ROMA - Un dibattito animato e con numerosi protagonisti, che hanno voluto far sentire la propria voce, ha concluso oggi i lavori degli Stati Generali dell’Associazionismo degli Italiani nel Mondo. Le discussioni, coordinate da Franco Dotolo, Fondazione Migrantes, hanno preso il via con l’intervento di Bruno Plutino, presidente Acli Svizzera che ha parlato di “vecchia e nuova emigrazione”, di “territori”, “società complessa”, “partecipazione alla vita sociale e civile”, della necessità di impegnarsi a “proteggere le forme democratiche di tale partecipazione: la democrazia oggi - ha detto - è messa a rischio dalla repressione, la solitudine, l’individualismo, una società dove l’associazionismo è un elemento fondamentale per guardare in avanti e dare un futuro alle nuove generazioni”. Di crisi e associazionismo ha parlato Mimmo Guaragna, Filef Basilicata, spostando i riflettori sugli enti regionali, “vere essenze delle nostre associazioni”. Considerati “i tagli ai fondi - ha sottolineato - oggi le consulte regionali vanno ripensate andando oltre le stesse, le quali hanno un senso” se considerano “l’emigrazione di ieri e di oggi”, come “fenomeni connessi ma diversi”. “L’associazionismo - ha ribadito - è insostituibile, le nostre associazioni all’estero devo fare uno sforzo per restare in contatto con il le regioni di origine”: da qui la valorizzazione di regioni e consulte. Per Gugliemo Bozzolini (Ecap Svizzera) “innovazione” “è il punto chiave e con il Forum vogliamo essere innovativi”. “L’emigrazione - ha ricordato - è una risorsa da tutelare e valorizzare: consideriamo che la nuova emigrazione italiana non ha la dimensione del ritorno perché all’estero si accumula capitale cognitivo che in Italia non può essere riutilizzato, a meno che - ha sollecitato - nel Paese non si faccia una vera riforma dell’università e del mondo educativo”. “Le associazioni - ha concluso - devono partecipare alla vita politica del Paese, occuparsi dei problemi veri della società”. Oscar de Bona, presidente dei Bellunesi nel Mondo, ha elogiato gli esempi della provincia di Trento e del Fvg e da ultimo del Veneto. Territori che “assegnano i soldi destinati alle attività di emigrazione direttamente alle associazioni regolarmente iscritte” bypassando l’intermediazione della regione. De Bona ha poi sollecitato un maggior coordinamento a livello nazionale su scelte comuni operative, quale ad esempio quella sulla tassazione della seconda casa per gli italiani residenti all’estero. Per la Uim, è intervenuto Dino Nardi (Svizzera) che ha parlato delle diverse “esigenze delle comunità emigrate anziane e di quelle più giovani”. “E’ evidente - ha detto - che la coabitazione tra il mondo tradizionale dell’emigrazione e questo nuovo mondo sia estremamente difficile perché essi vivono su due linee parallele che raramente si incontrano. Come associazionismo proviamo a far coincidere i due mondi e anche se non è semplice dobbiamo provare a fare massa critica come è avvenuto agli inizi degli anni ‘80 in Svizzera quando l’associazionismo italiano si costituì in Comitato Nazionale d’Intesa riuscendo a creare un organismo riconosciuto dalle autorità. Se riuscissimo anche oggi a fare ciò si potrebbe guadagnare l’autorevolezza che si aveva a quei tempi”. Con uno sguardo rivolto invece al futuro, Peppino Abate (Aitef) ha auspicato la costituzione di “un nuovo associazionismo che esalti il volontariato, che sappia unire la tradizione e la modernità, fare tesoro di esperienze, elaborare proposte innovative credibili costruite con la collaborazione di tutti e che che tuteli veramente gli italiani ovunque essi siano”. Da parte di Michele Scala (Colonia libera di Losanna) è venuta invece la “denuncia di un’ingiustizia”: “siamo stati cancellati dall’elenco delle associazioni - ha spieigato - perché abbiamo rifiutato di dare i nomi dei soci”. Pronta la replica dell’Ambasciatore Cristina Ravaglia, a capo della Direzione Generale Italiani all’estero e Politiche Migratorie: “i nostri consoli hanno avuto istruzioni precise - ha risposto - in caso di associazioni che desiderano mantenere una riservatezza sugli associati le istruzioni erano che nessuna