Roma - Essere stati rinnovati non basta, ora Comites e Cgie devono (auto)riformarsi per sopravvivere. “Riforma” è stata la parola d’ordine ricorrente nella seconda giornata (22 marzo) del nuovo Consiglio Generale degli Italiani all’estero, denso di interventi e di contenuti, e che ha visto la presenza del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, in qualità di presidente del Cgie, e del sottosegretario con delega agli italiani all’estero Vincenzo Amendola. Come la prima giornata si era aperta con l’inno nazionale, così nella seconda, in modo ben più triste, i lavori sono stati preceduti da un minuto di raccoglimento per le vittime degli attentati di a Bruxelles, che fanno dire a Gentiloni che “noi italiani sappiamo bene che il fenomeno migratorio non è iniziato nel febbraio 2015 e che è inutile sottovalutare la dimensione strutturale di questo fenomeno che a noi è molto chiaro. Le nostre comunità – ha ricordato il ministro - sono state protagoniste di un grosso flusso, e si sono trasformate in tante realtà di successo nel mondo, ma la nostra consapevolezza è anche quella di dover affrontare la questione intervenendo sulle radici: la guerra, la povertà. Sappiamo che l’Europa deve rispondere con soluzioni comuni”. Poi è stato il turno di Amendola, che ha ribadito con forza che "dobbiamo riformare insieme su delle scelte e su un percorso che dia più forza agli organismi di rappresentanza". E ancora: “Siamo sempre disponibili a valutare proposte affinché il nuovo mandato del Cgie colleghi le legittime istanze degli italiani all’estero con gli obiettivi generale del governo e del Parlamento. C’è bisogno di una grande riflessione sulla portata dell’esperienza storica dell’emigrazione, la comunità che rappresentate costituisce una parte del portato moderno”. Dati alla mano, secondo quanto illustrato dal sottosegretario nella sua relazione, sono 106 i Comites attualmente aperti nel mondo, con un finanziamento di 1,370 milioni, circa il 4% in più dei contributi del 2015: questo ha permesso di destinare quote aggiuntive ai Comites più dinamici. Lo stanziamento per gli italiani all’estero è di oltre 5,6 milioni per l’assistenza diretta con un incremento del 22%: potremo così accogliere larga parte delle richieste di finanziamento. 450mila euro sono stati stanziati per gli enti che forniscono servizi per i connazionali, il 3.5% rispetto al 2015, mentre per gli enti gestori il bilancio ha segnato 9,4 milioni ripartiti tra 97 enti. Della necessità che il Cgie riformi se stesso sono convinti anche i parlamentari, eletti all’estero e non, che sono intervenuti alla Farnesina, uno su tutti Claudio Micheloni: "Va riformata la rappresentanza degli italiani all'estero e in questo senso è importante che a giugno, con questo Consiglio, si apra definitivamente un cantiere di riforme. I patronati vanno rafforzati perché siamo convinti che senza una riforma le strutture saranno portate a morte naturale". Lo stesso Micheloni che però respinge le critiche sulle responsabilità per la bassa affluenza (4,4% dei votanti) riscontrati in occasione del rinnovo dei Comites: per il governo “è un segnale da non sottovalutare”, mentre per il presidente del Comitato per le questioni degli italiani all’estero del Senato “è un dato che corrisponde a una precisa strategia di chi li vuole portare a morte naturale”. Anche secondo il neo-segretario generale Michele Schiavone “gli attuali Comites e Cgie appena rinnovati non sono affatto delegittimati dalla scarsa partecipazione al voto, dovuta al poco tempo a disposizione, scarsa informazione e molte difficoltà. Tutto questo è passato, da oggi inizia un nuovo percorso per tutti noi. Il Cgie deve subito iniziare un approfondimento per una proposta di legge di riforma della rappresentanza, che andrà completata solo dopo il compimento della riforma costituzionale”. Riflettori accesi anche sulla situazione del Venezuela, con la delegazione italo-venezualana che in seguito alla crisi del paese sudamericano e all’inflazione galoppante ha chiesto la garanzia di un cambio fisso per le pensioni dei concittadini. Nel pomeriggio si è proceduto poi all’elezione dei vice segretari: sono risultati eletti Pino Maggio per l’Europa e il Nord Africa, Mariano Gazzola per l’America Latina, Silvana Mangione per i Paesi anglofoni extraeuropei e Rodolfo Ricci di nomina governativa. (NoveColonne ATG)