di Agostino Spataro* Agli inizi del fenomeno migratorio verso l’Italia, (anni ’70 del ‘900), il PCI aveva elaborato una seria politica per l’immigrazione (oltre che per l’emigrazione italiana nel mondo) che nel 1981 formalizzò mediante la seguente proposta di legge presentata alla Camera dei Deputati:

OGGI IL CONTESTO POLITICO NAZIONALE E INTERNAZIONALE E’ MUTATO E OCCORRONO NUOVI STRUMENTI D'INTERVENTO, TUTTAVIA I VALORI E CERTI PROBLEMI RESTANO. L’IMMIGRAZIONE E’ NECESSARIA, MA VA ACCOLTA NELLA SOLIDARIETA’ E NELLA LEGALITA’, NEL RISPETTO DEI DIRITTI E DEI DOVERI SANCITI NELLA COSTITUZIONE, COME RICHIESTO CON LA NOSTRA PROPOSTA DI LEGGE. In sintesi: l’errore che sta distruggendo la “sinistra” potrebbe consistere nel fatto che mentre Matteo Salvini, dopo pochi anni divenuto nostro compagno della FGCI e del PCI, avrà tenuto a mente le proposte del Pci e oggi, da ex, nella veste di leader della Lega nord (che non è più quella di Bossi), le usa a suo vantaggio (elettorale), dopo averle depurate del loro carattere umanitario e solidaristico, gli “eredi” del Pci, forse, le avranno dimenticate lasciandosi fagocitare da una lettura equivoca, distorta della crisi del mondo, e in particolare dell'area mediterranea e mediorientale, da una visione destabilizzante del dramma delle migrazioni che non può essere affrontato nella logica degli interessi delle oligarchie neoliberali. Sulla complessa materia i c.d. “eredi” del Pci ragionano (anche da posizioni di governo) come se l’Italia e l’Europa si trovassero in una condizione di “comunismo maturo”, quando, invece, si sa benissimo che sono succubi del neoliberismo dominante. * già deputato Pci alla Camera.