Quanto compiacimento e quanta amarezza allo stesso tempo è stato sentire il nuovo Presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua, nel corso della prima relazione annuale presentata a Montecitorio alcuni giorni orsono, informarci che il bilancio 2008 dell’Istituto previdenziale italiano chiude con un saldo attivo di oltre 11 miliardi di euro.

Il presidente dell'Inps nella sua relazione ha spiegato che il miglioramento dei risultati e' ascrivibile ''alle maggiori entrate dalla lotta all'evasione contributiva, all'aumento dell'aliquota a carico di artigiani, commercianti e lavoratori a progetto, ai nuovi requisiti di accesso al pensionamento di anzianità scattati dal primo gennaio 2008 e alle nuove 'finestre' per le decorrenze, al blocco della perequazione nel 2008 delle pensioni “alte'' (superiori a 8 volte il trattamento minimo). Nel 2008 – si legge nella relazione di Mastrapasqua – la spesa per pensioni ha sfiorato i 167 miliardi ed il totale delle pensioni in pagamento al 31 dicembre 2008 e' stato di 16.086.076 mentre sono stati più di due milioni gli italiani che hanno beneficiato di una forma di sostegno al reddito. Oltre al saldo attivo di 11 miliardi di euro del 2008, raggiunto anche grazie all’andamento dei contributi versati da quasi due milioni di lavoratori stranieri, l’Inps è impegnato a generare risparmi importanti nel 2009 con il riassetto dell’organico, la razionalizzazione delle sedi territoriali, la riduzione delle funzioni dirigenziali, la riorganizzazione interna (con l’accorpamento purtroppo del Servizio Convenzioni Internazionali), la centrale unica degli acquisti. Tuttavia a fronte dell’avanzo finanziario dell’Inps e nonostante le capacità, il senso di responsabilità e la disponibilità di tanti nuovi dirigenti e “vecchi” funzionari delle convenzioni internazionali dell’Istituto che conosciamo ed apprezziamo da anni, dobbiamo registrare il disinteresse politico e l’assenza dello Stato riguardo ai diritti previdenziali delle nostre collettività all’estero. Per essere più precisi denunciamo l’abbandono delle trattative per la stipula ed il rinnovo delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale sia con i Paesi di emigrazione che con quelli di immigrazione (tra queste Canada, Cile, Marocco e Filippine). Non si riesce veramente a capire e tollerare questa deficienza: si tratta di tutelare gli interessi di decine di migliaia di lavoratori che altrimenti sono privati dei più elementari diritti sociali come quello alla pensione. Non si riesce a capire l’accanimento contro i pensionati indigenti che hanno “beneficiato”, senza aver compiuto dolo, di pagamenti indebiti ed ai quali l’Inps riduce la pensione e chiede la restituzione di somme anche ingenti, causando loro gravi disagi economici e psicologici. Non è comprensibile né ammissibile che diritti previdenziali sanciti per legge – come l’importo aggiuntivo di 154 euro e l’incremento alla maggiorazione sociale – non siano erogati agli italiani all’estero. E poi le promesse mai mantenute sull’assegno di solidarietà, la confusione normativa e informativa sulle convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali, l’abolizione dell’Unità di consulenza per la sicurezza sociale al Ministero degli esteri, le troppo sporadiche campagne reddituali all’estero. Abbiamo solo elencato alcune delle problematiche da affrontare. L’Inps sta vantando i propri risultati tramite il nuovo Presidente Mastrapasqua. Sul fronte degli italiani all’estero nel campo della sicurezza sociale si registrano però ritardi ed inadempienze. La nostra attività parlamentare non ha dato i frutti sperati. Ma la colpa non è solo nostra. Viviamo in un periodo ed una società caratterizzati da egoismi ed insensibilità. Ovviamente ne pagano le conseguenze i più deboli, gli emigrati e gli immigrati.

On. Gino Bucchino Roma, 31 marzo 2009