MONTEVIDEO - “Un'occasione per riflettere sulla situazione degli italiani in Uruguay ed elaborare proposte condivise. Si è svolto con questo proposito il primo incontro tra associazioni italiane e Renato Palermo, (foto accanto) rappresentante dell'Uruguay nel Cgie (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero) e membro del Comites di Montevideo (Comitato degli Italiani all'Estero). Alla riunione - “inizio di un percorso comune” - hanno partecipato diversi gruppi, tra cui Calabrese, Circolo Giuliano, Figli della Toscana, Società Italiana di Las Piedras. Diversi i temi analizzati: assistenza per i connazionali in difficoltà, diffusione della lingua italiana, scambio culturale e tecnologico tra Italia ed Uruguay, organismi rappresentativi, ruolo delle associazioni e servizi consolari”. A farne un resoconto è Matteo Forciniti su “Gente d’Italia”, quotidiano delle Americhe diretto a Montevideo da Mimmo Porpiglia. ““Da un decennio, i diversi Governi stanno applicando significativi tagli dei finanziamenti che mettono in pericolo la continuità delle attività che contribuiscono all'integrazione”. La premessa di Palermo è molto amara e non ci sono all'orizzonte segnali di incoraggiamento: “La legge di stabilità del 2016 prevede ulteriori tagli per tutti i capitoli che finanziano le iniziative gestite dalle nostre comunità all'estero”. Una decisione, questa, che “peggiorerà ancora di più la già delicata situazione”. Assistenza Secondo i dati del coordinatore del patronato Inca, “un'alta percentuale di anziani è carente di risorse e di assistenza familiare. Attualmente, circa 300 persone ricevono modesti aiuti da parte del Governo italiano”. L'assistenza si divide tra quella diretta, gestita dal Consolato, e quella indiretta amministrata da AIUDA (Associazione Italiana in Uruguay di Assistenza) e dal COASIT (Comitato di Assistenza per gli Italiani). L'Uruguay ha una particolarità, dato che può contare su una “coordinazione fra le tre entità per determinare puntualmente i soccorsi offerti ad ogni cittadino”. Tuttavia, negli ultimi anni “ci sono state diverse difficoltà per generare proventi locali destinati a rinforzare questi fondi assistenziali. Per questo motivo il 90% di quello che si distribuisce proviene dalle casse dello Stato italiano”. Che fare dunque? “È necessario sensibilizzare le autorità italiane affinché si possa modificare questa tendenza che ha visto un permanente taglio dei fondi. Tuttavia, dobbiamo pensare anche a forme alternative locali e cercare di coinvolgere anche lo Stato uruguaiano. L'urgenza è costituire una Casa di assistenza per anziani”. Diffusione della Lingua Altro tema trattato la diffusione della lingua che per Palermo deve essere sfruttata anche in chiave utilitaristica “per consolidare interessi economici”. In Uruguay, ricordiamo, sono presenti la Società Dante Alighieri ed il CASIU (Centro Assistenza Scolastica Italia Uruguay): si tratta di enti riconosciuti dallo Stato italiano che ricevono contributi per diffondere la lingua. A loro si aggiungono anche diverse associazioni che organizzano corsi nelle loro sedi o altrove. Tanto la Dante come il CASIU mantengono vigente un accordo culturale con ANEP (Amministrazione Pubblica Insegnamento Elementare) firmato per la prima volta nel 2003 e rinnovato sistematicamente per offrire corsi di italiano in circa 36 scuole pubbliche per alunni del quinto e del sesto anno. Alla luce di queste premesse Renato Palermo chiede che “l'Accordo con l'ANEP debba essere difeso”. Non solo: “Bisogna anche esigere dal Governo italiano un maggiore sforzo affinché invii risorse necessarie”. A queste soluzioni, però, deve prendere parte anche la collettività “partecipando attivamente e potenziando i due enti affinché possano compiere adeguatamente il loro ruolo”. Scambi culturali e tecnologici “Su questo punto c'è da costruire quasi tutto” è l'amara premessa sulla terza questione. “Sebbene esistono diversi accordi tra università ed altre istituzioni, questi sono per la maggior parte sconosciuti oppure poco diffusi”. Una realtà ancora più critica se si considera che negli anni passati ci sono state diverse visite istituzionali ed incontri. Eppure “poco e niente si è concretizzato”. A tal proposito il consigliere del Cgie ha diverse idee: “Attuare gli accordi esistenti e promuoverne altri; agire affinché siano riconosciuti i titoli di studio nelle due nazioni e fomentare gli scambi accademici. È necessario, inoltre, diffondere i sistemi di produzione e la tecnologia italiana che sarebbero perfettamente adattabili ai sistemi produttivi uruguaiani”. Organismi rappresentativi I Comites ed il Cgie operano ormai da un paio di decenni, “il tempo necessario per avviare una seria valutazione sul loro funzionamento”. Il dirigente del Partito Democratico critica duramente le scelte politiche degli ultimi anni che - in nome della crisi - “hanno trascurato l'essenza democratica di questi organismi”. Due le prove a suo giudizio: “Hanno posticipato in varie opportunità la loro rinnovazione e poi, quando hanno deciso di attuarla, lo hanno fatto con metodi riduttivi in materia di partecipazione elettorale”. Partendo da queste considerazione “è ora di pensare in sostanziose riforme per trasformare gli organismi in veri strumenti per dinamizzare le collettività e renderli promotori di vincoli istituzionali fra l'Italia e le sue comunità residenti all'estero”. Associazioni Nel mondo operano oltre 6000 associazioni italiane. Queste, per Palermo, “formano un vero tessuto di volontariato che, oltre ad unire, nei loro territori, i connazionali, stabiliscono una forte presenza dello Stato italiano, delle sue regioni, della sua cultura”. Per questo motivo “è doveroso salvaguardarle e potenziarle”. Allo stesso tempo si sente l'esigenza di “impulsare il processo del loro riconoscimento a livello legale, già in corso ma non ancora completato”. Su questo punto si può citare il caso del movimento appena nato “Stati Generali” composto da diverse entità del mondo dell'emigrazione italiana ed appoggiato dal Cgie. L'obiettivo è quello di “potenziare, adeguare e promuovere queste associazioni, generando una specie de coordinamento a livello mondiale”. Servizi Consolari Ultimo tema analizzato quello dei servizi consolari per i cittadini che “negli ultimi anni stanno generando problemi in quasi tutto il mondo per diversi motivi”. Montevideo - il cui Consolato è stato declassato a Cancelleria Consolare - ha sofferto “come il resto dell'America Latina tagli sistematici al personale malgrado una crescita delle comunità. Migliorare questi servizi deve essere un compito prioritario tramite il Cgie però anche con la cooperazione ed interventi di tutta la nostra comunità”. Secondo calcoli stimativi presentati da Palermo, “la nostra Cancelleria contribuisce con circa duecentomila euro mensili al bilancio dello Stato italiano, visti i proventi generati con l'incasso dei servizi prestati. Di fronte a questa realtà, il Ministero degli Esteri dovrebbe almeno sentirsi obbligato a prestare ai suoi cittadini una attenzione decorosa””. (aise)