Il ricorso al voto di fiducia con il quale il Senato ha trasformato in legge il “pacchetto sicurezza†che prevede, fra l’altro, la clandestinità come reato, ha dato un forte scossone all’immagine Italia, già ai minimi storici per la politica-spettacolo di questi ultimi mesi divenuta oggetto di morbosi commenti e spesso di derisione da parte della stampa e della politica internazionale.
L’incivile provvedimento ha attraversato come una lenzuolata, la penisola italiana, l’Unione Europea ed il mondo civile, suscitando reazioni e sdegno. E’ arrivato anche alle nostre comunità all’estero. Gli italiani che vivono nelle varie parti del mondo seguono con apprensione e, spesso, con angoscia gli accadimenti italiani ai quali sono legatissimi. Seguono la stampa e le televisioni e mantengono contatti di relazione permanenti e quotidiani con l’Italia. In questa direzione, i 40 anni e più di associazionismo hanno svolto un ruolo fondamentale, mantenendo vivo il rapporto ed impedendone la separazione. Il contenuto del “pacchetto sicurezza†ha messo in difficoltà le comunità italiane nelle società di residenza dove hanno trovato tutte le opportunità per la loro integrazione e la possibilità di arrivare spesso in posizioni di primo piano e di alta responsabilità . La notizia di una legge razzista arrivata dall’Italia, lesiva dei diritti umani ed assolutamente ostile ai processi di integrazione per una società civile, pluralistica ed occidentale, è stata un’autentica doccia fredda per i nostri connazionali. Per loro, l’etichetta di un’Italia razzista e persecutoria, comparsa nelle prime pagine della stampa internazionale, è stato un dramma, un vergogna inaccettabile. Proprio l’Italia, Paese di emigrazione, proprio l’Italia che ha fatto la storia dell’umanesimo, dell’accoglienza e della tolleranza. Proprio l’Italia venerata ed esaltata dalle comunità che vivono all’estero; il “pacchetto-sicurezza†non è compatibile con la sua storia e la sua cultura. Abbiamo voluto scrivere il presente comunicato stampa, che vuole essere anche “messaggioâ€, per rassicurare i connazionali ed i siciliani in particolare, figli di una terra che ha sempre fatto dell’accoglienza la propria cultura ed il modo di vivere siciliano, per dire loro con forza: L’Italia non è un Paese razzista. No! Il pacchetto-sicurezza è il prezzo imposto da Bossi per il sostegno al Governo nominale di Berlusconi. La maggioranza di Governo, per fare passare il provvedimento, ha dovuto ricorrere al voto di fiducia, cioè ha tagliato il dibattito, ammutolito i Parlamentari e mortificato il Parlamento per evitare mugugni e sorprese, sapendo che molti Parlamentari della maggioranza la pensano diversamente. Ai connazionali Sicilia Mondo vuole dire: il “pacchetto-sicurezza†è un incidente di percorso del Parlamento repubblicano che sarà , prima o poi, cancellato dagli eventi perché contro natura rispetto alla cultura democratica del Paese. La stragrande maggioranza degli italiani non ci sta, non lo ha accettato. Al Senato, ha vigorosamente protestato l’arco delle opposizioni presenti in Parlamento. Senza eccezioni. Ma è insorta anche la società e l’anima popolare degli italiani, che rigetta il razzismo perché assolutamente incompatibile con il proprio Dna. E’ insorta la CEI (Conferenza Episcopale Italiana), la Caritas, le Acli, l’azione cattolica, l’alto Commissario Onu per i rifugiati (l’Unchr), la Cisl, l’Uil, la Cgil e Ugl, l’Ordine Nazionale dei Medici, quello dei Magistrati e quello dei Penalisti, il Sindacato Autonomo di Polizia (SAP). Il Forum Terzo Settore, il Coordinamento delle Comunità di Accoglienza, il Comitato italiano rifugiati, la Fondazione di Libera ed il Gruppo Abele, l’Unione delle Camere penali, un nutrito gruppo di intellettuali, da Camilleri alla Maraini, a Fo. Anche Sicilia Mondo insorge e si unisce alla corale protesta popolare, assolutamente onorata di farsi portavoce di quel mondo di corregionali all’estero che rappresenta il valore aggiunto ed una delle autentiche ricchezze del Paese Italia.