per le prossime elezioni europee di giugno 2009. Infatti, il manifesto che i leaders dei partiti che si riconoscono nel Partito del Socialismo europeo adotteranno la prossima settimana a Madrid, ha visto la partecipazione attiva dei militanti europei. Durante la lunga fase di ascolto lanciata via internet e attraverso il social network facebook per la redazione del documento finale sono stati raccolti i commenti e i suggerimenti sulle priorità politiche del PSE. In quindici pagine sono state sviluppate le proposte inerenti alle tematiche considerate di maggior rilevanza per affrontare la prossima campagna elettorale. In primo luogo vengono identificate le sfide che ci attendono. Dalla crisi economica alla sfida del cambiamento climatico. Dal diritto ad un lavoro decente e duraturo alla partecipazione democratica nella presa delle decisioni. Dagli sforzi per gestire l'imm igrazione ai diritti degli immigrati legalmente residenti nel nostro territorio. Dalle sfide alla democrazia e dei diritti dei cittadini alle minacce del terrorismo e del crimine oltre che dell'estremismo che attraversa l'Europa. E infine sul ruolo che l'Europa deve svolgere come attore globale nell'aumentare la nostra sicurezza interessandosi anche delle aree più povere del mondo. Strutturato in 6 capitoli il manifesto avanza, con proposte concrete, le politiche da avviare per offrire risposte europee alle sfide che ci attendono. Non potendo prescindere dalla grave situazione finanziaria mondiale il documento inizia proprio affrontando il tema del rilancio dell'economia e delle azioni da intraprendere per evitare il ripetersi di simili crisi. La crisi finanziaria ha dimostrato, ancora una volta, la necessità di un'Europa unita e coordinata che ha saputo dare un aiuto alla protezione dei risparmi dei cittadini. Si sottolinea così la necessità di proporre u na riforma dei mercati finanziari che preveda regole per tutti gli attori finanziari in gioco. Si propone di porre fine alle situazioni dei paradisi fiscali e combattere il riciclaggio di denaro sporco nell'Ue oltre a fare in modo che tutti gli attori del mercato paghino la giusta proporzione di tasse nei paesi in cui operano. Per rilanciare l'economia viene preso in considerazione una strategia europea per una crescita ecologica ed intelligente in grado di creare 10 milioni di nuovi posti di lavoro entro il 2020 con un quinto di essi solo nel settore delle energie rinnovabili. Particolare enfasi viene posta sia nel settore delle reti infrastrutturali, dello sviluppo dei trasporti combinati con le ferrovie e nel sostegno alle azioni che stanno conducendo i sindaci social democratici attraverso il loro manifesto della Mobilità Urbana, che nell'ambito del completamento del mercato interno anche attraverso il sostegno alle piccole e medie imprese considerate la spina dorsale dell'economia europea in grado di offrire occupazione a una larga parte dei lavoratori. Il soste gno alle economie per favorire il cambio è ritenuto particolarmente importante. Bisogna anticipare i cambiamenti e per questo si dovrebbe da un lato rafforzare lo strumento già esistente del fondo di aggiustamento alla globalizzazione, dall'altro prevedere forme di maggior flessibilità per i prestiti indirizzati agli investimenti da parte della Banca Europea degli Investimenti. Il secondo capitolo si concentra sulla nuova Europa sociale che possa offrire un accordo sociale equo alle persone. Non c'è differenza dove uno vive o dove è nato. I cittadini europei condividono gli stessi valori di base sul tipo di società in cui vogliono vivere: un'Europa sicura, con alti livelli di vita, un lavoro stabile e decente e un ambiente sicuro e pulito. Per garantire questi standards non è sufficiente salvaguardare lo status quo. E' invece necessario prevedere nuove azioni più mirate e in particolare attraverso la ricerca di un accordo su un Patto Europeo per il Progresso sociale che preveda obiettivi e standards nazionali per la salute, le politiche educative e per la sicurezza sociale che siano in grado di combattere la povertà e le ineguaglianze. Si propone, tra le altre opzioni, di includere una clausola di progresso sociale in ogni atto legislativo dell'Unione Europea e che vengano presi in considerazione i criteri sociali e ambientali nello sviluppo della legislazione europea. La protezione dei diritti dei cittadini dev'essere assicurata attraverso il rispetto della Carta dei diritti fondamentali e della Convenzione europea dei diritti umani. Il rafforzamento della legislazione anti discriminatoria è prioritario per assicurare una parità di trattamento a prescindere dal genere, dalla razza, dall'età dalle disabilità dagli orientamenti sessuali e dalle credenze religiose o di pensiero. I cittadini europei devono ricevere uguale trattamento in tutti gli Stati membri come ad esempio per quanto riguarda i diritti parentali e matrimoniali. Trasformare l'Europa nel leader globale contro il cambiamento climatico è il terzo capitolo del documento. Da un lato l'Europa deve essere il leader mondiale nei negoziati per affrontare la sfida del cambiamento climatico, anche attraverso un aumento