L’ennesimo annuncio di chiusura consolati arriva nella mattinata di una torrida giornata di metà giugno. L’abitudine al caldo, all’ascolto di proposte di smantellamento della rete consolare, vendute come “riorganizzazioneâ€, l’abitudine a sentir parlare di necessità di contenimento e riduzione della spesa pubblica – abitudini conquistate sul campo – aiutano a superare la stanchezza,
a resistere alle facili polemiche ed a cercare di comprendere come uscire – definitivamente – da questa fase di instabilità della nostra rete diplomatico-consolare. Pessime pratiche e cattive abitudini, forse anche il caldo, ci inducono ad una riflessione più approfondita del solito. Per fare rete consolare, al servizio dei cittadini, e rete diplomatica al servizio degli interessi del Paese, è necessario investire in informatizzazione, digitalizzazione, formazione ed innovazione tecnologica: chi sta facendo tutto ciò? La nostra rete consolare tradizionale offre un importante punto di rapporto con lo Stato italiano, tra cittadini e pubbliche amministrazioni, tra imprese e mondo degli scambi commerciali e dell’economia, tra l’Italia e gli altri Stati. Per queste ragioni aumentano le nostre preoccupazioni e perplessità . In che modo Ambasciatore e Consoli Generali saranno in grado, viste anche le limitate risorse, di agire localmente? Come potranno rispondere contemporaneamente, in Paesi come Australia e Sudafrica, a struttura federale, alle esigenze di Melbourne e Adelaide, Sydney e Brisbane, Johannesburg e Durban? Con quale personale e con quali risorse, considerato che il personale di ruolo non arriva, si è ampiamente al di sotto dell’organico minimo per quelle sedi e le risorse sono state decurtate, finanziaria dopo finanziaria? Per finire con l’autentica presa in giro sulle distanze: l’America Latina non sarebbe stata toccata per via delle distanze. Evidentemente agli Esteri hanno scarse cognizioni geografiche, il che aumenta le nostre preoccupazioni. L’America Latina non deve essere toccata perché ne conosciamo bene le condizioni! In un mondo perfetto un cittadino italiano deve venire assistito ovunque si trovi. Per farlo bene occorre avere strumenti. Per avere strumenti occorre mettere in campo progetti, programmi e risorse. Oggi questa progettazione manca. E questo è l’aspetto più drammatico e triste.
EVERSIONE!?!
L’estate inizia con lo spettro dell’eversione. Non certo la chiusura dei Consolati – anche se cancellare la presenza dello Stato italiano non potrà mai essere concepito come “alto senso dello Stato†– non certo i risultati elettorali che ci consegnano un’Italia sostanzialmente identica a quella che avevamo descritto alcuni mesi orsono, ma con alcuni tratti accentuati: Lega Nord che condiziona la maggioranza ormai su tutto, Governo incerto nel contrastare la crisi e alle prese con la limitatezza delle risorse – anche per la ricostruzione in Abruzzo. La denuncia – come tante altre – arriva del Presidente del Consiglio dei Ministri. I poteri forti vorrebbero mettere in discussione il risultato elettorale. Non ci è dato capire o sapere a quali fatti ci si riferisca: fatti che ovviamente dovrebbero andare oltre lo scudo del “lodo Alfano†per avere come conseguenza una crisi di Governo o le dimissioni del Premier. L’unica eversione – in questo momento – non è la possibilità che vi siano “scossoni†nella maggioranza: abbiamo avuto scosse e scossoni e continueremo ad averli. Basti pensare alle ronde civiche e alle ronde nere, alle intercettazioni telefoniche ed agli strani accordi interni alla maggioranza. E basta seguire la coerente e lineare azione del Presidente della Camera Fini per capire che nella maggioranza qualche cosa non va. L’unica manovra eversiva è quindi la denuncia stessa dell’eversione!
RICOSTRUZIONE, IMPEGNO, SOLIDARIETÀ ED… ESCLUSIONE
Gli esclusi dai contributi per la ricostruzione sono i non-residenti, nonostante gli emendamenti del Partito Democratico. No di Governo e maggioranza ai contributi per la ricostruzione in Abruzzo ai residenti all’estero Dopo il passaggio al Senato il decreto sulla ricostruzione in Abruzzo è al vaglio della Camera dei Deputati. Governo e maggioranza hanno detto “no†ad un emendamento dell’opposizione che estendeva il diritto ai contributi per la ricostruzione anche ai residenti all’estero. Un ennesimo no da parte di questa maggioranza e del Governo agli italiani residenti all’estero, nonostante la grande e forte opera di solidarietà di cui le comunità italiane nel mondo sono protagoniste. Nei giorni scorsi erano state date ampie assicurazioni su questo tema ma il Governo intende lasciare un vuoto interpretativo su questi aspetti. Il PD ha denunciato l’ingiustizia, ha votato a favore degli emendamenti che sono stati respinti dalla maggioranza ed ha coerentemente ricordato la parità di trattamento come elemento centrale nella ricostruzione. Una fase di ricostruzione che dovrà , soprattutto nel centro storico de l’Aquila, inevitabilmente, tener conto della vicinanza delle abitazioni senza distinzione sulla residenza dei proprietari.
On. Marco FEDI
Segretario III Commissione Affari Esteri e Comunitari