Diverse sono le regioni che per conto proprio festeggiano la giornata dei propri corregionali nel mondo, ma a livello nazionale, ancora non esiste una data comune a tutti per ricordare gli svariati milioni di italiani che hanno lasciato la propria terra in cerca di fortuna e di una vita migliore. Innegabile è il contributo sia per sviluppare la società ospitante, sia per contribuitìre alla ripresa economica della propria terra, della propria Patria. Non solo questo è stato il pregevole contributo degli emigrati. Loro, da veri ambasciatori dell’Italia, hanno saputo anche supportare processi politici di ampio respiro, che nel tempo hanno preso forma e sono anche diventati validi contenitori di diritti che gli emigrati si sono saputi conquistare. Vedi ad esempio il processo di unione europea, il trattato di Maastricht, diritto di voto all’estero e così via. Ma purtroppo, parallelamente, con il tempo si è anche sviluppato un crescente disinteresse da parte dei Governi, che ha rafforzato una progressiva perdita della memoria storica che parla di flussi migratori importanti che hanno spopolato le varie regioni italiane. Oggi siamo arrivati all’assurdo, c he mentre da un lato si parla di emigrazione da vedere come una risorsa, dall’altro di questo dramma non si parla più e si tenta di relegare il tutto nel mondo dell’oblio e della dimenticanza. A proposito, quindi, arriva la proposta di legge dell’On. Francesca La Marca, che mira ad istituire la “giornata nazionale dell’Italiano nel Mondo”. E’ sicuramente un modo per riappropriasi e rendere di conoscenza comune di una parte della storia della nostra terra, che non si trova sui libri di storia, ma che il tempo ha scolpito sul corpo e nella memoria di milioni di italiani sparsi per il mondo. Un capitolo della nostra storia che ha tutto il diritto di entrare in quell’articolato volume dove è riportata la storia di una nazione: l’Italia, che nel tempo ha dovuto attraversare periodi di difficoltà di diversa natura quali ad esempio: assetto politico, guerre mondiali, riuinificazione nazionale, sconfitta del fascismo, ricostruzione post bellica ed altri ancora. La “giornata nazionale dell’Italiano nel Mondo”, sarebbe un giusto risarcimento e riconoscimento del ruolo che gli emigrati hanno da sempre assolto, nella crescita e nello sviluppo della propria terra d’origine, ma anche nel rilancio dell’immagine di una Patria, che si è sempre più affermata nel mondo dove oggi l’Italia può vantare di essere la settima potenza industriale del mondo. Sostenere quindi il disegno di legge dell’On. Francesca La Marca è per noi dell’USEF la nuova frontiera per la quale lottare, al fine di riportare alla memoria degli italiani i sacrifici che una parte notevole del proprio popolo ha fatto, facendo parlare di se in tutto il mondo. Siamo sicuri, che una battaglia di tale importante contenuto sia sposata e portata avanti da tutti il movimento associativo e da parte di tutti coloro che hanno a cuore il prestigio e la storia dell’Italia fuori d’Italia, che è parte integrante della storia più generale di una terra che ha saputo risollevarsi grazie al suo popolo, compreso quello residente all’estero. Per quanto ci riguarda, fin dda ora diamo indicazione alle nostre associazioni di cominciare a preparare la “PRIMA GIORNATA NAZIONALE DEGLI ITALIANI NEL MONDO” da ricordare il 12 ottobre prossimo in tutto il mondo dove ci sono italiani e nelle varie regioni di provenienza. (Salvatore Augello)
 
Riportiamo qui di seguito, le considerazioni dell’On. Francesca La Marca, che hanno pòortato alla sua decisione di presentare un disegno di legge apposito.
 
