Finalmente una buona notizia per migliaia di pensionati italiani residenti in Venezuela. Il nostro costante impegno ha dato i suoi frutti; saranno infatti soddisfatte le nostre pressanti richieste al Governo e alle istituzioni competenti italiane per ripristinare la concessione delle prestazioni non contributive erogate in Venezuela, come l’integrazione al minimo e le maggiorazioni sociali. Il Presidente dell’Inps Prof. Tito Boeri mi ha comunicato, in risposta ad una mia lettera, che lo scorso 29 settembre il Ministero del Lavoro, d’intesa col MEF-RGS (Ministero dell’Economia e delle Finanze-Ragioneria Generale dello Stato), ha espresso parere favorevole all’adozione del tasso DICOM (cambio parallelo) ai fini del calcolo delle prestazioni italiane legate ai redditi erogate dall’Inps in favore dei pensionati italiani residenti in Venezuela, a decorrere dal 1° gennaio 2017. A tal fine, si è appreso, che lo stesso Ministero ha chiesto alla Banca d’Italia la pubblicazione del dato medio mensile del tasso DICOM. Gli uffici dell’INPS – ma dobbiamo ora sperare nella sollecitudine della Banca d’Italia - si sono già attivati e stanno definendo con le autorità competenti le modalità di attuazione per rispettare il termine di decorrenza del 1° gennaio 2017 (un ritardo della pubblicazione succitata potrebbe far slittare i nuovi pagamenti di qualche mese). E’ stata una lunga battaglia che mi ha visto tenacemente coinvolto insieme ai colleghi parlamentari eletti all’estero, i pensionati italiani in Venezuela (ricordo di aver consegnato al Governo italiano una loro petizione con 3.000 firme), le associazioni dell’emigrazione, i Comites, i patronati, per oltre un anno, consapevole che era improcrastinabile un concreto intervento a favore di tanti connazionali privati inopinatamente ed ingiustamente di un loro vitale sostentamento economico. Dobbiamo quindi ringraziare il Governo italiano che si è reso disponibile ed in particolare l’Inps che già nel settembre 2015 si era fatto promotore, alla luce delle nostre denunce e richieste, presso il Ministero del Lavoro, in costante contatto con il MEF ed il MAE, della proposta di riconsiderare il tasso di cambio utilizzato per valutare le pensioni venezuelane al fine di calcolare le prestazioni legate al reddito, passando ad un tasso di cambio più realistico. Dovranno essere ora ripristinate le prestazioni “non contributive” sulle pensioni italiane erogate in Venezuela con l’auspicio che il nuovo tasso di cambio si mantenga stabile nel tempo in modo da garantire l’erogazione delle stesse in maniera costante e congrua.