1. La fase che viviamo e i cambiamenti in atto a livello mondiale sono segnati dai processi di globalizzazione economica e finanziaria che stanno determinando una diffusa disuguaglianza ed una conseguente crescita delle povertà in tutti i Paesi.

2. I mercati finanziari accumulano ricchezza a discapito dei sistemi produttivi che vedono restringersi sempre più il loro campo d’azione innescando nuova disoccupazione e nuova precarietà .

3. Il benessere sociale ed economico delle persone e delle famiglie diminuisce insieme alla difesa della tutela dei diritti.

4. A tali tendenze in atto è doveroso rispondere con misure che perseguono una generale ridistribuzione delle ricchezze, seguite da azioni ed iniziative volte al recupero di un ampia condivisione delle responsabilità , attraverso la partecipazione attiva e la moltiplicazione positiva dei momenti di rappresentanza; contrastando il rinchiudersi nell’individualismo localista e la crescente disperazione di larghe fasce di popolazione.

5. In questo contesto indotto in modo preponderante da una crisi sistemica, economica, finanziaria e sociale, torna a crescere il fenomeno emigratorio e della mobilità delle persone che rivendicano e ricercano lavoro, tutele e un welfare pubblico e più solidale; grandi masse di persone si muovono da un paese all’altro, rafforzando lo sviluppo dei paesi più ricchi e riducendo le possibilità di sviluppo dei paesi lasciati a margine dello sviluppo e della ricchezza; ciò accade anche in Europa.

6. L’Italia, oltre che paese di immigrazione, è di nuovo un paese che alimenta significativi flussi di emigrazione giovanile.

7. L’associazionismo degli italiani nel mondo, con la sua storia e le sue esperienze, assume una rinnovata centralità nello sviluppo dei processi di socializzazione e di inclusione che devono garantire: la promozione educativa e sociale; la responsabilità collettiva per una società più accogliente; la crescita di una cosciente partecipazione alla vita democratica.

8. In Italia, in Europa, nel mondo, le società umane sono in fase di rapido cambiamento. L’associazionismo può contribuire alla identificazione di momenti, iniziative e misure in grado di contrastare il deterioramento delle condizioni socio economiche delle comunità e a far sprigionare da esse energie positive di relazioni interculturali e di azioni sussidiarie, per rivalorizzare il protagonismo dei cittadini migranti in un ottica di cambiamento del paradigma produttivo e di organizzazione sociale attualmente in crisi.

9. L’Associazionismo ha un grande ruolo di responsabilità e per questo intende impegnarsi per riconquistare la centralità delle persone e della loro crescita materiale e culturale attraverso la partecipazione associativa: condivisione, solidarietà, progettualità comune. Ciò e’ significativo in particolare per le associazioni insediate all’estero che hanno operato storicamente sulla base di valori positivi della della giustizia sociale, della partecipazione attiva nelle comunità italiane, verso le altre comunità emigrate e verso la madre patria.

10. L’associazionismo all’estero è e vuole essere una realtà proattiva dello stare insieme, anche tra persone di diversa cultura, l’opportunità per affermare valori culturali capaci di allargare, allo stesso tempo, l’area della conoscenza della italianità e il coinvolgimento delle comunità italiane nel loro ruolo di ponte, di mediazione e di interazione tra paese di origine e paese di accoglienza e , all’interno del paese d’accoglienza, tra le diverse comunità migranti e le popolazioni autoctone.

11. L’associazionismo esprime da sempre una rappresentanza sociale di interessi e di aspettative emergenti dalle nostre comunità all’estero. Esso è in grado di rappresentare e negoziare, ai diversi livelli e direttamente con i decisori pubblici, le scelte riguardanti gli italiani all’estero. Nell’attuale contesto di nuova mobilità delle forze lavoro in Europa e verso altri continenti, esso costituisce l’interlocutore fondamentale affinché il patrimonio rappresentato dai giovani in ripartenza dal nostro paese, non vada irrimediabilmente perduto.

12. Sulla base dei precedenti punti, il 14 Aprile scorso, si è costituito un Comitato Promotore degli Stati Generali delle Associazioni italiane all’estero formato da 6 federazioni nazionali. Lo scorso 11 Giugno, 16 federazioni nazionali e regionali delle associazioni degli italiani all’estero, assieme al Coordinamento delle Consulte Regionali dell’emigrazione, hanno approvato e condiviso il percorso di avvicinamento agli Stati Generali dell’Associazionismo di emigrazione che dovrà svolgersi all’inizio del 2015.

13. Esso prevede una serie di iniziative entro il prossimo autunno che, oltre ad allargare il comitato organizzatore alle federazioni più rappresentative operanti all’estero, a quelle regionali e alle associazioni della “nuova emigrazione”, consentano di analizzare la consistenza, le problematiche, le novità sorte negli ultimi anni nel movimento associativo degli italiani all’estero.

L’obiettivo finale è quello di ricostruire un momento di coordinamento generale della rappresentanza sociale delle nostre collettività nel mondo.

La crescita della nuova emigrazione determinata dalla crisi economica che stiamo attraversando, impone un’analisi puntuale delle realtà associative esistenti e la progettazione di un associazionismo del futuro in grado di integrare la tradizionale presenza organizzata con le nuove necessità e i nuovi fabbisogni che stanno emergendo.

In questo senso, uno spazio significativo, all’interno degli Stati Generali, sarà riservato alle nuove forme di autotutela, di mutuo soccorso, di informazione, di nuova partecipazione sociale che si stanno sviluppando.

14. Dopo un decennio di tagli, di drastica riduzione delle risorse per le politiche per l’emigrazione, di una progressiva assenza dello Stato, è il momento di riproporre, in piena autonomia, il valore insostituibile della partecipazione sociale, dell’integrazione interculturale, dell’autotutela e del protagonismo delle comunità emigrate. Una risorsa non riducibile ad altri momenti di rappresentanza, ma piuttosto, fondamento e base di ogni possibile rappresentanza.

15. Il Comitato Organizzatore degli Stati Generali apre con questo manifesto, la fase di adesione agli Stati Generali attraverso un’azione di informazione e di comunicazione e di iniziative che si svolgeranno in Italia e all’estero da qui ai primi mesi del 2015.

Ogni organizzazione aderente è chiamata a svolgere presso la propria base sociale e presso le collettività un’azione di mobilitazione e a stimolare la discussione intorno al programma degli Stati Generali.

16. Ogni singola associazione che aderirà è tenuta a fornire il proprio contributo conoscitivo, di proposta e di risorse per un ottimale svolgimento degli Stati Generali.