Alla luce dei recenti eventi in Venezuela che hanno messo a nudo l’esiguità delle pensioni in convenzione non integrate da prestazioni sociali (trattamento minimo e maggiorazioni sociali) e/o familiari, i deputati del PD eletti all’estero Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta e Tacconi hanno presentato una interrogazione al Ministero del Lavoro e al Ministero dell’Economia e delle Finanze per chiedere l’aumento dell’importo minimale delle pensioni in convenzione internazionale. Infatti, quello degli importi pensionistici italiani irrisori è un fenomeno che non è limitato ovviamente solo al Venezuela ma è ancora molto diffuso nel mondo dei pensionati emigrati ed interessa soprattutto la nostra emigrazione degli anni ‘60 e ’70, composta oramai da persone ultrasettantenni. Basti pensare che la media degli importi delle pensioni pagate all’estero dall’Inps è intorno ai 200 euro, ma sono decine di migliaia le pensioni di importo molto più basso, spesso irrisorio. Accade che quando il reddito o la pensione estera dei nostri emigrati superano i limiti stabiliti per legge per avere diritto ad una prestazione assistenziale o familiare, l’Inps riduce o annulla tali prestazioni e riporta il loro importo al solo rendimento dei contributi versati. Si tratta di importi pensionistici obiettivamente miseri e comunque insufficienti a garantire un tasso di congrua remunerazione dei contributi versati nei casi in cui, che non sono pochi, la pensione “a calcolo” non maggiorata dalla integrazione al minimo, dalle maggiorazioni sociali o dalle prestazioni familiari – sia di importo irrilevante a causa della remota collocazione nel tempo e del numero dei contributi versati in Italia e anche dell’inadeguatezza dell’attuale sistema di rivalutazione di tali contributi. I deputati del PD suggeriscono al Governo nella loro interrogazione che il grave e diffuso problema delle pensioni irrisorie si potrebbe ovviare (almeno in parte) con l’aumento dell’importo minimale mensile stabilito attualmente dalla legge n. 335 del 1995 (la nota riforma pensionistica che prese il nome dell’allora presidente del Consiglio dei ministri Lamberto Dini che ne fu il promotore). Come si ricorderà in base alla legge n.335/95 e con effetto dal 1° settembre 1995 fu istituito per le pensioni italiane in regime internazionale un minimale di pagamento pari a un quarantesimo del trattamento minimo per ciascun anno di contribuzione (da lavoro, figurativa e volontaria) fatto valere in Italia. Tale minimale prescinde dal reddito del pensionato e da una sua eventuale titolarità di una pensione estera, e trova applicazione quale che sia il regime di calcolo (retributivo, misto o contributivo) delle prestazioni. In sostanza i nostri connazionali futuri pensionati o già titolari di pensione in convenzione bilaterale (con i Paesi extracomunitari) o multilaterale (con i Paesi comunitari) in virtù della vigente normativa hanno diritto per ogni anno di contribuzione accreditato in Italia ad un importo minimo pari a 12,56 euro (cioè a un quarantesimo di 502,38 euro che è l’importo del trattamento minimo per il 2015). Ciò significa, per esempio, che chi ha versato 5 anni di contribuzione in Italia e acquisito il diritto a un pro-rata in regime internazionale, ha diritto ad un importo minimale mensile di appena 63 euro. I deputati sostengono che se tale minimale poteva avere un senso economico 20 anni fa (e comunque anche allora non l’aveva), oggigiorno rappresenta meno di una elemosina. Lo Stato italiano quindi, secondo i deputati del PD Estero, deve sentirsi responsabile di aumentare e quindi di dare dignità all’importo minimale mensile delle pensioni degli emigrati che è attualmente risibile. Nell’interrogazione, che è soprattutto una “sollecitazione”, si chiede di introdurre una modifica alla legge n. 335 per portare l’importo minimale mensile da un quarantesimo ad un ventesimo del trattamento minimo per ogni anno di contribuzione versato in Italia, in modo che tale importo diventi, per l’anno in corso, pari a 25 euro al netto delle eventuali prestazioni sociali e familiari per ogni anno di contribuzione versato in Italia. Si tratta di un cifra comunque modesta ma certamente più dignitosa e congrua. Comunicato dei deputati del PD eletti all’estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta e Tacconi