ROMA - "Hanno deciso di costruire il futuro lontano da Messina. La loro città non offriva grandi opportunità e hanno preferito rimettersi in gioco. Le scelte di vita di Antonio, Domenico e Giovanni si sono rivelate vincenti. Adesso svolgono lavori e professioni differenti, ma qualcosa li accomuna, oltre alle origini: hanno trovato la loro dimensione a Londra, metropoli multietnica e cosmopolita distante dalle loro case in riva allo Stretto ben duemila chilometri. Ciò non li ha spaventati. Armi e bagagli si sono trasferiti in Inghilterra, credendo ostinatamente, fin dall’inizio, che quella sarebbe stata la strada migliore". Ce lo racconta Riccardo D'Andrea in un articolo pubblicato il 4 giugno su La gazzetta del Sud, versione web. "L’incastonatore Antonio Bonanno, 37 anni, lo scorso marzo ha raggiunto Londra, in cerca di "fortuna", visto che la sua attività di incastonatore di diamanti in riva allo Stretto non aveva margini di crescita. Pochi giorni per ambientarsi e mandare curricula e arriva la tanto attesa chiamata. Dall’altro lato della cornetta c’è il responsabile di una gioielleria con sede ad Hatton Garden, nel quartiere di Holborn. Lo mette alla prova per un mese, poi gli stringe la mano e gli dice “Good luck”. Due parole che equivalgono all’assunzione. "Ho riacquistato fiducia grazie a questo fantastico team del centro londinese", afferma con gioia Antonio. "Le soddisfazioni lavorative nel mio settore qui a Londra sono molte, in quanto la crisi economica che attanaglia l’Italia si ripercuote sulla "gioielleria di alta qualità". Per me è una vittoria. A 20 anni ho lasciato Messina per andare a Valenza Po, in provincia di Alessandria. Volevo diventare incastonatore di diamanti. Dopo 5 anni di sacrifici ci sono riuscito e sono tornato a Messina, dalla mia famiglia. Ho collaborato con gioiellieri di antiche radicima purtroppo, negli ultimi tre anni, il lavoro è calato fino a livelli inaccettabili». Così, Antonio si è giocato le sue carte, fino in fondo. «Forte di un’esperienza di incastonatura microscopica che ho affinato di recente, sono partito per Londra, con un inglese stentato, un ampio book fotografico e “skill” importanti. Tutti i curriculum sono stati accettati online e il mio telefono ha cominciato a squillare. E oggi sono qui, ad Hatton Garden". Il business analyst alla Disney La storia di Domenico Cutugno, 35 anni, per tutti "Nello", si snoda da una borsa di studio Erasmus, vinta nel 2004. Destinazione Bucarest per 6 mesi. "Questa esperienza mi ha cambiato la vita", racconta. Tornato a Messina, si è laureato in Economia e commercio, nel 2006. "Sulla scia dell’Erasmus sentivo il bisogno di ripartire, soprattutto per dare un’accelerata alla carriera". Ha ottenuto borsa di studio post-laurea di 5 mesi con il programma Mae Crui. Ed è partito per uno stage come "assistente rapporti commerciali Italia-Irlanda", all’ambasciata italiana a Dublino. Qualche mese più tardi, ha vinto un’altra borsa di studio “Leonardo da Vinci” con l’Università di Udine, per un tirocinio di 4 mesi all’Ac Nielsen, il cui quartiere generale europeo era a Londra. Nel 2007 lo "sbarco" in Inghilterra: "Lavorare a Londra è fantastico", sottolinea "Nello". "La lingua inglese e le dinamiche scandite dal Big Ben di Westminster creano un sistema in continua crescita sia dal punto di vista economico che sociale". Nel marzo 2008, l’azienda si è preparata ad emigrare altrove e a tutti gli impiegati è stato fornito un consulente per la ricerca di un nuovo lavoro. "Allora ho capito la forza del “mercato” londinese. Nel giro di due settimane ho ricevuto telefonate da aziende che volevano incontrarmi per un colloquio. Poi è arrivata un’offerta di lavoro al 32. piano del palazzo Citygroup, in Canary Wharf. Si trattava di una sostituzione per maternità, ma a me andava bene così. In seguito, tramite una ex collega della Ac Nielsen, nel settembre 2008 ho ottenuto un contatto con la Disney, che di lì a poco mi avrebbe chiamato per un colloquio. Poi si è trasformato in qualcosa di molto più concreto. Il mio ruolo iniziale era quello di analista finanziario