dell'aiuto europeo ai paesi in via di sviluppo tanto per combattere come per far fronte al cambiamento climatico. Ma l'Europa deve anche essere in grado di condurre una politica energetica molto più ambiziosa, attraverso una direttiva europea sul clima che assicuri obiettivi e azioni in quei settori non ancora coperti dalle leggi esistenti, ad esempio energia, agricoltura, cibo, costruzioni e trasporti. Tutte le legislazioni climatiche dovrebbe essere adattate per fissare al 30% la riduzione delle emissioni. Ma accanto a questo si dovrà investire per prevedere una rete di trasporto dell'energia in grado di trasportare in modo efficiente l'energia eolica prodotta in alto mare nell'Europa occidentale o quella solare prodotta nei paesi dell'Europa del sud o del nord Africa. Il quarto capitolo si concentra sullo sviluppo dell'eguaglianza di genere nel nostro continente. Nonostante siano stati effettuati consistenti progressi per raggiungere una parità tra uomo e donna rimangono persistenti ineguaglianze, le donne guadagnano in media il 15% in meno degli uomini facendo lo stesso lavoro e hanno peggiori condizioni nell'inserimento nel mondo del lavoro. Nel mondo ci sono milioni di donne che soffrono ancora violazioni dei loro diritti e vengono sfruttate e in generale la loro partecipazione alla vita politica è ancora bassa anche in Europa. Per rendere la parità di genere una realtà per tutti si propone di creare una Carta Europea per i diritti delle donne per migliorare i loro diritti e le opportunità , si propone di introdurre gli stessi diritti di congedo parentale per uomini e donne in tutt'Europa e si vuole lanciare una campagna per un'equa rappresentanza di uomini e donne a tutti i livelli del processo decisionale sul territorio dell'Unione. Tra le proposte si sottolinea anche la necessità di porre in atto politiche che permettano ai genitori di dividere equamente le loro responsabilità familiari e professionali investendo nei settori della cura dei minori sia per la fascia d'età 0-3 anni che in quella 3 anni-età scolare. Le politiche legate all'immigrazione sono concentrate nel quinto capitolo. Consapevoli del fatto che le persone sono preoccupate delle conseguenze dell'immigrazione è necessario prevedere delle riforme. La risposta non è creare ghetti o alimentare la xenofobia, ma attuare vere riforme per assicurare l'integrazione, combattere l'immigrazione illegale, il traffico di esseri umani e il lavoro nero, e lavorare per creare migliori condizioni di vita nei paesi poveri fuori dall'Europa per prevenire la fuga dei cervelli anche da quelle zone. Per gestire i flussi migratori in modo efficace si propone di stabilire uno standard europeo comune per l'immigrazione legale all'interno dell'Unione europea basata sulla solidarietà , sulla condivisione delle responsabilità rispettando pienamente le competenze dei singoli stati membri in materia. Si propone di combattere l'immigrazione illegale attraverso un controllo di polizia europeo delle frontiere esterne, migliora ndo la cooperazione per combattere il traffico umano delle organizzazioni criminali e attraverso accordi di partnership con i paesi terzi che includano anche le procedure di riammissione. Bisogna però sostenere ulteriormente lo sviluppo del sistema europeo di asilo basato su norme chiare e giuste per coloro che fuggono dalle persecuzioni nei loro paesi. Infine, il manifesto affronta il ruolo dell'Unione europea come attore globale per sostenere la pace, lo sviluppo e la sicurezza nel mondo in cui viviamo. Gli ambiti attraverso cui l'Unione deve essere presente vengono identificati attraverso la promozione della pace e della sicurezza tramite un ruolo più attivo nella prevenzione dei conflitti, nella promozione attiva dell'Alleanza delle civilizzazioni attraverso le Nazioni Unite; promuovendo la partnership non solo con le aree geografiche confinanti con l'Ue, ma anche con attori internazionali quali l'India, la Cina, rafforzando i rapporti con l'Africa ristabilendo, con la nuova leadership democratica, un nuovo corso alle relazioni transatlantiche. Un manifesto serio, che cerca di individuare i problemi a cui la nostra società deve far fronte offrendo risposte che portano all'idea di Europa come soggetto politico e non come mera aggregazione di Stati in difesa dei propri interessi. Negli ultimi 5 anni i conservatori hanno avuto la maggioranza in Europa. Cosa hanno fatto? Hanno contrastato la crisi finanziaria globale? Hanno contrastato l'aumento dei prezzi di energia e cibo? Hanno combattuto la poverta' e le diseguaglianze? E' una societa' migliore di 5 anni fa? Hanno incoraggiato le nostre iniziative per sviluppare e migliorare il lavoro? Loro seguono solo il mercato e lasciano che il ricco diventi sempre piu' ricco, a spese di chiunque altro. Noi crediamo in una economia sociale di mercato. Noi crediamo nella solidarieta' fra generazioni, non nell'individualismo di destra". Per questo abbiamo un solo messaggio da inviare in tutti i paesi dell'Unione europea: Possiamo costruire una società più giusta mettendo le persone al primo posto. Dobbiamo portare l'Europa in una nuova direzione nel giugno 2009.