Nella seduta che la Camera ha dedicata all’esame delle mozioni sulla ripresa e lo sviluppo del Mezzogiorno è stata approvata la mozione a prima firma Covello, alla quale abbiamo dato la nostra adesione dopo avere contribuito ad integrarla con importanti riferimenti agli italiani all’estero. Dall’inizio del ventesimo secolo, nelle diverse fasi della nostra emigrazione verso l’estero, più della metà degli emigrati italiani è partita dalle regioni meridionali, senza contare la mobilità interna che ha portato altri milioni di meridionali nelle aree del centro-nord. Una realtà non solo del passato, ma del presente, come testimoniano i flussi di “nuova emigrazione”, e probabilmente del futuro, come affermano gli analisti che prevedono entro la metà di questo secolo l’allontanamento di altri 4/5 milioni di persone. Non è possibile pensare, dunque, alla ripresa di questa importante parte del Paese, che la crisi degli ultimi anni ha messo in ginocchio, indipendentemente dai processi migratori che ne hanno attraversato la storia e senza considerare le potenzialità di relazioni che nel mondo esistono per la presenza e e la consistenza sociale, economica e culturale di decine di milioni di meridionali di nascita e d’origine. Abbiamo richiesto alla presentatrice Covello e al Gruppo del PD di tener conto di questa più innovativa e realistica visione; la nostra sollecitazione è stata pienamente accolta e ha portato ad integrare nel testo numerosi e impegnativi passaggi riguardanti gli italiani all’estero. Il testo approvato, che è orami un documento di indirizzo per il Governo, recita dunque che “il Mezzogiorno, sul piano dell’internazionalizzazione, dei flussi turistici e della ricerca di investimenti, può usufruire delle notevoli potenzialità legate alla presenza in diversi continenti e in un gran numero di Paesi di milioni di persone di origine e dei loro discendenti, diventati ormai classi dirigenti nei rispettivi contesti di insediamento”. Alla luce di questa premessa, nel dispositivo si impegna il Governo “nell’ottimizzazione del Masterplan e nella predisposizione dei programmi di internazionalizzazione, a verificare nell’ambito degli specifici progetti le possibilità di coinvolgimento e partenariato con i soggetti e le organizzazioni di origine italiana già attivi nel campo dell’intermediazione commerciale e finanziaria”. In più, nel punto in cui si decide di promuovere una struttura di scouters di elevatissimo profilo, coinvolgendo Invitalia, con lo scopo di individuare investimenti produttivi da allocare presso le aree industriali del Sud, si raccomanda di dedicare particolare attenzione “agli operatori italiani e di origine italiana che hanno raggiunto posizioni di rilievo nel tessuto produttivo e finanziario delle realtà di residenza”. Nella parte dell’articolata mozione nella quale si parla degli impegni sul piano culturale e turistico, infine, abbiamo proposto e ottenuto che il Governo predisponga, “in collaborazione con le Regioni meridionali, progetti di promozione e ‘pacchetti’ di incentivi finalizzati al turismo di ritorno, con particolare riferimento alle aree interne del Mezzogiorno”. Il Mezzogiorno, come è riconosciuto dai commentatori più autorevoli e accreditati, è il banco di prova della ripresa generale del Paese e di una sua nuova stagione di modernizzazione. Da questa prospettiva la Camera, a larga maggioranza, ha deciso che non solo non possono essere esclusi gli italiani all’estero, ma che addirittura il loro contributo possa essere un elemento importante per il futuro dell’Italia. Noi che conosciamo direttamente il peso che i meridionali hanno nella realtà dell’emigrazione italiana nel mondo, consideriamo questo passaggio come un atto di doveroso riconoscimento e, allo stesso tempo, di realismo e lungimiranza del Parlamento italiano. I deputati del PD Estero: La Marca, Farina, Fedi, Garavini, Porta, Tacconi