DARE ALLA COMUNITA’ DEGLI ITALIANI ALL’ESTERO IL GIUSTO SOSTEGNO IN TERMI8NI DI SERVIZI, DI ATTIVITA’ E DI RISORSE
I Comites invitano Governo e Parlamento “ad avviare una programmazione seria e riflettuta per rilanciare la politica degli italiani e dell’Italia stessa all’estero” LOSANNA – “Il 2015 ha visto finalmente il rinnovarsi dei Com.It.Es. e del C.G.I.E. Nuova linfa è stata introdotta nella rappresentanza italiana, che deve subito confrontarsi con le incomplete e mai risolte riforme di politica emigratoria, così come anche con l’annosa questione dei contributi destinati agli Italiani all’Estero”. Così il Coordinamento dei Comites in Svizzera in un comunicato a firma della coordinatrice Grazia Tredanari. La nota prosegue: “Il 10° Rapporto Migrantes “Italiani Nel Mondo” presentato a Roma il 6 ottobre u.s., conferma che il flusso migratorio verso l’estero è aumentato. Nel 2014 gli espatri sono stati 101.297, il 7,5% in più dell’anno precedente, in prevalenza uomini (56%), ma anche tante donne (48,1) e minori (15,2%). I cittadini italiani residenti all’estero iscritti all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (AIRE) al 1° gennaio del 2015 sono 4.636.647. Una tendenza che non si registrava da oltre vent’anni. Il flusso migratorio attuale è composito, vi son giovani ricercatori, ma anche tanti artigiani, laureati, imprenditori, operai. Tanti sono giovani, ma tanti sono anche meno giovani e tante sono le famiglie che decidono di lasciare l’Italia alla ricerca di un futuro migliore. Gli Italiani all’estero costituiscono quindi una comunità vera, insediatasi in diversi paesi del pianeta, a cui occorre guardare con interesse e darle il giusto sostegno in termini di servizi, di attività e di risorse, che diano un senso di appartenenza e di identità, usando anche le tecnologie più moderne. Non bisogna farsi ingannare dalla globalizzazione che potrebbe indurre a pensare che esser cittadini del mondo voglia dire non aver bisogno di nulla! Lo Stato sa benissimo che una comunità non può esistere senza regole e quindi senza documenti! Documenti che sono ancora più preziosi se ci si trova in una nazione straniera, dove si è ancora più avidi di Italianità e di strumenti che aiutino a costruire la propria identità, come i corsi di lingua e cultura italiana, le associazioni e le rappresentanze, che insieme a tutta la comunità civile non, promuovono l’Italia all’estero ed attuano il processo che porta all’integrazione e al riconoscimento dell’individuo nella nuova realtà. Si assiste, invece, ormai da anni, a restrizioni e tagli lineari. Chiusure di Consolati, riduzione di Enti Gestori, diminuzione forzata dei corsi con conseguente perdita di alunni, riduzione di Comites, ristrutturazione del CGIE, riduzione di insegnanti e personale ministeriale scolastico e non, riduzione dei fondi allocati, che nei paesi a valuta forte come in Svizzera, subiscono negativamente anche l’effetto del cambio valutario. Dal 2007 gli Italiani all’estero stanno pagando quindi a doppio per questa crisi, sia in termini di strutture, sia in termini di risorse economiche e di tasse. A pagare sono quindi proprio coloro che da sempre rappresentano il paracadute per l’Italia. Bisognerebbe invertire la rotta e parlare di riforme, di investimenti, di programmazione e di coordinazione dell’intervento statale. Visti gli indicatori economici di ripresa e di crescita, il Governo dovrebbe intervenire con misure anticicliche e di rilancio dei potenziali asset delle imprese e della presenza italiana nel mondo. Il risparmio è d’obbligo e necessario, ma la riduzione ad esempio del Cap. 3153 da € 11.919.796 del 2015 a € 8.625.548 prevista per il 2016, diventa pericolosamente minatoria dello standard di qualità delle strutture e delle attività esistenti dei Corsi di Lingua e Cultura Italiana che sono nuovamente in piena espansione con un numero crescente di alunni iscritti. Senza contare che il carico finanziario è stato spostato sugli Enti Gestori, che peraltro ancora non ricevono il suppletivo promesso per il corrente anno. Lo stesso dicasi per tutti gli altri settori”. Il Coordinamento dei Comites in Svizzera conclude invitando “il Governo ed il Parlamento ad una riflessione più approfondita per giungere a conclusioni più conformi ed accettabili e ad avviare una programmazione seria e riflettuta per rilanciare la politica degli Italiani e dell’Italia stessa all’estero”. (Inform)