L’intervento in aula a nome del gruppo del Partito Democratico sulla mozione relativa alle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale Cofirmatario della mozione sulle convenzioni bilaterali approvata giovedì 19 marzo dalla Camera dei deputati, l’On. Fabio Porta è intervenuto in aula per esprimere la sua soddisfazione e annunciare il voto favorevole del gruppo del Partito Democratico. Dopo aver rilevato che la mozione di cui era primo firmatario insieme all’On. Fucsia Nissoli era stata sottoscritta da tantissimi deputati e condivisa in tutti i suoi aspetti dal suo partito, il deputato eletto in America latina ha ricordato che: “ Da ormai alcuni anni decine di migliaia di giovani italiani decidono di “emigrare” in cerca di un lavoro e di un futuro più stabile e sereno; un futuro migliore, presumono, di quello che riserverebbe loro l’Italia. Ad espatriare sono soprattutto i più giovani e moderne figure di migranti: ricercatori, insegnanti, laureati e diplomati, imprenditori, artigiani qualificati, studenti. Purtroppo – ha evidenziato Porta - nella strategia di internazionalizzazione del Paese, a causa del drastico ridimensionamento delle cosiddette politiche migratorie che da alcuni anni si sta determinando, rischiano di offuscarsi le potenzialità legate alla presenza degli italiani nel mondo e tende a restringersi la rete di relazioni che essa ha assicurato nel tempo, con grave danno del Paese soprattutto in questo passaggio di gravi difficoltà economiche e sociali. Il deputato ha stigmatizzato che la sensibile riduzione dell'intervento pubblico e il quasi totale abbandono della gestione delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale (nella sua accezione più vasta e quindi previdenza, sanità, assistenza e fisco) non consente di esercitare una doverosa tutela dei diritti e un rigoroso controllo dei doveri socio-previdenziali delle nuove migrazioni di cittadini i quali si recano a lavorare all' estero, anche per lunghi periodi, dove versano i contributi e pagano le tasse, e i quali rischiano poi, a causa delle convenzioni oramai obsolete o inesistenti, di non essere adeguatamente tutelati negli ambiti previdenziale, fiscale e sanitario. Le convenzioni di sicurezza sociale – che attengono ai diritti socio-previdenziali dei lavoratori - sono state stipulate, tranne alcune eccezioni, negli anni settanta e ottanta, e sono evidentemente convenzioni obsolete nello spirito, nei contenuti e nella forma che non possono più tutelare adeguatamente diritti e interessi o doveri delle nuove migrazioni perché non sono state adeguate alle evoluzioni e agli aggiornamenti, talvolta radicali, delle legislazioni e dei sistemi previdenziali dei Paesi contraenti. Inoltre – ha ricordato Porta - sono numerose le convenzioni bilaterali di sicurezza sociale già firmate dall’Italia con Paesi di vecchia emigrazione (come il Cile) e di immigrazione (come le Filippine ed il Marocco) ma mai ratificate dal Parlamento italiano. Ci sono infine alcuni Paesi con grandi collettività residenti in Italia, come l’Ecuador ed il Perù, che da anni giustamente ci chiedono di sottoscrivere una convenzione in questa materia, che andrebbe incontro anche ai tanti italiani che lì vivono e lavorano da tanti anni. “Noi riteniamo – ha affermato il deputato - che sia un ineludibile dovere etico continuare a riconoscere alla nostra vecchia emigrazione il contributo storico dato in momenti difficili al Paese e allo stesso tempo garantire tutela e di solidarietà a coloro i quali sono costretti nuovamente a lasciare il Paese perché in seria difficoltà, a partire proprio dalla tutela previdenziale e sanitaria”. “Con questa mozione – ha concluso Porta - quindi vogliamo sollecitare, responsabilizzare e impegnare il Governo a istituire un tavolo tecnico che veda la presenza dei rappresentanti dei Ministeri competenti, dell’Inps e dei patronati nazionali con il preciso compito di monitorare lo stato delle convenzioni di sicurezza sociale vigenti, di verificare la loro compatibilità con le modifiche intervenute nel nostro sistema previdenziale e la eventuale conseguente necessità di rinegoziazione; di verificare inoltre, a fronte dell’aumentata mobilità internazionale di lavoratori e lavoratrici – sia in uscita che in ingresso in Italia – la necessità di stipulare nuovi accordi bilaterali di sicurezza sociale, completando il quadro giuridico di salvaguardia dei diritti sociali, e aggiornare quelli in vigore, a garanzia di una più adeguata ed efficace tutela presidenziale. Un percorso, va dato atto a questo Governo, che per la prima volta è ripartito, con la ratifica di importanti accordi bilaterali e multilaterali di sicurezza sociale fermi da anni e con una nuova attenzione e sensibilità del Ministero degli Esteri e del Lavoro a questa tematica”.