Chi sa quali accordi avranno fatto in quella cena ad Arcore Bossi ed il cavaliere. Certo è che in ballo c’era una potente arma di ricatto che il senatur sa bene come utilizzare. D’altro canto, il risultato delle elezioni amministrative da ragione a Bossi, che esce vincitore, non solo, ma se il PDL stravince, cosa per altro annunziata, lo deve al fatta che oggi la lega si è alleata,
mentre la volta scorsa è andata per conto suo, non avendo ottenuto quello che chiedeva. Risultato, le scorse elezioni al centro sinistra, più compatto del centro destra, sono andate parecchie amministrazioni comunali e provinciali, amministrazioni che ora perde, per l’effetto lega. Ma la lega non fa nulla per nulla, anzi stringe ancora il cappio attorno al collo del cavaliere ed alza il presso, mettendo sul piatto della bilancia i ballottaggi di giorno 21 giugno, il referendum ed altre cose ancora, che verranno dopo, come la presidenza di alcune regioni, ed un’accelerazione delle cosiddette riforme in corso. Per quanto riguarda le riforme, la maggioranza, per pagare subito il ticket alla lega, ha già posto la fiducia sulla legge relativa alle intercettazioni, di cui abbiamo già parlato ieri. Una legge che mette il bavaglio alla stampa, che prevede addirittura l’arresto per i giornalisti che dovessero pubblicare notizie provenienti da intercettazioni telefoniche, pone un grande limite anche alle stesse intercettazioni, riducendo lo spazio alla magistratura, che attraverso questo importante ed a portare a giorno parecchi delitti. Ma veniamo al referendum. Che esso non piacesse alla lega è notorio, come è notorio che l’ultimo, o forse è meglio dire il penultimo? Orientamento del cavaliere era quello di votare si ed in questo senso aveva dato indicazioni al PDL. La fermezza del cavaliere è notoria, per cui egli è capace di smentire mezzora dopo quello che ha detto prima, quindi dopo la cena di Arcore, il SI al referendum è diventato tranquillamente NO, ma un NO sibillino. Dice il cavaliere, non è obbligatorio votare SI, ma è meglio dire che lo da sotto forma di libertà di espressione, sapendo che i suoi vassalli sanno bene come muoversi. Il ricatto è ancora una volta andato in porto ed il peso della lega nel determinare gli orientamenti del cavaliere è aumentato. Il risultato è che ci troviamo di fronte ad un governo sbilanciato verso il nord, che non ha nessuna intenzione di risolvere i problemi del Sud e delle Isole. E Lombardo? Che fa questo paladino dell’autonomia siciliana, che pur di tentare il superamento della soglia del 4% alle europee, ha fatto alleanze anomale, ed è rimasto al palo. Come interviene per difendere gli interessi del popolo siciliano? Qui non basta chiedere o fare incontri con Berlusconi, che tanto anche se dice si, non ci sta poi niente a rimangiarsi tutto. Qui occorre avere un progetto politico di largo respiro, che affronti e cerchi di risolvere i problemi della Sicilia. Un progetto che va al di la del referendum, sul quale il nostro giudizio ed il nostro orientamento non cambiamo, visto che restiamo fermi all’atsenzione.