L’elenco di connazionali all’estero vittime di atti di terrorismo e di violenza si è dolorosamente allungato di altri nove nomi, quelli degli italiani caduti a Dacca in conseguenza dell’ennesima strage attuata dai seguaci del radicalismo islamico. Si è ripetuto il copione di colpire persone innocenti e inermi, colpevoli di essere “diversi” solo per la loro origine, per la loro cultura, per la loro fede religiosa, ammesso che ne professassero una. Una violenza disumana e cieca è dunque la disperata risposta dell’Isis alle sconfitte militari e alla regressione territoriale, che in questi mesi ha inequivocabilmente subito. E non importa se nel vortice della ferocia e della vendetta precipitino anche popolazioni islamiche, sia pure di ispirazione diversa, come i contemporanei attentati di Bagdad testimoniano. Questa volta è toccato agli italiani, pare appositamente cercati e colpiti. Eppure gli italiani all’estero cercano e danno lavoro, si impegnano per migliorare la loro condizione e così facendo migliorano quella degli altri, usano metodologie di produzione moderne e insegnano agli altri ad usarle. Poco importa ai portatori di morte: miglioramento sociale, progresso civile, coesistenza operosa non sono parole che rientrano nel lessico terroristico, sono anzi obiettivi da distruggere perché liberano le persone dal pregiudizio e dal bisogno e tutto questo è incompatibile con chi persegue la sopraffazione e la sottomissione. Per questo, la risposta da dare, decisa e senza compromessi, non può, non deve allontanarsi da una pratica di libertà e di democrazia che rappresenta non solo un bene insostituibile, ma soprattutto la vera diga da opporre al terrorismo, lo spartiacque tra i diritti delle persone e l’intenzione di soffocarli per affermare un credo di violenza. La nostra voce si unisce a quella delle autorità italiane e di ogni onesto cittadino, che in queste ore hanno espresso il cordoglio profondo e la solidarietà ai parenti delle vittime, italiane e di altre nazionalità, di Dacca e dell’Iraq. Nello stesso tempo esortiamo il governo italiano a procedere con convinzione lungo la strada che ha già prescelto, quella di una sempre più stretta ed efficiente collaborazione internazionale che abbia come priorità la prevenzione contro la violenza terroristica e la sicurezza dei cittadini. Il nostro governo, inoltre, vada avanti con altrettanta determinazione nell’opera di censimento e di monitoraggio degli italiani presenti negli scenari ad alto rischio affinché con tutti i mezzi a disposizione, anche a distanza, si accrescano le tutele e si faccia sentire una vicinanza attiva e collaborativa, volta a salvaguardare il principale bene di ognuno, la vita umana. I deputati del PD Estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi