Il terremoto non è come la livella di Totò. Non siamo uguali davanti alla catastrofe e alla morte equamine. Da una parte, al cimitero o sotto le tende, ci sono trecento vittime e decine di migliaia di superstiti con le pezze al culo.
Dall'altra, per fortuna in buona salute, ci sono una cricca di tecnici e funzionari che non hanno fatto il loro dovere, politici inetti e al servizio delle lobby, e qualche illustre Palazzinaro che ha costruito male, ora al sicuro nella sua villa antisismica. In attesa avida dei finanziamenti per la ricostruzione che lo renderà ancora più ricco e potente. Che teme però seriamente lo scattare delle manette e va in giro sotto scorta. Il procuratore della Repubblica dell’Aquila, Adriano Rossini, ha aperto un'inchiesta sui crolli e le morti del terremoto, e assicura: “Molto probabilmente non ci saranno solo indagati, perché gli indagati saranno anche arrestatiâ€. E conferma che s’indaga anche sull’ipotesi che sia stata usata in qualche caso sabbia marina mescolata al cemento. “Se dovesse risultare - afferma - avremmo già avuto un risultato quasi definitivo, perché è notorio che la sabbia marina corrode il cemento che non regge per niente†Sotto tiro chi ha realizzato l'Ospedale San Salvatore, che porta l'illustre firma del'Impegilo, dell'ingegnere Marcello Vittorini ed anche dell'ex city manager del Comune dell'Aquila, ingegner Rodolfo Giacco. In caso di sisma doveva essere il punto di riferimento dei soccorsi e dell'emergenza. In quaranta secondi, tra lo sconcerto planetario, si è trasformato in una catapecchia pericolante. Il vecchio ospedale, in pieno centro, ha retto invece molto meglio all'urto del sisma. Toccherebbe anche andarsi a rileggere con attenzione le interrogazioni del 2008 a firma dell'ex consigliere regionale Antonio Verini, sulla situazione dei sistemi di sicurezza del “San Salvatoreâ€. Nel settembre 2005 - si legge nell'interrogazione di Verini - i vigili del fuoco notificarono al manager della Asl e al sindaco dell’Aquila quindici importanti prescrizioni finalizzate a porre rimedio a gravi carenza nei sistemi di sicurezza riscontrate all’ospedale San Salvatore. A tre anni di distanza, nulla sappiamo sullo stato di attuazione di tali prescrizioni. Nella mia interrogazione, inviata pure alla Procura della Repubblica, chiedo di sapere se é vero che una parte sostanziale di tali prescrizioni non sarebbero state realizzate" Qualcuno la pagherà cara, c'è da starne certi, per il crollo della Casa dello studente. Andrà chiarito anche perchè nessuno ha avuto la buona idea di farla sgomberare per precauzione, nonostante i due mesi di scosse premonitrici e le numerose segnalazioni degli stessi inquilini, che rilevavano piccole crepe ed una evidente inaffidablità dello stabile. Un ponziopilatismo che è costato la vita a tanti giovani innocenti. Stucchevole il rimpallo di responsabilità tra Adsu e Regione. Molte ombre anche sul crollo della Prefettura. Gli allarmi lanciati da tecnici mesi or sono, sull' instabilità strutturale del palazzo del governo sono stati infatti completamante ignorati. E infine ovviamente si indaga su tanti edifici privati che dovevano essere antisismici e non sono risultati esserlo alla prova dei fatti, in particolare nel quartiere di Pettino, costruita sopra una faglia attiva , nonostante le relazioni tecniche contrarie, come ricorda Giuseppe Caporale oggi su Repubblica. E' molto probabile che legge 64 del 1974, e i vari aggiornamenti sulle norme antisismiche non sono state rispettate. In caso contrario un palazzo in cemento armato avrebbe dovuto reggere ad una scossa del settimo grado della scala Richter, resistenza certificata, secondo la legge, da un calcolo preventivo del Genio civile e che