Un Ordine del Giorno dell’On. Gino Bucchino ha provocato un dibattito intenso e controverso alla Camera dei deputati che ha visto alla fine molti deputati del Popolo delle Libertà votare a favore della richiesta del parlamentare eletto nella Circoscrizione Estero di modificare una norma sull’immigrazione ritenuta inutilmente punitiva e disumana. Bucchino era intervenuto in aula la settimana scorsa dopo il voto sul Disegno di legge sulla Sicurezza pubblica per impegnare il Governo
ad adottare iniziative normative volte a prevedere una norma che estenda il divieto temporale di espulsione delle donne incinte immigrate senza permesso di soggiorno, portandolo dai sei mesi ai dodici mesi successivi alla nascita del figlio e che applichi la sentenza della Corte Costituzionale n. 376 del 27 luglio 2000 che ha dichiarato l'illegittimità del Testo unico sull'immigrazione nella parte in cui non estende il divieto di espulsione al marito convivente della donna in stato di gravidanza o nel periodo successivo alla nascita del figlio. Il dibattito sull’ODG aveva coinvolto decine di deputati e lo stesso sottosegretario Alfredo Mantovano per il Ministero dell’Interno che si era trovato in seria difficoltà nel difendere una posizione di rifiuto che aveva causato molte perplessità tra gli stessi suoi colleghi di maggioranza. Nel corso dell’acceso dibattito si è verificato un botta e risposta che aveva messo a nudo quello che il Presidente Napolitano ha definito una clima di intolleranza e xenofobia. Bucchino aveva spiegato come l’ordine del giorno intendeva impegnare il Governo ad essere più sensibile nei confronti delle donne incinte immigrate non in possesso di permesso di soggiorno, consentendo loro non tanto di rimanere in Italia indefinitivamente, ma di poter almeno fare affidamento su un periodo più lungo prima dell'espulsione, al fine di affrontare serenamente la gravidanza e prendersi cura dei propri figli. Estendendo da sei mesi ad un anno il periodo successivo alla nascita del figlio in cui vige il divieto di espulsione delle donne immigrate, lo Stato italiano – sottolineava Bucchino - dimostrerebbe di prestare un'attenzione, pur minima, al problema della salute della gestante, del nascituro, della partoriente e del neonato. È noto a tutti che le donne immigrate risultano, di fatto, svantaggiate rispetto alle donne italiane nell'accesso ai servizi e nella fruizione degli esami e dei controlli assicurati dalla normativa vigente per la tutela della gravidanza. Accedono con maggior ritardo e in modo insufficiente alle prestazioni di monitoraggio e di prevenzione previste e ciò determina un maggior rischio di patologia per loro e per i loro bambini al momento della nascita. Le complicanze in gravidanza e al momento del parto sono, infatti, tra le maggiori cause di ricovero di stranieri residenti in Italia. Il problema è particolarmente grave tra le donne immigrate in condizione di irregolarità . Le donne in gravidanza non in possesso del permesso di soggiorno, preferiscono non uscire dalla clandestinità e non incorrere quindi nella norma sul divieto di espulsione fino a sei mesi dopo il parto, per il timore di venire cacciate immediatamente allo scadere del citato periodo prefissato. Bucchino al termine della lettura del suo ODG si era rivolto a tutti i parlamentari, enfatizzando che non era una questione di partito ma una iniziativa di umanità e buon senso per assicurare alle donne immigrate che il loro bambino possa nascere in assoluta tranquillità e salute. “Chiedo semplicemente di estendere il periodo prima dell’espulsione da sei mesi ad un anno, in modo che le donne possano tranquillamente dare alla luce il loro bambino e migliorare l’accesso ai servizi sanitariâ€. Dopo l’ulteriore rifiuto del sottosegretario Mantovano di accogliere l’ordine del giorno, in un clima infuocato seguivano gli interventi dei deputati Mantini, Scilipoti, Capano, Zaccaria, Colombo, Borghesi, Brigandi, Bossa, Santelli, Giachetti, Bocchino, Mecacci, Sbrollini, Palomba, Capitanio Santolini, i quali (con l’eccezione di Brigandi, Santelli e Bocchino) sostenevano con determinazione l’ODG di Bucchino affermando che l’idea di portare da sei a dodici mesi il divieto di espulsione sarebbe stata una iniziativa di tipo umanitario, importante, positiva, un segnale buono in un pacchetto sicurezza severo e in giornate difficili. E rivolgevano un appello soprattutto a quei deputati del Popolo della Libertà ai quali veniva chiesto di mettere da parte le strumentalizzazioni e la demagogia e di approvare un ordine del giorno che non riguarda i delinquenti ma le donne in una particolare condizione, che è quella di gravidanza e che su questioni che investono la coscienza sociale e civile delle persone di esprimersi in libertà di coscienza. Purtroppo per pochi voti l’ODG non è passato: la Camera ha respinto, tra le grida di “vergogna†dei deputati dell’opposizione. Presenti 492, votanti 485, astenuti 7, maggioranza 243, hanno votato si 232, hanno votato no 253.