(Salvatore Augello) Strano modo di visitare la Terra Santa con una delegazione ufficiale che rappresenta l’Italia e nelle vesti di rappresentante della città di Roma di cui è sindaco. Sembrava davvero spenta la polemica aperta nel 2003, quando Alemanno, ribattendo ad una dichiarazione di Fini allora ministro degli affari esteri, affermò che il fascismo non era “il male assoluto” così come affermato da Fini.

Invece, ecco che oggi si riapre la polemica e sempre da Alemanno, oggi in veste diversa di quella del 2003, che in una intervista al Corriere della Sera ed al Messaggero, torna sull’argomento, affermando ancora una volta che il fascismo non è stato “il male assoluto”, ma un “fenomeno più complesso”, e che la definizione di condanna totale, va rivolta solo in riferimento alle leggi razziali volute dal sfascismo e che ne determinarono la fine politica e culturale. Tutto questo, mentre il primo cittadino di Roma,si preparava a partire per fare visita al museo dedicato alle vittime dell’olocausto a Gerusalemme, dove il Presidente del Senato Schifani, avrebbe poi dichiarato “ non dimenticare per evitare altre stragi”. Come era da aspettasi, si registra una immediata quanto forte reazione delle comunità ebraiche italiane, che ritenevano ormai chiusa la polemica, mentre oggi, ritengono giustamente necessario mettere i puntini sulle “i”. Questo è quanto fa il Presidente delle comunità ebraiche Renzo Cattegna , che dichiara : “ le leggi razziali furono emanate dal regime fascista, quindi mi sembra difficile separare le due cose. Ritengo che quando si tratta di argomenti così importanti, sarebbe necessario essere più cauti”. Riccardo Pacifici, presidente degli ebrei romani, che era in piazza assieme ad Alemanno, per ricordare la lotta di resistenza di Roma antifascista, a sua volta, dichiara: ci attendiamo un chiarimento da parte del sindaco”. “Se non ci fosse stato il fascismo, non ci sarebbero state le leggi razziali. Il fascismo è stato allora e rimane ancora oggi, una malattia contagiosa”, dichiara Pietro Terracina, sopravvissuto agli orrori del campo di sterminio di Auschiwiz. Ma non si fermano qui le affermazioni di esponenti di rilievo di allenza nazionale, che vorrebbero risuscitare con arroganza fantasmi del passato. Il giorno della memoria e del ricorso della resistenza di Roma al nazifascismo, ha fornito al ministro La Russa, l’occasione per chiedere che nella ricorrenza dell’8 settembre, venissero ricordati anche i giovani che scelsero la Repubblica Sociale Italiana (RSI) meglio conosciuta come repubblica di Salò e forse anche la decima mas. Un affronto per la Costituzione Italiana, che poggia, per fortuna, saldamente sui valori della resistenza e dell’antifascismo. Un affronto nei confronti dello stesso Presidente della Repubblica Napolitano, che, sempre in occasione dell’8 settembre, aveva ricordato il valore ella resistenza, chiedendo agli italiani di non dimenticare e condannando i danni che il fascismo e la RSI avevano prodotto all’Italia, non solo per i morti della resistenza, ma anche per le centinaia di migliaia di giovani, rastrelati dai fascisti e mandati a lavorare nei campi di lavoro tedeschi. Ci viene di ricordare in proposito, il drammatico libro di Primo Levi, “Se questo è un Uomo”, dove sono descritte le indicibile sofferenze patire in quei campi. Ma quello che preoccupa e che deve preoccupare gli italiani, è l’arroganza con la quale questa destra italiana, sdoganata dal Cavaliere, che oggi lo mimetizza dentro il PDL, pretende di riscrivere la storia d’Italia, non stendendo un velo pietoso sul funesto ventennio, ma rispolverando con orgoglio valori che tanto danno hanno provocato all’Italia, che ancora oggi paga a Geddafi, e lo fa il governo di centro destra, i danni della guerra di espansione fascista che doveva costruire l’impero. E’ la sinistra che risveglia fantasmi del passato, come dice Gasparri, altro adepto rampante di AN promosso a capo gruppo al senato del PDL, o è questa destra, che non riesce ancora a fare i conti con il proprio passato, ma che anzi rialza la testa e vorrebbe riaffermare valori ed ideale sconfitti dalla storia e condannati in via definitiva dalla Carta Costituzionale Italiana.?