“Non andrò giovedì alla seduta del consiglio comunale di Caltanissetta in cui si discuterà sulla costituzione ed operatività delle associazioni antiracket nel territorio di Caltanissetta. Non ci andrò perché ritengo che la politica non debba in alcun modo mettere il cappello a questa o a quella associazione”.

Lo dichiara l’assessore regionale all’Industria, Marco Venturi, precisando la sua posizione in merito alla discussione che il consiglio comunale si appresta a fare su due associazioni antiracket, quella fondata da Confindustria Caltanissetta, e la “Rosario Livatino”. Venturi ha contribuito, sia nella sua veste di imprenditore che ha denunciato il racket, sia come presidente della Camera di commercio, al lungo e delicato lavoro sottotraccia che ha portato alla nascita dell’”associazione antiracket” di Caltanissetta. Un’operazione laboriosa in cui ha lavorato gomito a gomito con Confindustria Caltanissetta guidata da Antonello Montante (oggi delegato per la legalità di Confindustria nazionale), e con la Federazione antiracket italiana, guidata da Tano Grasso, a cui l’associazione aderisce. “Il modello a cui ci ispirammo – ha affermato Venturi – è quello di Gela. L’obiettivo era, ed è, quello di convincere gli imprenditori a denunciare il racket. Abbiamo lavorato tanto prima di annunciare, circa un anno fa, la nascita dell’associazione ed avviare la fase operativa. Tra i punti fondamentali, che l’associazione è apartitica, deve essere costituita solo da imprenditori e commercianti e non ci devono essere Enti pubblici, comune, provincia, regione etc. L’obiettivo - ha proseguito l’assessore - è convincere gli imprenditori a denunciare, assisterli nel loro rapporto con le forze dell’ordine e successivamente costituirsi parte civile nei processi. Non parteciperò dunque in ogni caso – ha conclude Venturi – ad assemblee che tendono a strumentalizzare un argomento così importante e delicato”. (Salvatore Wladimir Pantaleone)