Esce vincente la linea dura della lega, alla quale il cavaliere si è adeguato senza colpo ferire. Una linea che non solo ha visto approvare il pacchetto sicurezza alla camera, ma che ha visto e continuerà a vedere le “deportazioni” in Libia, paese che è l’unico a guadagnare in tutta questa operazione, per le condizioni favorevoli che il governo del cavaliere ha fatto alla Libia per “ospitare”, si fa per dire,

i clandestini fermati in acque internazionali e ricacciati indietro. Linea che conduce anche all’ipocrisia senza limiti, quando si afferma che non si vuole che l’Italia diventi una nazione multietnica, facendo finta di non sapere che la nostra nazione già ospita circa 4 milioni di immigrati regolari, senza i quali le fabbriche del nord potrebbero anche chiudere o le campagne del meridione, dove si coltiva i pomodoro potrebbero lasciare irraccolto il prodotto. Chi fa queste affermazioni dimentica che parecchie di queste persone che “colorano” le nostre città, hanno anche acquisito la cittadinanza italiana, così come dimentica che ci sono diritti inaliebili che non possono essere disattesi, come il diritto alla salute, il diritto di nascere, il diritto di ricercare condizioni di vita e di lavoro più consoni alla dignità della persona, il diritto di sfuggire alle guerre, alle persecuzioni, infine, il diritto di potere affermare le proprie idee senza dovere per questo rischiare la propria vita e quella dei propri cari. Ma evidentemente tutto questo non fa parte dello schema politico voluto dalla lega ed ora anche dal cavaliere. Con la scusa della sicurezza dei cittadini, si fanno passare norme che rasentano il razzismo, che dimenticano le sofferenze dei nostri emigrati che si sono trovati prima in queste condizioni, ma che hanno trovato accoglienza presso le società che li hanno ospitati. Ma soprattutto, si distrae l’attenzione della gente, cercando di fare loro evitare di pensare alla crisi dentro la quale siamo ancora immersi, senza che si intravedono speragli di ripresa, anzi, tutto lascia presupporre che la grande industria continui a licenziare diminuendo i posti di lavoro e che la piccola e media impresa sia lasciata in balia delle banche. Ma vediamo cosa potrebbe cambiare se questo “pacchetto sicurezza” sul quale la maggioranza per tre volte ha posto il voto di fiducia, superando così un doppio ostacolo: quello di possibili spaccature della maggioranza, quello di strozzare il dibattito impedendo all’opposizione di fare il proprio lavoro di oppositrice al governa. Diciamo “potrebbe cambiare”, perchè al fine di diventare operativa, questa legge, deve ancora superare due passaggi importanti: l’approvazione al Senato e la firma del Capo dello Stato.

ECCO COSA CAMBIEREBBE PER GLI IMMIGRATI 

Visto che con 297 sì, 255 no e 3 astensioni la Camera dei deputati ha approvato il disegno di legge “Disposizioni in materia di sicurezza pubblica”.Ora il testo passerà all'esame del Senato.

- introduce il reato di ”ingresso e il soggiorno illegale nel territorio dello Stato”. Non verrà punito con il carcere, ma con una multa da 5 mila a 10 mila euro e l’espulsione;

- prolunga da due a sei mesi il tempo massimo di permanenza nei centri d’espulsione. Le proroghe saranno autorizzate dal giudice di pace quando il cittadino straniero non collabora o non arrivano i documenti necessari all’espulsione dal Paese d’origine;

- conferma i tre anni di reclusione e l’eventuale confisca dell’immobile per chi dà alloggio a pagamento, “per trarne ingiusto profitto”, a immigrati irregolari. Ma solo se questi sono senza permesso al momento della stipula o del rinnovo del contratto d’affitto;

 - obbliga i cittadini stranieri che vogliono sposarsi in Italia a esibire il permesso di soggiorno (i clandestini, quindi, non potrebbero sposarsi);

-alza da sei mesi a due anni (tre per i residenti all’estero), il termine dopo il quale chi ha sposato un italiano può chiedere la cittadinanza. I tempi di dimezzano se ci sono figli nati o adottati dalla coppia;

 - prevede un contributo di 200 euro sulle richieste di cittadinanza. Metà del contributo servirà a finanziare la Cooperazione, l’altra metà andrà al Dipartimento immigrazione del Viminale;

- subordina l’iscrizione dei cittadini stranieri all’anagrafe alla verifica da parte del Comune dell’idoneità dell’immobile in cui abitano;

- obbliga gli sportelli di money transfer a fotocopiare il permesso di soggiorno dei loro clienti e a segnalare alla polizia quelli che non lo hanno. Chi non lo fa, perde la licenza;

- prevede l’ esibizione del permesso di soggiorno per accedere ai servizi pubblici e per gli atti stato civile, tranne che per le prestazioni sanitarie o le iscrizioni alle scuole dell’obbligo;

- obbliga i cittadini stranieri a sottoscrivere un ”accordo di integrazione” con un punteggio che crescerà o diminuirà in base al loro comportamento. Chi esaurisce i punti, perderà il permesso e sarà espulso;

- introduce un contributo sulla domanda di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno che andrà da un minimo di 80 a un massimo di 200 euro;

- prevede il superamento di un test di italiano per chi chiede la carta di soggiorno.