lista venisse depositata in Consolato ma fatta vedere dai responsabili dell’associazione al Console. C’è stato un malinteso”, ha concluso, assicurando massima disponibilità per chiarire. Tra gli altri intervenuti: il prof. Giumelli, sociologo (Italicus, associazione in Venezuela) che ha parlato di italicità e di questo “primo social-network dedicato agli italici affinché siano protagonisti della cultura nel mondo”; l’ex vice presidente del Comites di Madrid (“spero che questo forum ci permetta di avere una presenza ancora più rilevante presso le autorità”); l’on. Menia (Ctim) che ha spaziato da temi già affrontati a quelli più attuali dell’emergenza migratoria nel Mediterraneo; Melo Cicala che citando la realtà di Washington ha ricordato l’importanza della lingua italiana nel mondo; Michele Consiglio che delle associazioni ha ricordato “le persone”. “Siamo di fronte ad un grande cambiamento - ha detto - passiamo da un Coordinamento a un Forum. Questo nuovo contenitore però non deve avere soggetti vecchi. Dobbiamo rivedere le modalità e le ragioni della nostra presenza nel mondo: abbiamo la responsabilità di un patrimonio e non possiamo rimanere inchiodati a quello, dobbiamo diffonderlo, farlo conoscere”. Di fronte al “consumarsi dell’esperienza migratoria dobbiamo capire se siamo in grado di intercettare le nuove migrazioni; capaci di essere un soggetto che costruisce relazioni fra persone, in una dimensione identitaria e anche educativa”. Saverio Polizzi (Mosca) ha portato l’esperienza di Sviluppo e Società e del Forum Russia-Italia, mentre Mangolini Giuseppe introduendo il tema Expo è poi tornato sul rapporto tra associazionismo e regioni. Da parte di Maria Volas (Francia), insegnante universitaria di italiano nel nord della Francia la proposta “Le parole e le cose: parliamo dell’italiano” perché “l’italiano diventi la lingua dell’emigrazione, del Mediterraneo”. Massimo Lucidi, presidente di Asmef, ha proposto dal canto suo l’iniziativa di una Giornata dell’emigrazione, mentre dalla Germania Mauro Bistolfi ha chiesto “una conferenza nazionale dell’emigrazione”. Dario Locchi, presiede dei Giuliani nel Mondo, ha invece parlato dei giovani (“se non riusciamo a catturare l’attenzione dei giovani discendenti o di coloro che si allontanano dal Paese nella nuova emigrazione nostre associazioni sono destinate a scomparire”) e di doppia identità. Alla regione, ha detto, “chiediamo che una volta l’anno con legge regionale si dedichi una giornata agli emigrati; chiediamo il coinvolgimento delle associazioni nelle iniziative che la regione fa all’estero per gli emigrati; chiediamo l’istituzione di uno sportello telematico che consenta ai nostri emigrati di connettersi con regione per fare domande; e chiediamo sostegno alle iniziative per i giovani”. Sono poi intervenuti: Marina Gabrieli, dottoranda a Tor Vergata e Massimo Angrisano (Filef Campania), il quale ha accolto come positiva l’odea di istituire il Forum dell’associazionismo degli italiani all’estero. Infine, Roberto Volpini ha invitato i presenti ad approvare “il documento emerso da un seminario del 16 dicembre “Verso il forum delle associazioni familiari”, un documento di lavoro utile “alla legittimità di questa assemblea, che contiene e tiene in considerazione alcuni impegni e riflessioni comuni intorno all’impostazione del Forum. Sarà il documento - ha aggiunto - su cui costruiremo insieme il Patto associativo che costruirà il Forum e che insieme al Manifesto costituirà la base del costituendo forum”. Su tale documento, ha spiegato ancora, “lavorerà un gruppo di lavoro, prima dell’insediamento del nuovo Cgie (che si costituirà in dicembre)”. Gruppo di lavoro “formato dal comitato organizzatore e almeno 10 espressioni associative territoriali in giro per il mondo che non facciano parte delle associazioni già presenti nel comitato”. “Il passo successivo - ha concluso - sarà estendere il patto associativo e ragionare intorno alla forma statutaria del Forum, per stabilire regole affinché si crei un luogo partecipato di rappresentanza”. Un progetto che, ottenuto il consenso dei presenti, chiuderà il suo percorso in autunno. (s. del feraro\aise)