ZURIGO – Lo scorso 17 agosto nell’Unione Europea è entrato in vigore il Regolamento (n. 650 del 4 luglio 2012) che fissa le competenze e la legge applicabile nei casi di successioni (eredità) transfrontaliere ed istituisce il “Certificato Successorio Europeo”. Questa nuova normativa ha quindi validità in tutti gli Stati membri dell’Unione Europea, tranne che in Gran Bretagna, Irlanda e Danimarca che si sono avvalsi del diritto di esclusione. A seguito di questo nuovo Regolamento europeo, nei casi di eredità, si applicherà il diritto successorio in vigore nel Paese dove il dante causa ha avuto la sua residenza abituale al momento del testamento o del decesso, anche se cittadini di un altro Paese. Cioè non più come avveniva in passato (sino al 17 agosto scorso) quando il principio della cittadinanza di origine del dante causa si applicava in Italia ed in gran parte dei Paesi europei ( Austria, Germania, Grecia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria) Tuttavia lo stesso Regolamento, appena entrato in vigore nell’ Unione Europea, consente al dante causa la possibilità di scegliere come legge da applicare per la successione dei suoi beni la norma vigente nello Stato di cui ha la cittadinanza e, in caso di possesso di più cittadinanze, quella preferita. È evidente la rilevanza di questo Regolamento se pensiamo che nell’Unione oltre 12 milioni di cittadini europei vivono in un Paese membro diverso da quello di origine e che ogni anno nell’Unione sono circa 450’000 le famiglie che devono affrontare una successione transfrontaliera perché i beni o gli eredi del dante causa si trovano in uno Stato diverso, rispetto a quello in cui si è aperta la successione, facendo sorgere molte questioni a causa delle differenti leggi vigenti nei singoli Paesi dell’Unione. E, soprattutto, a nessuno può sfuggire l’importanza che riveste questa norma per i quasi due milioni di emigrati e cittadini italiani che vivono nell’Unione Europea, spesso proprietari di beni mobili ed immobili in Italia e con eredi che, non di rado, risiedono in Italia. Anche perché non va dimenticato che l’accettazione, o meno, di una eredità, in genere, a seconda del Paese, può comportare pure di doversi accollare di eventuali debiti del dante causa e la stessa imposizione fiscale sull’eredità può variare da Paese a Paese. Pertanto la scelta della legge da applicare per la successione, da parte di un emigrato, va fatta in modo molto oculato avvalendosi della consulenza di un avvocato o di un notaio esperti di diritto successorio vigente nei Paesi interessati. In Svizzera, Paese non facente parte dell’Unione Europea, questo Regolamento non è applicabile poiché, ad avviso del Consiglio Federale elvetico, al momento non se ne ravvede la necessità ma, l’esperienza insegna, che non è detto che il governo e/o il parlamento della Confederazione non ritornino presto su questa loro attuale decisione! (Dino Nardi* – Inform) * Coordinatore UIM Europa (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. )