Roma - Da alcuni anni l'immigrazione dall’estero sta rallentando, tanto che nel 2014 riesce a malapena a contenere la perdita di popolazione dovuta a un saldo naturale fortemente negativo. Gli iscritti in anagrafe provenienti da un Paese estero sono stati circa 280 mila, di cui il 90% sono stranieri. Gli italiani che rientrano dopo un periodo di emigrazione all' estero sono poco meno di 30 mila. Al contrario, coloro che hanno lasciato il nostro Paese sono circa 136 mila, di cui quasi 90 mila sono italiani. Le iscrizioni sono da ascriversi in misura leggermente prevalente agli uomini (50,1%), contrariamente a quanto avveniva negli anni precedenti, quando erano prevalenti le donne. Rispetto agli anni precedenti diminuisce il numero degli immigrati e aumenta il numero degli emigrati. Il saldo tra i due flussi in entrata e in uscita è pari 140 mila unità circa. Suddividendo per cittadinanza emerge che il bilancio per gli italiani è negativo (-60 mila), mentre è positivo per gli stranieri (+200 mila). Lo rileva l'Istat nel Bilancio demografico nazionale relativo all'anno 2014. Tuttavia, se si analizzano tutte le voci registrate nel movimento anagrafico - spiega l'Istat -, si può osservare che molte persone, in particolare straniere, vengono cancellate dall'anagrafe per irreperibilità o per scadenza del permesso di soggiorno. Si tratta di stranieri che non sono più in Italia, ma che, non avendo comunicato l'emigrazione all'estero, vengono cancellate con queste motivazioni. Facendo l'ipotesi che questi stranieri vengano considerati cancellati per l'estero e - stimando sotto questa ipotesi il saldo - emerge un panorama sensibilmente diverso, determinando un nuovo saldo con l'estero pari a poco più di 82 mila unità. Distinguendo tra italiani e stranieri, il saldo per i primi non cambia, mentre per gli stranieri si riduce a poco più di 142 mila unità. In particolare cambiano molto i dati delle diverse ripartizioni geografiche. Secondo questa ipotesi di stima il Nord-est risulta essere la ripartizione con il minor tasso migratorio estero (0,8 per mille), mentre le regioni del Sud raggiungono un tasso pari a quello del Nord-ovest (1,5 per mille). A livello di regione, si registrerebbero valori negativi per regioni quali il Piemonte, la Valle d'Aosta, la Liguria, il Friuli Venezia Giulia e la provincia autonoma di Trento. (NoveColonne ATG)