Nella seduta odierna del “Comitato permanente sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema paese” della III Commissione Affari Esteri della Camera dei Deputati, l’on. Marco Fedi ha svolto la relazione recante le valutazioni del Consiglio generale degli italiani all'estero (CGIE) per l'anno 2014, con proiezione per il triennio 2015-2017. Di seguito il testo integrale della relazione. “Colleghi deputati, consentitemi di esprimere, a nome del Comitato e della Commissione Esteri, l’auspicio che il nuovo Consiglio Generale degli Italiani all’Estero possa insediarsi, nel più breve tempo possibile, attraverso il decreto di nomina che è ancora in attesa di approvazione da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il rinnovo degli organismi di rappresentanza delle comunità italiane nel mondo è stato un importante passaggio per il quale il Governo si è impegnato e ora è necessario dare seguito a questo impegno politico mettendo tutto il sistema della rappresentanza di base, Com.It.Es. e C.G.I.E., in grado di operare e di svolgere il mandato previsto dalla legge. Ricordo a noi stessi e al Governo che la legge deve essere applicata, che l’esigenza di una riforma, sentita da tutti, deve realizzarsi attraverso il confronto e la discussione, senza date di scadenza, evitando brusche accelerazioni e diktat monocamerali, ma piuttosto attraverso una serena riflessione che auspichiamo vogliano svolgere le forze politiche di maggioranza e opposizione. L’approvazione definitiva della riforma Costituzionale, con la definizione del nuovo assetto per la Circoscrizione estero, consentirà anche una discussione, libera da incertezze, sulla riforma dell’intero sistema della rappresentanza che deve garantire a nostro avviso un autentico compito consultivo, in grado di proporre dati, analisi e riflessioni, all’intero sistema politico italiano, sulle linee strategiche per una maggiore presenza italiana nel mondo. Sulla relazione trasmessa al Parlamento, mi preme ricordare, in via preliminare, che la legge n. 368 del 1989, istitutiva del Consiglio generale degli italiani all'estero, annovera, all’art. 2, comma 1, lett. d), tra i compiti di questo organismo la redazione di una relazione annuale con proiezione triennale da presentare, tramite il Governo, al Parlamento, nella quale si valutino gli eventi dell'anno precedente e si traccino prospettive ed indirizzi per il triennio successivo. Mi corre quindi l’obbligo di segnalare che, per quanto la Relazione faccia riferimento nella titolazione, così come previsto dalla normativa vigente, agli indirizzi per il triennio 2015-2017, questi non sembrano trovare precipuo spazio nel testo del documento, se non nella individuazione di una serie di proposte di riforma già all’attenzione del Consiglio e del Governo. Il documento si compone pertanto di una premessa del Segretario generale, della relazione sui lavori dell’Assemblea plenaria, svoltasi a Roma dal 28 al 30 maggio, delle relazioni sui lavori del Comitato di Presidenza del 18-19 marzo, del 22-23 settembre e del 2-3 dicembre 2014, ed i documenti finali delle tre Commissioni continentali, mentre non risultano allegati i contributi delle otto Commissioni tematiche, che pure in passato avevano fornito spunti originali. La premessa evidenzia i principali nodi affrontati dal CGIE nel corso del 2014, a partire dalla conversione in legge del decreto-legge n. 66 del 2014 che, nel quadro delle riforme adottate per il contenimento della spesa pubblica, la cosiddetta spending review, ha visto essenzialmente una rimodulazione di questo organismo nel numero dei suoi componenti, passati da 94 ad un totale di 63, nella composizione del Comitato di presidenza, passato da 16 a 9 membri, e nella convocazione, in via ordinaria, di una sola assemblea plenaria annuale. Nonostante questa modifica sostanziale alla composizione del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, questo rimane organismo di riferimento e di rappresentanza delle nostre comunità. La relazione evidenzia positivamente come la decisione, da parte del Governo, di procedere con il rinnovo degli organismi di base, costituisca un riconoscimento del ruolo e