FAVORIRE L’ARRIVO DEGLI STUDENTI TUNISINI CHE INTENDONO COMPIERE UN PERIODO DI STUDIO E DI RICERCA IN ITALIA. In tutte le occasioni in cui si parla del sistema educativo e di ricerca italiano, si finisce con il concludere che occorre fare ogni sforzo per accrescere il numero degli studenti stranieri che frequentano le nostre università e i nostri centri di ricerca. Soprattutto se si tratta di studenti provenienti da paesi e aree verso le quali l’Italia ha un interesse strategico. Il Mediterraneo e l’Africa settentrionale hanno certamente queste caratteristiche. Eppure, non sempre la pratica amministrativa asseconda le intenzioni politiche, anzi spesso le contraddice. È la situazione, ad esempio, che si sta configurando presso il consolato italiano di Tunisi, presso il quale giacciono 48 richieste di visto di studio per l’Italia che non riescono a trovare la strada di un accoglimento nonostante la disponibilità delle famiglie degli studenti e le sollecitazioni provenienti dagli stessi ambienti accademici locali. Eppure, le procedure di concessione dei visti prevedono condizioni molto rigorose, forse addirittura eccessive, quando si tratti di persone che arrivano per ragioni di studio. E, da quello che ci risulta, gli studenti tunisini che hanno fatto l’opzione per l’Italia, hanno cercato di adeguarsi a tali condizioni, sia pure con comprensibili difficoltà. Ora, è giusto che gli uffici consolari facciano interamente il loro dovere nell’esaminare la rispondenza delle pratiche ricevute per i visti di studio. Soprattutto in tempi come questi in cui occorre stare con gli occhi aperti su quanti, per una ragione o per un’altra, arrivano nel nostro paese. Forse, però, è altrettanto opportuno che verso gli interessati si manifesti uno spirito collaborativo dando tempestive informazioni sull’andamento dell’esame delle pratiche e richiedendo le eventuali integrazioni se si ritiene che siano necessarie al buon esito delle richieste. Su questa situazione abbiamo presentato al Ministro degli esteri un’interrogazione intanto per chiedere se non ritenga opportuno prendere in considerazione la possibilità di una semplificazione delle procedure, così come si sta facendo in diversi rami della nostra amministrazione. In secondo luogo, abbiamo sollecitato un maggiore dialogo tra gli uffici consolari di Tunisi e gli studenti che hanno richiesto il visto per l’Italia, con la speranza che al più presto si arrivi a definire le situazioni pendenti e mettere coloro che ne hanno diritto nella condizione di poter compiere il loro periodo di studio in Italia”. On. Marco Fedi, Sen. Francesco Giacobbe.