DOCUMENTO FINALE APPROVATO
Si è tento il 5 agosto 2015, presso la Sala Rossa del Parlamento Siciliano, il 13° congresso dell’Unione Siciliana Emigrati ne Famiglie (USEF). Il congresso, che ha registrato una importante presenza di delegati in rappresentanza dei circoli USEF organizzati
nel mondo, si è svolto nella sola giornata del 5 agosto e non come le altre volte nel contesto di importanti iniziative politiche culturali, a causa della carenza di risorse finanziarie, dovuta all’abbandono del settore da parte della Regione Siciliana.
Il congresso, che approva la relazione del Segretario Generale Salvatore Augello, e sottolinea con forza, che tre anni di violazione della legge sulla emigrazione siciliana da parte della regione che non ha saputo trovare neanche le risorse di sussistenza per un settore importante come quello dell’emigrazione, hanno indebolito il legame tra la Sicilia e le sue numerose comunità all’estero ed indebolito l’associazionismo che storicamente rappresenta il trait d’unione tra la regione e le comunità stesse.
La regione è rimasta per tutto questo tempo senza una politica per i suoi emigrati e ciò rischia di amplificare la grave crisi economica della Sicilia. Mentre i risparmi di spesa ammontano a poche centinaia di migliaia di euro, sono invece, importanti le perdite che possono venire in termini di mancati investimenti in Sicilia da parte di quei paesi in cui la nostra emigrazione è presente ed esercita ruoli importanti. Perdite che si riflettono in termini di mancata presenza turistica e di blocco di un rapporto culturale che ha arricchito negli anni sia la Sicilia che le sue comunità.
Le associazioni dell’emigrazione, tra cui l’USEF, rischiano di chiudere i battenti con un danno enorme per la regione.
Rischia di sparire un volontariato, promotore di un servizio sociale e di un’attività culturale e di promozione dello sviluppo di rapporti economici tra la Sicilia ed il mondo, che è stato esercitato senza spesa per la regione, con generosità dalle associazioni.
La legge siciliana finanzia con poche risorse le associazioni, il Governo ha bloccato questi finanziamenti ed ha rifiutato il dialogo con loro provocando una interruzione del rapporto con ilo suo popolo che vive nel mondo.
L’USEF ha continuato il suo lavoro, come dimostra questo congresso, con sacrificio personale dei suoi dirigenti e con il contributo delle sue associazioni sparse per il mondo.
Continuerà la propria attività anche negli anni futuri, perché non vada disperso il patrimonio di migliaia di siciliani organizzati nel mondo che si accaniscono a voler tenere ferme le loro radici per se stessi e per i loro figli.
L’USEF non può esimersi dal lanciare un appello al Governo Regionale, al Parlamento Siciliano, ai Gruppi Politici, ai partiti, per porre rimedio ad una inedia che dura da un triennio ed a riprendere la politica verso l’emigrazione.
Sappiamo che c’è bisogno di innovare in questo settore e per questo da anni suggeriamo proposte nuove, che sono talvolta diventati disegni di legge, mai discussi in aula e che siamo pronti ad illustrare a chi è disposto ad ascoltare.
Non pensiamo a grandi risorse che non sono possibili in tempo di crisi, ma ad una politica che rilanci il settore, che valorizzi l’associazionismo ed il volontariato e coinvolga le Istituzioni culturali ed imprenditoriali.
Nel mondo si contano tanti siciliani, almeno il doppio di quelli che vivono in Sicilia, sono loro che accolgono in questo periodo di crisi i nuovi emigrati che vengono dalla Sicilia e trovano per loro una occupazione. Da loro ci si può aspettare molto se non si chiudono i contatti.
Il 13° congresso dell’USEF quindi, auspica una ripresa della politica della Regione in direzione dei siciliani all’estero e principalmente:
Il rispetto delle attuali leggi regionali in materia;- la messa in cantiere di una nuova legge che sappia cogliere le esigenze attuali dell’emigrazione e dell’immigrazione;
- l’insediamento della Consulta Regionale e la indizione della conferenza regionale dell’emigrazione e dell’immigrazione, per aggiornare l’analisi sulle attuali problematiche e per riavviare un discorso interrotto da oltre quindici anni;
- il riconoscimento del giusto ruolo e valore non solo delle associazioni regionali storiche dell’emigrazione, ma anche di tutte quelle associazioni, che in presenza di requisiti adeguati, si occupano in maniera organizzata dei corregionali all’estero e degli immigrati in Sicilia.
Obiettivi minimi che il congresso ritiene indispensabili per rimettere in moto una macchina arrugginita dall’incuria e dall’abbandono per l’assenza di una mancata ed adeguata politica da parete di governi che hanno largamente sottovalutato il contributo importante che da questo settore e dall’utilizzo della imponente rete associativa può venire.