parte della maggioranza, hanno sviluppato in aula e fuori un’oggettiva azione di opposizione al mio Governo” Quanto al programma, il Presidente Lombardo ha detto che si ispirerà alla filosofia della riforma della sanità. Tra i punti qualificanti, la battaglia per ottenere da Roma le accise petrolifere, lo snellimento della burocrazia, l’attuazione del Piano energetico regionale, la riforma degli Ato rifiuti e il rilancio dell’agricoltura e l’attuazione di politiche sociali per fronteggiare la crisi economica che oggi colpisce ampi strati della popolazione siciliana.(g.a.)” Una vecchia massima dice “tanto tuonò che piovve”. Sono mesi ormai, che all’interno della maggioranza ci sono fibrillazioni di vario tipo. Assessori che non firmano, attacchi verbali in campagna elettorale da parte di assessori contro il governo Lombardo, attacchi anche pesanti da parte di FI, minacce di abbandono da parte dell’UDC, contrasti pesanti tra la presidenza dell’Assemblea Regionale Siciliana e quella della Regione. Tutti elementi che non hanno certo giovato al buon andamento del lavoro del governo, che si è trovato con una regione che certamente non nuota nell’ora, con una regione che non ha saputo utilizzare i piani comunitari tanto da essere in ritardo con i programmi di spesa. Una regione appesantita da una serie di sovrastrutture, che lungi dal risolvere i problemi li ha aggravati, a danno dei contribuenti che si sono di colpo trovati con bollette di servizi come acqua e rifiuti solidi urbani raddoppiate, con a fronte un notevole peggioramento dei servizi, ci riferiamo all’invenzione cuffariana degli ATO. Non parliamo poi del settore sanitario, dove all’insegna del rigore, giusto ed auspicabile, si sta vanificando il diritto alla salute da parte degli utenti che spesso si trovano a dovere scegliere tra il comprare una medicina con ricetta e con un ticket superiore al prezzo della medicina stessa ed il prenderla direttamente a pagamento spendendo meno. Una questione, quella della sanità, che ancora aspetta una soluzione che aggredisca gli sprechi là dove realmente sono e che migliori sia il servizio che le prestazioni, che annulli le lunghe liste di prenotazione, che garantisca la salute di tutti i cittadini, che deponga a favore della struttura pubblica, potenziandola e non tagliando solamente posti letto e personale. Qualcuno potrebbe dire, che siamo di fronte ai soliti sproloqui di una campagna elettorale, quindi per tirare acqua al proprio mulino, ognuno spara contro l’altro cercando di convincere la gente a votare, ma non pare si tratti proprio di questo, anche se ne è una parte non determinante. Si tratta invece della situazione ibrida che si è venuta a creare in Italia e quindi anche in Sicilia, di alleanze che si compongono e si scompongono a seconda delle singole situazioni e del tipo di elezione, per cui alle amministrative forze che magari si trovano nella colazione di governo, nei comuni fanno parte di coalizioni diverse o di liste contrapposte tra di loro. In tutto questo, la vicenda elettorale europea influisce non poco, per il fatto che l’MPA si ritiene penalizzato della legge che prevede lo sbarramento del 4%, così come, Lombardo ha dovuto pigliare atto che il governo Berlusconi ha tolto molto alla Sicilia, oltre ad avere ancora ritardi nell’assegnazione dei fondi FAS. Insomma, la Sicilia continua ad essere terra di nessuno ed a poco vale la battaglia dell’opposizione anche se serrata, poiché anche nell’opposizione qualche problema c’è. In definitiva oggi ci troviamo in procinto di una crisi di governo, che potrebbe rientrare subito dopo le elezioni, dopo avere in qualche modo appianato le rotture interne e dopo avere soddisfatti gli appetiti di qualche corrente della maggioranza. Se così è, avremo solo assistito ad un Lombardo che mostra i muscoli alla sua maggioranza, proiettando il suo sguardo a Roma, per poi fare rientrare la crisi, dopo avere ottenuto una sorta di cessate il fuoco, una tregua che consenta al governo di lavorare e che calmi i bollenti spiriti di alleati nemici, sempre pronti a muovere all’attacco. Oppure Lombardo fa sul serio e la Sicilia ridiventa un laboratorio sperimentale e cercherà di imbarcare il PD nella soluzione di una crisi politica, che lascia pesanti segni sul tessuto politico e sociale della nostra terra. In tutto questo, la paralisi almeno parziale è d’obbligo e quindi tutti i problemi aperti debbono ancora aspettare, così come devono aspettare i siciliani all’estero per avere una politica degna di questo nome, che si rivolga a loro con la giusta attenzione che meritano. Staremo a vedere che cosa ci riserbano i prossimi giorni. Salvatore Augello