imponeva un rigoroso controllo da parte del direttore dei lavori sull'esecuzione da parte delle ditte edili, in particolare sulla quantità di ferro e sulle percentuali di cemento nella malta. Non tutti i costruttori tacciono. Le dichiarazioni rese alla stampa del presidente dell'Ance provinciale Filiberto Cicchetti, qui al campeggio di Piazzza d'armi, stanno provocando però ira e sconcerto tra gli sfollati, ancora di più delle vergognose vignette di Vauro. Secondo Cicchetti la qualità dell'edilizia aquilana è tutto sommato buona, ha superato la prova del sisma:"A L'Aquila - afferma - esistono due città . Un'antica costruita all'interno delle mura e che è crollata, l'altra fuori dalle cinta dove su 12 mila palazzi ne sono venuti giù soltanto due. Fra due settimane, quando sarà passata la grande paura, dopo i sopralluoghi si accerterà che il novanta per cento delle costruzioni fuori dalle mura sono tutti agibili. In quelle abitazioni sono cadute solo alcuni ninnoli, soprammobli, intonaci" Non crede possibile Cicchetti che sia stata ultilizzata sabbia di mare per diluire il cemento: "Non converrebbe - spiega - qui vicino ci sono molte cave". Eppure la sabbia che usciva dai pilastri in molti l'hanno vista e toccata con mano. E' certo che qualcuno insomma ha sacrificato la qualità del calcestruzzo per il guadagno, con l’utilizzo di sabbia marina al posto dei materiali inerti da cava: meno spese, rischi maggiori per chi ci abita, con il cloruro di sodio che con gli anni si mangia il ferro e rende fragile la costruzione. Uno sfollato ci ha chiamato a fare riprese in Via Dante Alighieri. Quelle che vi proponiamo, precedute da immagini delle case popolari di Preturo, realizzate dai Vittorini, e su cui torneremo. In Via Dante due palazzine si sono abbassate di un piano, schiacciando il pianterreno per fortuna occupato dai garage. Diversamente sarebbe stata una strage. "Mia figlia - spiega un superstite - era nel garage pochi minuti prima del terremoto, è scappata via perchè ha visto un topo, altrimenti sarebbe morta". Spiega un residente che per ora vuole rimanere anonimo, perchè si prepara a sporgere denuncia: " Decine di familglie hanno comperato a caro prezzo gli appartamenti, ci avevano assicurato che erano antis-isimici e in cemento armato indistruttibile. Guardate il risultato...". In questi palazzi, conferma un ingegnere che ci ha accompagnato, l'attacco tra trave e pilastro di cemento armato non ha retto. Stessa sorte della palazzina al numero civico 3. I residenti sono inferociti. Ci mostrano un pilastro da cui spunta un numero secondo loro insufficiente di tondini di ferro. E mostano un palazzo poco lontano in cui è visibie una lesione all'altezza di un pilastro che piùo meno ha retto perchè di tondini di ferro ne ha circa una decina, e non quattro. Spiega l'ingegnere: "Una palazzina in cemento armato non può sedersi su se stessa in questo modo, i pilastri, in cui viene concentrata tutta la capacità di resistenza al sisma avrebbero dovuto reggere, al limite dovevano crollare le tamponature" . "Una casa in cemento armato fatta male - aggiunge - può essere più pericolosa di una casa in muratura". Le perizie sono in corso, e si sta valutando anche la qualità del cemento utilizzato. E' saggio attendere il parere degli esperti, perchè può essere benissimo che in realtà il palazzo in questione sia stato costruito secondo i crismi e il crollo sia stato dovuto ad una fatalità . Ah... dimenticavamo: la ditta che ha realizzato uno dei due stabili si chiama Costruzioni generali, tra i soci c'è anche il presidente dell'Ance provinciale Filiberto Cicchetti. Lo invitiamo pubblicamente a dare la sua autorevole spiegazione di ciò che può essere accaduto. (Filippo Tronca)