delle funzioni che essi svolgono soprattutto sotto il profilo della rappresentanza globale degli italiani all’estero. Nel 2014 è stato quindi raggiunto il lungamente atteso avvio delle operazioni per il rinnovo della rappresentanza di base delle comunità italiane nel mondo che ha posto fine alla sospensione protratta per lunghi anni: restano però intatte le preoccupazioni sull’elevato tasso di astensionismo verificatosi nelle consultazioni dell’aprile 2015. La relazione dà altresì conto, in premessa, dei buoni risultati degli “Stati generali della lingua italiana nel mondo”, svoltisi a Firenze nell’ottobre 2014 che ha visto la partecipazione di componenti del CGIE ed un ruolo guida nel tavolo tematico dedicato a “Ruolo degli italofoni e delle comunità italiane all’estero”: il CGIE è un convinto sostenitore dell’importanza strategica di valorizzare il nostro patrimonio linguistico e culturale, che costituisce un elemento fondamentale per la promozione e lo sviluppo del Sistema-Paese e che ha trovato in questa legge di stabilità, anche a seguito degli interventi emendativi approvati su iniziativa parlamentare, alcuni primi significativi sostegni finanziari. I punti salienti ai quali ancorare un nuovo sistema di promozione della lingua e della cultura italiane nel mondo possono individuarsi nel superamento di una visione settoriale ed assistenzialistica e nella loro valorizzazione come asset strategico capace di sostenere il riposizionamento dell’Italia nel contesto globale; la definizione di una prospettiva di forte rilancio dell’attrattività della cultura italiana in campo mondiale, non solo con riferimento ai grandi ed indiscussi primati del passato ma ancor con riferimento alle grandi realizzazioni della modernità, dall’arte alla cultura materiale, dalla scienza agli life style creati dal gusto italiano. In questa prospettiva si evidenza l’esigenza di puntare su unico centro direzionale e di coordinamento capace di programmare e razionalizzare l’intervento pubblico e dialogare sistematicamente con i soggetti privati che agiscono nel campo, superando la frammentazione e la sovrapposizione degli interventi, l’incomunicabilità tra le diverse strutture e la mancanza di coordinamento e di sinergie. Ritengo sia importante raccogliere il contributo del CGIE in questo settore, soprattutto in vista di una riforma complessiva del sistema normativo di promozione della lingua e della cultura italiane all’estero che costituisce uno degli obiettivi legislativi di questa legislatura, molte volte annunciato ma finora rinviato. Al di là delle relazioni sui lavori dell’Assemblea plenaria e del Comitato di Presidenza, che hanno dedicato uno spazio doveroso al progetto di riforma costituzionale con le connesse ricadute sul piano della rappresentanza degli italiani all’estero, i documenti finali delle Commissioni continentali affrontano temi centrali quali ad esempio la difficile riorganizzazione delle rete diplomatico-consolare, pesantemente sottodimensionata nella capacità di erogare servizi, soprattutto in aree economicamente emergenti, come l’America latina, ed in tutti i Paesi e le aree del mondo, dall’Europa all’Oceania all’America del Nord, dove si registrano nuove forme di mobilità rappresentate dalla nuova emigrazione italiana. In particolare, la Commissione continentale per i Paesi anglofoni extra-europei richiama i macroscopici errori legati alla chiusura di alcuni importanti consolati, come Edmonton, Durban e Newark, in realtà in cui il volume degli investimenti ed il tessuto di realtà produttive italiane ivi insediate richiedono particolare attenzione da parte delle autorità consolari italiane. In questo senso il lavoro del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero ha consentito un utile confronto anche in sede parlamentare sulle proposte di rafforzamento della rete dei servizi nel mondo e sulla necessità di garantire parità di trattamento ai connazionali nel mondo. Per queste ragioni il Comitato della Commissione Affari esteri della Camera dei Deputati accoglie positivamente la relazione del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero augurando buon lavoro ai nuovi consiglieri.