Una mia lontana interrogazione al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sulla conclusione di un accordo con il Canada per la reciproca conversione delle patenti di guida - interrogazione che ho replicato qualche settimana fa per interrompere il lungo ritardo - ha avuto finalmente risposta da parte del Ministro Lupi. La questione riguarda l’esigenza di consentire, tramite un accordo bilaterale, che i cittadini italiani che risiedono in Canada e quelli canadesi che risiedono in Italia possano beneficiare della conversione delle loro patenti originarie in quelle dei paesi in cui si trovano, senza essere costretti a sostenere gli esami per ottenere un nuovo titolo, dopo la scadenza dei termini di utilizzazione nel paese straniero. Le trattative tra i due paesi sono partite addirittura nel 2001 e hanno conosciuto una serie di rinvii ed improvvise accelerazioni dovute sia ai tempi non certamente fulminei delle relazioni diplomatiche sia alla complessità giuridica e istituzionale di una tale operazione. In Canada, infatti, per la natura federale dello Stato, la materia è di competenza esclusiva delle Province che hanno un’autonomia molto marcata nei confronti dello Stato centrale. Il che porta a dover stabilire un rapporto diretto con ogni singola entità provinciale e a perfezionare tanti accordi quante sono le Province canadesi, che hanno poteri ancor più penetranti, tanto per capirci, delle nostre Regioni a statuto speciale. Nel 2003 il Dipartimento degli esteri canadese manifestò l’intento di definire con l’Italia un accordo quadro nel quale collocare i successivi accordi con le Province. La risposta all’interrogazione ripercorre in dettaglio questa lunga vicenda, su cui non mi soffermo retrospettivamente perché la cosa importante, e ormai indifferibile, è giungere ad una conclusione e mettere i tanti interessati, sia italiani che canadesi, nella condizione di risolvere positivamente i loro problemi. Quello che posso dire è che, sulla base dei numerosi contatti che negli ultimi mesi ho avuto con i rappresentanti di governo italiani e con le autorità diplomatiche dei due Paesi, che ringrazio per il loro fattivo impegno, la soluzione dovrebbe essere non lontana. In sostanza si sta mediando con il Governo del Quebec, sensibile alle sue prerogative in materia di trasporti, per raggiungere un’intesa diretta che tuttavia non precluda successive intese con i rappresentanti delle altre Province e/o del Governo federale. Il mio auspicio è che si ponga finalmente termine a questa fin troppo lunga vicenda e la mia richiesta è che le autorità competenti dei due Paesi facciano uno sforzo risolutivo in questa direzione. In ogni caso, come è accaduto finora, da parte mia non smetterò di seguire gli sviluppi della vicenda e di sollecitarne una definizione, in modo che i cittadini interessati possano avere questa ulteriore opportunità e i rapporti tra i due Paesi arricchirsi di un ulteriore punto di incontro. On. Francesca La Marca