Voluta dal governo di centro sinistra presieduto da Prodi, osteggiata dal governo Berlusconi, che non ha fatto mistero nel dire che l’ha dovuta subire ed è riuscito solo a tagliare di 600.000 euro i fondi stanziati dal precedente governo, ostinatamente voluta e sostenuta dal CGIE, che ne ha fatto una battaglia di principio, oltre che di sostanza, la conferenza è arrivata a Roma, forte dei suoi 420 giovani provenienti da 37 paesi del mondo oltre che da una folta delegazione di giovani italiani. Ora, si può criticare il metodo di scelta, il modo come è stata organizzata, i molti limiti di cui ha sofferto la conferenza stessa, ma non si può negare una grande verità : “ALLA FAO E’ ANDATO DI SCENA IL FUTUROâ€. Il futuro della politica dei governi italiani, che fino ad ora non hanno certo brillato nel sapere utilizzare la grande risorsa di cui l’Italia dispone all’estero e non hanno quindi messo in campo politiche adeguate.. Il futuro dell’associazionismo nel mondo ed i Italia, che se in passato ha avuto un innegabile ruolo nel tenere legata la comunità , oggi rischia di chiudere per esaurimento se non si immette con forza questa nuova linfa che cresce e legittimamente chiede di avere spazi propri. Il futuro di 5 milioni di italiani in possesso di passaporto e di una comunità all’estero che complessivamente conta oltre 50 milioni di oriundi. Il futuro di quelle comunità , che esaurita la presenza dei nati in Italia, deve, rivolgersi alle terze e quarte generazioni, per continuare a stringere vicoli di appartenenza, riempendoli di contenuti e non solo di motivazioni affettive. Il futuro di una nazione come l’Italia, che in tempi di globalizzazione, dove tutto si interconnette, a cominciare dall’economia, può fare valere un immense ricchezza sparsa per il mondo, che potrebbe agevolare i rapporti dello stesso “Sistema Italiaâ€, con il mondo intero, traendone grandi profitti e non solo economici. Questo è quando per diversi giorni, si è mosso all’interno delle capaci sale del palazzo della FAO di Roma, dove esperienze diverse si sono confrontate in campi di grande valenza sociale, economica e politica. In cinque commissioni, infatti, si è snodato un dibattito serrato che ha fatto emergere la grande risorsa che si cela in questi giovani, dotati di intelligenza, di amore per la patria, di capacità di analisi e di sintesi sui problemi più impegnativi oggi in campo. Cinque argomenti che sono stati i fili conduttori dell’intera conferenza:
1. multiculturalismo ed identità italiana;
2. mondo del lavoro e lavoro nel mondo;ù
3. lingua e cultura;
4. partecipazione e rappresentanza;
5. informazione e comunicazione
Ma, le sorprese, non vengono mai sole. Se la preparazione, l’acume, il modo di confrontarsi con serenità facendo ognuno tesoro della propria esperienza, che condivideva con gli altri, sono stati una sorpresa anche per la presidenza e i coordinatori della conferenza, altre sorprese hanno accompagnato questo importante appuntamento. La prima, si è imposta per la rozzezza con la quale è stata proposta: un attacco inqualificabile del giornale “Liberoâ€, diretto da Vittorio Feltre, manifestamente di orientamento di destra, che ha attaccato la conferenza definendola uno spreco, la conferenza dei “magnoni†e così via con pesanti attacchi tutti i giorni della durata della conferenza stessa. Attacco anche al governo per non avere impedito che essa si realizzasse, tanto più che era un impegno preso dal governo Prodi, che niente ha a che vedere con il governo attuale del cavaliere. Strano ma non tanto l’attacco, se si pensa per un momento sia alla posizione che la destra, il governo di centro destra presieduti dal cavaliere e parecchi dei suoi ministri, hanno fatto a gara per attaccare a distruggere quando di positivo hanno saputo costruire le comunità all’estero: rete associazionistica, insegnamento della lingua, servizi di assistenza sociale e sanitaria, conquiste democratiche come i COMITES e lo stesso CGIE, oggi messi in discussione. Se tanto mi da tanto, allora l’attacco di “libero†non è un caso fortuito, ma potrebbe fare parte di un piano preordinato, dove ognuno fa la sua parte ed al giornale di Feltre, è toccata la parte di caricare l’opinione pubblica contro questi giovani, la conferenza dei giovani, l’emigrazione in genere. Al governo ed ai suoi ministri, la parte del leone, quella di rendere accettabile agli occhi dell’opinione pubblica l’intervento sul bilancio degli italiani all’estero, tagliato del 60%, che potrebbe riscuotere subito il consenso degli italiani in patria, sottoposti a grandi privazioni e ristrettezze. Così, pigliando due piccioni con una fava, il cavaliere raggiungerebbe due obiettivi:
- mascherare la mancanza di una politica di interventi in favore delle famiglie e dei più bisognosi, adducendo la necessità di affrontare la crisi a costo di pesanti tagli e ne sono una prova gli emigrati;
- punire l’emigrazione che non solo non ha premiato questa coalizione, ma sta protestando fermamente contro la politica finanziaria del governo, per cui viene così anticipato un attacco che in un futuro molto prossimo, si potrebbe ripercuotere anche sui COMITES, sullo stesso CGIE e sui parlamentari eletti ell’estero, nel senso che tali conquiste di democrazia che hanno portato ao organi di rappresentanza, potrebbero essere riformati o essere messi a tacere.
Mica male come programma.
L’altra grande sorpresa, è nel silenzio della stampa nazionale, silenzio completo, assoluto, nemmeno una rigra sulla conferenza, se si eccettua il riferimento della prima giornata al discorso del Presidente Napoletano. Possibile che la stampa e gli organi di informazione, fatta eccezione per RAI iternational che ha riportato ampi servizi, compresa una diretta di oltre un’ora che ha ripreso la Plenaria e l’intervento dei rappresentanti delle varie commissioni, oltre alle risposte del sottosegretario Mantica e del Segretario Generale del CGIE Carozza, possibile, ripeto, che nojn abbia sentito il dovere professionale di informare di quello che stava succedendo a Roma, dove un’altra Italia si stava confrontando, stava dibattendo non solo i problemi dello Stivale, ma anche quelli di altri milioni di italiani, che costituiscono l’Italia nel mondo? Posso capire che lo facciano i giornale che si ispirano al centro destra, ma quelli che si ispirano al centro sinistra dove sono? Che fanno?, cosa pensano degli italiani all’estero? Cosa hanno da proporre in merito ad una politica rivolta a milioni di italiani che nel tempo hanno fatto grande l’Italia, senza che l’Italia se ne accorgesse? Beme hanno fatto i giovani, che hanno saputo con intelligenza affrontare e descrivere le loro necessità , le loro esigenze di italiani nel mondo, che spesso non coincidono con richieste di denaro, ma solo di attenzione, di utilizzo della risorsa da loro rappresentata da parte di una nazione, che sembra non accorgersi dello spreco, questo sì grave e reale, che fa di questa grande risorsa che ha all’estero e che non sa utilizzare. Allora, e i accingo a chiudere questo sfogo, ancora una volta spetta alle associazioni sapere fare il proprio mestiere, sapere trasfondere questa nuova linfa, questa forza enorme, questo potenziale, nelle proprie organizzazioni, dando spazio, discreti consigli, diritto di rappresentanza ad un potenziale, che detto in una sola parola, rappresenta il “FUTURO†non solo per le associazioni, ma per le comunità all’estero e per la stessa Italia.