Sicilia Mondo, con le associazioni aderenti, con l’associazionismo di emigrazione, con le comunità italiane all’estero, protesta vivamente per i tagli indiscriminati alle risorse destinate ai connazionali non residenti. Tagli non giustificati da un progetto politico o da scelte alternative. Le difficoltà economiche che attraversano il Paese non possono mai giustificare la distruzione dei rapporti istituzionali operativi ed umani con i 4 milioni di italiani ed i 60 milioni di altri connazionali che, per ragioni diverse, l’hanno perduta e che, tuttavia, mantengono rapporti e sentimenti di italianità.

 Distruggere, anziché valorizzare la immensa risorsa degli italiani all’estero, è certamente cecità politica. Dopo la esclusione della soppressione dell’ICI per la prima casa dei connazionali non residenti, la Finanziaria 2009 prevede tagli alla lingua e alla cultura, all’assistenza dei corregionali indigenti, all’assistenza indiretta, alla formazione professionale, alla rete diplomatico-consolare, al funzionamento delle rappresentanze democratiche, linfa vitale del collegamento con le comunità. Un autentico accanimento. L’associazionismo di emigrazione non può restare inerte davanti a questa penalizzazione. Nella prima Conferenza dell’emigrazione del 1975, fortemente voluta e ottenuta dall’associazionismo spontaneo e di volontariato, i Governi autenticamente democratici del tempo, gettarono le basi della futura politica per i non residenti. Nel corso di questi ultimi decenni, lungo un cammino tutto in salita, gli obiettivi della Conferenza sono stati raggiunti: convenzioni internazionali sulla sicurezza sociale, Comites, CGIE, leggi regionali dell’editoria, voto degli italiani all’estero. Il Parlamento e i Governi che si sono succeduti fino ai nostri tempi, pur nella discontinuità, hanno avviato politiche di tutela, di promozione culturale ed umana, incentivi, relazioni e scambi. Soprattutto hanno attivato il funzionamento degli Organi di rappresentanza divenuti preziosi strumenti operativi di relazioni e di collegamenti. Non ultima quella del voto che ha portato in Parlamento 18 connazionali eletti nella Circoscrizione Estero. Si deve a questa politica virtuosa se l’Italia è divenuta un paese di livello internazionale, con un’immagine fortemente sostenuta dai connazionali che si sono sempre impegnati per la diffusione della italianità nel mondo, della sua cultura, della sua economia, e del suo made in Italy. Si è così stabilizzato un rapporto interattivo di relazioni, scambi, culture e commerci che ha annullato le distanze, con ritorni positivi e possibilità di sviluppo per il futuro. Questo rapporto faticosamente raggiunto non può essere smantellato e distrutto da una Finanziaria che taglia le risorse con la logica dei numeri e non della politica e della sua centralità. Sono restrizioni che mettono in crisi la politica di relazione e di rapporti, frustrando quel legame, quella tensione affettiva con i connazionali che vivono con la italianità nel cuore e che seguono con amore e spesso con attenzione l’accadimento delle cose italiane. Senza dire delle attese e delle insorgenti attenzioni delle nuove generazioni che chiedono di conoscere più da vicino l’identità di origine, e di quanti cercano la lingua e la cultura italiana per ragioni di studio, professione o commercio. I tagli alla Finanziaria hanno creato allarme e preoccupazione nel pianeta migratorio, presso i Comites, il CGIE, il gruppetto dei Parlamentari di assalto della Circoscrizione Estero, gli operatori sociali del settore, la stampa. Preoccupatissime le comunità, che considerano le misure restrittive un’umiliazione ed una beffa rispetto alle promesse contenute in milioni di lettere che il leader della maggioranza ha spedito a milioni di italiani durante la campagna elettorale. Sicilia Mondo protesta vivamente, si fa portavoce delle corali sollecitazioni arrivate da tutte le parti, invita le associazioni a prendere iniziative con assemblee, ordini del giorno e documenti ed a partecipare alle manifestazioni promosse dagli Organi istituzionali e dagli altri soggetti sociali che operano in emigrazione. Nello stesso tempo, chiede e solidarizza con quanti chiedono l’apertura di un tavolo di confronto, per la rilettura dei tagli alla Finanziaria, e ridare fiducia agli italiani all’estero. Il dialogo è sempre un salto di qualità e linfa della democrazia. L’associazionismo di emigrazione, quello vero e di volontariato, non fa politica e non appartiene a partiti o schieramenti, ha fatto sempre e soltanto le politiche che riguardano la tutela e gli interessi dei connazionali non residenti. E’ questa la forza della sua affidabilità. Per questa sua autonomia, per i suoi contenuti valoriali e per la sua capacità di proposta, riscuote la piena fiducia delle comunità italiane, ne rappresenta le istanze ed ha tutti i numeri per essere ascoltato.