Quasi mezza giornata di ritardo. La visita del leader libico Muammar Gheddafi in Italia si è contraddistinta dal 'farsi attendere' da parte del colonnello che non ha mancato di arrivare con netto ritardo ad ognuno degli appuntamenti - istituzionali e non - cui era atteso. Mettendo a segno uno 'score' complessivo di 12 ore di 'delete'. Su un totale, al momento,
 di poco più di 55 ore trascorse nella Capitale. Il farsi attendere pare sia una caratteristica del Colonnello che è culminata oggi con la reazione del presidente della Camera, Gianfranco Fini che ha cancellato l'appuntamento, dopo una inutile attesa di due ore, così come è saltato l’incontro con Massimo D’ALema, per lo stesso motivo, è scattato già dal suo arrivo a Ciampino, dove l'aereo che lo portava in Italia ha toccato il suolo un'ora dopo l'orario previsto. Un ritardo che Gheddafi ha 'traslato' in tutta la sua prima giornata romana,facendo attendere prima il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al Quirinale, poi il Premier a Palazzo Chigi. E che si è ampliato mercoledì sera quando si è presentato a Villa Madama, per la conferenza stampa in programma alle 19.00, un'ora e mezza più tardi. Fuso orario indietro per il Leader della Rivoluzione anche ieri: la giornata è iniziata con un'ora di ritardo all'arrivo nella sala Zuccari del Senato. Ritardo che è diventato di 2 ore alla Sapienza dove lo attendevano gli studenti. Gheddafi prima di recarsi all'ateneo ha preferito 'ripassare' nella sua tenda a Villa Pamphili e cambiarsi d'abito. Un'ora più tardi - sempre ieri - è arrivato anche dal sindaco di Roma, Giovanni Alemanno, in Campidoglio. E, ancora, stamattina in Confindustria e poi all'Auditorium del Parco della Musica. Fino all'eclatante ritardo messo a segno stasera alla Camera, dove - dopo oltre un'ora e mezza - Fini ha annunciato la cancellazione del previsto incontro. Per Gheddafi quello dei ritardi è un vero e proprio vizio. Una 'brutta' abitudine che si ripete da anni nella sua vita e nei suoi incontri. Con episodi eclatanti come quello del 2005 quando fece attendere 10 ore Miguel Angel Moratinos, ministro esteri spagnolo del governo Zapatero, per poi dare forfait. Ecco alcuni dei precedenti 'storici': - 26 marzo 2001: il leader libico, sbarcando ad Amman, in Giordania, fece aspettare per più di dieci minuti re Abdallah ai piedi della scaletta dell'aereo. Il sovrano, con gli alti dignitari giordani, attese tra l'imbarazzo generale, media compresi. Alla fine il colonnello apparve, in sahariana e mantello beige, e, come se l'intoppo non fosse accaduto, salutò il re, che ricambiò con un accenno di sorriso. - 2002: Josep Piqué, ministro degli Esteri del governo Aznar, giunto in Libia per incontrare il colonnello, lo aspettò per sei ore. - 2003: il premier José Maria Aznar - memore dell'episodio accaduto al suo ministro l'anno prima - fece sapere che avrebbe interrotto la sua visita in Libia al minimo ritardo dell' interlocutore di turno. Gheddafi quella volta arrivò puntuale all'appuntamento diplomatico, regalò a Aznar un purosangue arabo e gli fece molte promesse d'affari. - 28 luglio 2005: il ministro degli Esteri spagnolo Angel Moratinos, in visita a Sirte per incontrare il leader della rivoluzione verde, attese per ben 10 ore il colonnello, che alla fine saltò l'incontro. Lo sgarbo diplomatico non piacque agli ambienti governativi iberici: Moratinos, invitato a tornare il giorno seguente, rifiutò cordialmente e tornò a Madrid. (ansa – usef)