Procedere con cautela ma fermezza. Sgomberare il terreno da inutili polemiche. Comprendere che l'esenzione IMU per i residenti all'estero, anche se solo per i pensionati iscritti all'AIRE, è un risultato positivo che va liberato da interpretazioni restrittive. Basti pensare che un italiano che risiede in Italia, pagando un affitto, dovrà comunque versare l'IMU prima casa, anche se non ha altre abitazioni. Dire mezze verità non aiuta mai a capire, in particolare quando si parla di temi che sono politici ma anche tecnici e quando, attorno all'intreccio IMU, TASI e TARI, per gli italiani all'estero si intrecciano anche i rapporti tra deputati e senatori eletti oltreconfine. Nel regime ICI, smantellato dal Governo Berlusconi, gli italiani all'estero godevano di una posizione di rendita per cui l'abitazione in Italia, se non affittata, veniva esclusa dall'imposta comunale. Il centrodestra, con Forza Italia che allora si chiamava PDL, approvò l'abolizione dell'ICI sulla prima casa dimenticando gli italiani all'estero. E gli italiani all’estero, infatti, cominciarono a pagare l'ICI proprio allora, per la prima volta! Anche per chi non aveva altra casa! Si passò cioè da un regime privilegiato a una palese discriminazione! Quindi sono oggi davvero poco credibili gli attacchi rivolti alla maggioranza da Forza Italia. In questa legislatura il Senato, con la conferma della Camera, ha introdotto sull'IMU prima casa, non locata, un esonero per i pensionati residenti all'estero e iscritti all'AIRE. Il giorno dopo l'approvazione della norma dicemmo che la sua interpretazione sarebbe stata complessa. Definire "pensionato" non è semplice e, infatti, il Governo ha delimitato la condizione, oltre all'AIRE, anche alla titolarità a pensione estera. Deputati e senatori di maggioranza stanno lavorando alla interpretazione della norma per assicurare la sua estensione ad una platea più ampia di pensionati ma anche all’elaborazione di eventuali modifiche, qualora non fosse possibile procedere a una interpretazione più ampia. Inoltre, stanno lavorando sia dal punto di vista politico che tecnico a una revisione completa della materia fiscale per i residenti all'estero. Questo lavoro, politico e tecnico, avviene ogni giorno nelle aule parlamentari. I risultati possono arrivare se insieme si lavora per raggiungere risultati concreti anziché fare campagna elettorale contro qualcuno o, più in generale, denigrando gli eletti all'estero. ItaliaChiamaItalia, in numerosi articoli e interventi, ci richiama con sollecitudine a trovare una soluzione. Bene farlo con parole ragionevoli, entrando nel merito e contribuendo a trovare soluzioni. Meno utile trasformare l'intera vicenda in una sorta di fallimento degli eletti all'estero. Non sono il solo a pensare che per ragioni di equità, per il conseguimento degli obiettivi generali di parità di trattamento, centrali ad una razionale impostazione delle politiche per gli italiani residenti all'estero, risulti fondamentalmente procedere a una completa revisione del regime fiscale per i residenti all'estero. Noi continueremo a impegnarci. Lasciamo ad altri sia la pavida attesa che le offese gratuite. On. Marco Fedi