nella gestione e controllo delle Royalties sul mercato italiano. Nei quasi otto anni alla Disney ho fatto esperienze incredibili e cambiato 4 posizioni lavorative, fino a ricoprire quella attuale di "Business analyst Emea", un ruolo indipendente per attività di revisione e consulenza che mi permette di viaggiare in tutto il mondo". Forte della sua esperienza, il 35enne dà un consiglio ai giovani messinesi: "È giusto partire per curiosità, per imparare, conoscersi. Ma è altrettanto fondamentale tornare a casa, “riversando” tutto nella propria terra. E se è il caso ripartire. Per questo oggi ho preso un periodo di aspettativa dalla Disney per rivivere la mia Messina con nuovi occhi e con tanto entusiasmo", afferma “Nello” Cutugno. La start up per balbuzienti "Fin da piccolo, ho desiderato fare qualcosa di grande", confessa Giovanni Muscarà, 32 anni. "Un desiderio che ha cominciato a vacillare con l’inizio della scuola, scontrandosi con la “caratteristica” più evidente della mia persona: una forte balbuzie. Ricordo di aver preso coscienza del problema il primo giorno delle Elementari, quando una mia compagna mi prese in giro. La paura e l’ansia di brutte figure mi hanno sempre accompagnato. A 16 anni ho iniziato a frequentare un corso di rieducazione al linguaggio e ha preso il via la mia grande battaglia. Nei primi anni, però, i risultati sono stati altalenanti". Conseguita la maturità classica, Giovanni si è iscritto all’Università Cattolica di Milano. "In quegli anni volevo trovare una soluzione ai problemi della Sicilia. Il giorno della discussione della tesi è accaduto qualcosa di straordinario: sono riuscito a parlare perfettamente. Da quel momento, il mio impegno con il linguaggio si è moltiplicato. Nel contempo, iniziava a materializzarsi il sogno di lavorare nel mondo della finanza che conta", evidenzia Giovanni. Ultimata la “gavetta” in revisione contabile, è entrato nel team di Corporate finance di una delle principali società di servizi finanziari a livello mondiale. «Il prezzo pagato – rimarca – è stata la regressione verso la balbuzie originale. Ho deciso di prendere un periodo di aspettativa e mi sono recato a Londra dove ho fatto colloqui per grandi banche d’affari e società di consulenza della City. Ho valutato l’ipotesi di insegnare ad altri con il mio stesso problema come venirne fuori. Ho deciso allora di dedicarmi anima e corpo allo sviluppo di una nuova tecnica. Con neurologi e fisioterapisti ho definito il “Body stability language”, che ha come scopo imparare a parlare fluentemente, “arginando” i movimenti involontari della balbuzie e stabilizzando automaticamente i risultati di fluenza ottenuti, senza estenuanti allenamenti quotidiani». Quindi, Giovanni ha creato a Londra un centro internazionale per la cura della balbuzie, l’International stuttering centre. «La cosa che mi dava più dolore è così diventata la maggiore fonte di soddisfazione umana, lavorativa ed economica della mia vita. Alla fine del 2012 sono tornato in Italia per strutturare meglio il centro», conclude. Oggi l’International stuttering centre ha sede a Milano e fa parte delle start up insediate presso Fondazione Filarete. Organizza corsi intensivi a Milano, Roma, Catania, Bologna e Genova ma presto verranno attivati anche a Napoli e Verona. Storie in pillole Antonio Bonanno ha 37 anni ed è incastonatore di diamanti. Dopo una dura formazione in provincia di Alessandria, è tornato a Messina, dove ha lavorato per alcune gioiellerie. Complice la crisi degli ultimi tre anni, ha deciso di trasferirsi a Londra. Qualche settimana fa è stato assunto da una ditta con sede ad Hatton Garden. Domenico Cutugno, 35 anni, è business analyst alla Disney. Dopo aver vinto alcune borse di studio, è approdato all’Ac Nielsen e poi nella più grande azienda al mondo nel campo dei media e dello spettacolo, leader nell’intrattenimento per infanzia. Giovanni Muscarà, 32 anni, ha fondato a Londra un centro internazionale per balbuzienti. La struttura ha sede anche a Milano e tiene corsi in varie città italiane, tra cui Roma, Bologna, Genova e Catania". (aise)