Di recente il Governo ha risposto alla mia interrogazione sulla situazione che si è venuta a determinare a Montreal nel campo dell’insegnamento dell’italiano in seguito della sospensione dei finanziamenti ministeriali nei riguardi del PICAI (Patronato Italo Canadese Assistenza Immigrati). Il PICAI, come a molti è noto, è un ente che da oltre quarant’anni insegna l’italiano a diverse generazioni di discendenti di nostri emigrati a Montreal e il suo venir meno nel panorama formativo del Quebec dovrebbe preoccupare tutte le persone che guardano in modo disinteressato agli interessi della nostra comunità. Desidero ricordare che il contributo dato ininterrottamente dal Ministero degli esteri al PICAI è stato sospeso nel 2014 per rilievi di ordine amministrativo che le autorità consolari hanno avanzato ai rappresentanti dell’ente. Nonostante ciò, il PICAI nel 2014 ha continuato le attività con fondi propri, che tuttavia non sono tali da far pensare ad un prolungamento dei corsi in caso di persistente interruzione del sostegno ministeriale. La mia interrogazione, dunque, è nata dall’intenzione di sollecitare tutte le parti in causa affinché, nel pieno rispetto della legge, ognuno faccia uno sforzo positivo volto a superare l’impasse e a tutelare i livelli di offerta linguistica conseguiti in tanti anni di impegno. In coerenza con l’operato dei nostri rappresentanti diplomatici e consolari in Canada, che da qualche tempo sono impegnati seriamente a sviluppare la promozione della nostra lingua e della nostra cultura. La risposta che il Ministero ha dato all’interrogazione può essere considerata positiva, in quanto afferma che “dall’Amministrazione si auspica il pronto ritorno ad una efficace collaborazione sul piano linguistico e culturale con l’ente PICAI”, aggiungendo che “la Sede opererà un ulteriore tentativo per favorire la ripresa del dialogo e superare in modo fattivo le criticità emerse”. Per arrivare al risultato da tutti desiderato, sono necessarie buona volontà e disponibilità da parte di tutti. Il mio augurio è che questo avvenga, nell’interesse della nostra comunità a Montreal e delle nuove generazioni, che non devono perdere il filo della loro identità culturale. On. Francesca La Marca