DEPUTATI PD ESTERO: UN PASSO IN AVANTI VERSO UN SISTEMA ISTITUZIONALE PIÙ SEMPLICE ED EFFICIENTE
Con il voto favorevole della Camera alla riforma della parte seconda della Costituzione il principale traguardo del Governo Renzi e della maggioranza che lo sostiene ha compiuto un decisivo passo in avanti. A questo esito abbiamo concorso con piena convinzione, per il bene che la riforma fa al sistema istituzionale italiano e, soprattutto, agli italiani, in Italia e all’estero. Il sistema istituzionale, se la riforma sarà confermata dal voto referendario dei cittadini, diventa più semplice, più veloce, più efficiente. Si supera finalmente il bicameralismo paritario, diminuisce il numero complessivo dei parlamentari e i costi della politica vengono ulteriormente ridimensionati, sia a livello centrale che regionale. Sono obiettivi di cui si parla da decenni senza che si sia riusciti finora a fare concreti passi in avanti e di richieste che vengono quotidianamente reiterate da centinaia di migliaia di persone sui social network, alle quali si è risposto finora solo con furbizie propagandistiche e con campagne populistiche. Questo Governo e questa maggioranza, invece, stanno rispondendo con i fatti, portando finalmente all’approdo una riforma sempre invocata e sempre elusa. E’ certamente legittimo discutere ed eventualmente dissentire sul modo come si pensa di raggiungere gli obiettivi proposti. Quello che è difficile sostenere è che una riforma che viene consegnata al popolo sovrano perché ne decida le sorti con una sua libera espressione di voto possa rappresentare, come in Parlamento rumorosamente hanno ribadito i soliti ignoti, una limitazione della democrazia. La circoscrizione Estero, a serio rischio di cancellazione, viene invece mantenuta e il numero degli eletti nella nuova Camera, che avrà poteri esclusivi per la formazione del Governo e per l’approvazione di una larga parte dell’attività legislativa, è anch’esso pienamente confermato. Il carattere territoriale della composizione del Senato e la particolarità delle sue nuove funzioni comporta l’eliminazione dei sei eletti all’estero. Non ce ne rallegriamo, naturalmente, anche se la diminuzione di un terzo degli eletti all’estero corrisponde esattamente alla riduzione complessiva dei parlamentari che la riforma opera. Ma anziché piangere sul latte versato, riteniamo più produttivo aprire una riflessione generale sulla rappresentanza degli italiani all’estero, in dialogo con i COMITES, il CGIE e il mondo associativo, per porre le basi di una sua riorganizzazione complessiva, che porti al più presto ad un suo rilancio e ad un maggiore riconoscimento, sia a livello nazionale che regionale. Il voto degli elettori, come si è detto, deciderà delle prospettive della riforma con il referendum confermativo che si dovrebbe svolgere ad ottobre. Dal suo esito, dipenderanno le sorti della stessa legislatura, che nel caso di conferma prenderebbe respiro fino alla scadenza naturale del 2018. Un atto di fiducia del popolo italiano nelle possibilità di ripresa del Paese e un tempo prezioso di lavoro che questo Governo ha dimostrato di saper utilizzare. Siamo certi che gli italiani all’estero sapranno apprezzare il volto nuovo che l’Italia si sta dando, vale a dire il profilo di un Paese più moderno, più operoso e pronto ad assumere le decisioni, più efficiente. Noi che viviamo la vita delle nostre comunità all’estero sappiamo quanto sia importante per i nostri connazionali potersi rifare ad un’Italia più dinamica ed apprezzata nel mondo. Il referendum sarà l’occasione per fare un serio passo in avanti in questa direzione.
I Deputati PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi