Carissimi tutti,
innanzitutto desidero scusarmi con voi per la mia assenza, purtroppo il frenetico calendario dei lavori parlamentare mi obbliga a rimanere a Roma.
Ci tengo, intanto, a ringraziarvi per il lavoro fatto in questi anni. Un lavoro che proprio adesso, alla vigilia delle elezioni per il rinnovo dei Comites, appare ancor più nitido e determinante: per alcuni di voi si chiuderà un'esperienza importantissima a servizio della comunità, per altri sarà occasione di rinnovato impegno nell'affiancamento dei nuovi eletti.
Molto è stato fatto in questi anni e molto si potrà fare in futuro con quello stesso spirito di collaborazione che vi ha sempre contraddistinto. In questi anni abbiamo avuto modo di constatare come la nostra comunità sia cambiata, e come - con lei - sia cambiata anche l'emigrazione.
Ci troviamo di fronte a nuovi fenomeni migratori che ci obbligano a nuove sfide. Le esigenze dei giovani che arrivano sono molto diverse dall'emigrazione storica. Per questo siamo chiamati a trovare rinnovate risposte.
Non possiamo negare, infatti, che l'Australia oggi rappresenta per molti di questi giovani "La Terra Promessa". In parte - magari in relazione alle prospettive lavorative - sono d'accordo con questa concezione. D'altro canto, invece, dobbiamo essere altrettanto schietti con noi stessi e con questi giovani a cui va detto che spesso i messaggi veicolati attraverso giornali, TV e social network non rappresentano la realtà. Proprio in questo i nuovi Comites potranno avere un ruolo importante e di indispensabile supporto.
E servirà impegno. Tanto impegno. Perché malgrado il successo dell’iniziativa comune per scongiurare la chiusura dei consolati di Brisbane ed Adelaide, non dimentichiamo che il maggiore flusso di emigrati e la sempre alta domanda di servizi, specie da parte dei nostri connazionali più anziani, potrebbe non trovare adeguata risposta. Sono convinto che alcuni dei servizi oggi forniti dalle sedi consolari, possono essere svolti dalle sedi dei Patronati all'estero. Ed è anche per questo che nonostante i tagli operati al loro finanziamento, i Patronati rimangono strutture essenziali per il nostro territorio.
Le nostre Comunità da sempre rappresentano preziosa risorsa del Sistema Italia e, ancora di più oggi, possono e devono giocare un ruolo importante per il Belpaese. L'italiano e la cultura italiana rappresentano anche un marchio di eccellenza in tutto il mondo (primi sponsor naturalmente sono le nostre Comunità che abitano all'estero che permettono l'export). Penso sia arrivato, dunque, il momento di promuovere un forte coordinamento fra la nostra comunità, le autorità diplomatiche, l’ICE, l’ENIT, le Camere di Commercio, le strutture di assistenza all’Italian business e le aziende italiane che operano in Australia: una rete che metta i Comites al centro dei progetti. Fra gli obiettivi di questo coordinamento includerei, poi, anche (ma non solo):
- il potenziamento delle strutture di supporto per la promozione del business italiano in Australia;
- un migliore collegamento con la nostra comunità integrata;
- la razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse messe a disposizione dall’Italia per la promozione del Made in Italy;
- una più attiva presenza delle aziende italiane nella comunità e società australiana
Ripeto: siamo una risorsa e, malgrado alcune politiche di questi anni non sempre ci abbiano dato il ruolo che ci è da più parti riconosciuto, con il rinnovato impegno del Governo e con l'approvazione in Senato di un emendamento alla legge di stabilità siamo riusciti a ottenere nuove risorse per la lingua e cultura, segno tangibile e continuo di un legame tra l'Italia e l'Italia che sta fuori dai confini nazionali. Per ciò che riguarda i nostri enti gestori, i fondi aggiuntivi dovrebbero permettere il mantenimento di finanziamenti dall’Italia non inferiori a quelli degli anni precedenti.
La lingua è il veicolo essenziale per mantenere stretti i legami tra le generazioni: gli anziani diventano strumento per veicolare e trasmettere usi e costumi della tradizione italiana ai più giovani. Non solo, c’è una forte domanda nella società australiana di lingua a cultura italiana. Domanda che, se ignorata, rischia di cedere il posto ad altre lingue e culture.
Ecco perché, siamo altresì consapevoli che oggi bisogna dare una risposta adeguata alle nuove esigenze anche in questo ambito e sono convinto che nei prossimi mesi sia indispensabile avviare un ampio dibattito per un intervento legislativo che porti ad una modifica dell’attuale legge per l'insegnamento della lingua e la promozione della cultura italiana nel mondo.
Sul fronte australiano mi permetto di suggerire due campi di intervento: l’assistenza alla comunità italiana più anziana (già nelle ultime due riunioni dell'Intercomites riconoscevamo che “stiamo perdendo il treno”) e la semplificazione delle procedure di riconoscimento delle qualifiche professionali al fine di ottenere visti di residenza permanente o a lungo termine in Australia (problema molto sentito fra i tanti giovani in Australia con i visti vacanza lavoro). Sono questioni che richiedono l’appoggio bi-partisan della politica australiana e per questo ritengo vada attivamente coinvolto il FIAP sulle iniziative da intraprendere.
Carissimi, spero queste mie poche righe possano essere da stimolo per un dibattito più approfondito nei prossimi mesi.
Grazie a tutti per l'attenzione e vi auguro buon lavoro.
Roma, 28 marzo 2015
Sen. Francesco Giacobbe