 IL 12 OTTOBRE GIORNATA NAZIONALE DEGLI ITALIANI NEL MONDO:
PROPOSTA DI LEGGE DELL’ON. FRANCESCA LA MARCA
 
Una Giornata nazionale dedicata agli italiani nel mondo. Questo è l’oggetto di un disegno di legge che alla Camera ho presentato assieme agli altri colleghi del PD eletti all’estero. Se approvato, il 12 ottobre di ogni anno si celebrerà in Italia e all’estero la Giornata nazionale degli italiani nel mondo, nella quale nei canali di informazione, nella comunicazione, nelle scuole di ogni ordine e grado, negli adempimenti istituzionali le esperienze e il ruolo degli italiani nel mondo saranno richiamati all’attenzione della pubblica opinione. Le ragioni di questa iniziativa sono intuibili e, comunque, si possono riassumere in questi termini. L’Italia in alcuni momenti cruciali della sua storia contemporanea, come durante la modernizzazione del periodo giolittiano, la ripresa economica e sociale del primo dopoguerra, la liberazione dal fascismo, la ricostruzione successiva alla seconda guerra mondiale, il boom economico, ha avuto dai suoi emigrati un aiuto sostanziale. Si tratta, dunque, prima di tutto di un riconoscimento etico dovuto, che va al di là del ricordo del sacrificio del lavoro degli italiani nel mondo, opportunamente istituito dal Ministro Tremaglia. In secondo luogo, la memoria della nostra storia d’emigrazione sta regredendo progressivamente tra le giovani generazioni, anche nelle realtà in cui la vicenda emigratoria è stata più profonda e diffusa. Le evocazioni dell’informazione di ritorno sugli italiani all’estero hanno prodotto risultati poveri e alterni. L’istituzionalizzazione di una giornata dedicata all’Italia fuori d’Italia sarà l’occasione per parlarne nelle scuole e nei canali di informazione e per valorizzare agli occhi dell’opinione pubblica e presso i ceti dirigenti la funzione che essa può avere per la proiezione del Paese nel mondo, per la sua ricollocazione in ambito globale e per le politiche di internazionalizzazione. L’Italia, inoltre, sta vivendo un particolare momento che la porta ad essere allo stesso tempo un Paese di immigrazione e di nuova emigrazione, qualitativamente diversa rispetto a quella del passato. Il grande retroterra emigratorio che il Paese possiede è un bacino inesauribile di esperienze di integrazione, di multiculturalità e di rapporti interculturali al quale essa può attingere, senza schematiche ripetizioni ma con attenta sensibilità di conoscenza e di analisi, per affrontare la transizione sociale e culturale che stiamo attraversando e adottare le misure più ragionate ed efficaci per l’integrazione dei “nuovi italiani”. In più, il richiamo costante nel tempo all’incidenza che le migrazioni hanno avuto e hanno nella storia del Paese consente di riflettere in modo collettivo sull’entità e sulle forme della nuova emigrazione per richiamare da un lato l’attenzione sui servizi necessari per sostenere lo sforzo di coloro che lasciano l’Italia per insediarsi altrove, per non perdere dall’altro i contatti con ricercatori, professionisti, imprenditori e giovani formatisi nelle nostre scuole che possono rappresentare un valore aggiunto a livello internazionale. La scelta del 12 ottobre, aperta comunque a diverse ipotesi che possano emergere durante l’iter parlamentare, è legata al fatto che tale data, nella tradizione dell’emigrazione transoceanica, è fortemente evocativa del mito colombiano, che per le nostre comunità emigrate da lungo tempo è un simbolo identitario e di affermazione della propria peculiarità storica e culturale. Rappresentare, divulgare e valorizzare in Italia e all’estero le esperienze, le attività e il contributo sociale apportato dai cittadini italiani all’estero nel campo della cultura e della lingua italiane, della ricerca scientifica, delle attività imprenditoriali e professionali e della solidarietà internazionale è un riconoscimento dovuto a chi ne è stato protagonista e una forte spinta all’integrazione e, di conseguenza, alla coesione sociale e culturale del nostro popolo. E’ questo il senso più profondo di questa mia iniziativa legislativa.